Gesรน sale sul monte e parla, non ai perfetti, ma alla folla. Le sue parole aprono un mondo nuovo, non perchรฉ ignorano il dolore, ma perchรฉ lo attraversano con una luce diversa. Le Beatitudini non sono un codice morale per pochi eletti, ma una provocazione radicale: dicono che la felicitร non รจ possesso, controllo o apparenza, ma vulnerabilitร abitata da Dio.
Beati i poveri in spirito: chi non si aggrappa al proprio io, ma si apre all’invisibile. Beati quelli che piangono: non perchรฉ il dolore รจ bello, ma perchรฉ non chiude il cuore. Beati i miti: non i rassegnati, ma i forti senza violenza. Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia: gente che non si adatta al compromesso, che conserva dentro una sete che il mondo non riesce a placare.
Le Beatitudini svelano un Dio che si schiera con chi perde. ร qui il rovesciamento: non si tratta di salire, ma di scendere, di perdere per trovare, di morire per vivere. Questa รจ la vera rivoluzione del Vangelo. Vivere le Beatitudini non รจ essere deboli: รจ avere il coraggio di essere umani fino in fondo, con Dio dentro. E questo, oggi come allora, รจ follia per molti ma รจ sapienza per chi cerca il Regno.
Per Riflettere
Le Beatitudini sono il ritratto di un Dio che abita la fragilitร . Non promettono una vita facile, ma una felicitร profonda, possibile solo a chi ha il coraggio di essere povero, mite, affamato di giustizia. Il vero Regno nasce lรฌ dove il cuore si apre.
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per lโEvangelizzazione e la Catechesi
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