Commento alle letture della liturgia del 20 Ottobre 2025

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Tempo Ordinarioย XXIX, Coloreย verde – Lezionario:ย Cicloย Cย |ย Annoย I, Salterio:ย sett. 1

Benvenuti a questo momento di silenzioso ascolto e contemplazione. Vorrรฒ accompagnarvi in un cammino meditativo su quanto ci offre oggi il Vangelo del giorno (Vangelo di Luca 12,13-21). In questa semplice riflessione uniamo insieme la domanda, la parabola e lโ€™invito di Gesรน, per lasciarci trasformare dal significato che โ€“ con delicatezza โ€“ intende portarci nel profondo del cuore.

Rm 4,20-25

รˆ stato scritto anche per noi, ai quali deve essere accreditato: a noi che crediamo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, di fronte alla promessa di Dio, Abramo non esitรฒ per incredulitร , ma si rafforzรฒ nella fede e diede gloria a Dio, pienamente convinto che quanto egli aveva promesso era anche capace di portarlo a compimento. Ecco perchรฉ gli fu accreditato come giustizia.
E non soltanto per lui รจ stato scritto che gli fu accreditato, ma anche per noi, ai quali deve essere accreditato: a noi che crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesรน nostro Signore, il quale รจ stato consegnato alla morte a causa delle nostre colpe ed รจ stato risuscitato per la nostra giustificazione.

Parola di Dio.

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Lc 1,68-75

R. Benedetto il Signore, Dio dโ€™Israele, 
perchรฉ ha visitato il suo popolo. 

Ha suscitato per noi un Salvatore potente 
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva detto
per bocca dei suoi santi profeti dโ€™un tempo. R.

Salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
Cosรฌ egli ha concesso misericordia ai nostri padri 
e si รจ ricordato della sua santa alleanza. R.

Del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, 
di concederci, liberati dalle mani dei nemici, 
di servirlo senza timore, in santitร  e giustizia 
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. R.

Lc 12,13-21

Quello che hai preparato, di chi sarร ?
Dal Vangelo secondoย Luca

In quel tempo, uno della folla disse a Gesรน: ยซMaestro, diโ€™ a mio fratello che divida con me lโ€™ereditร ยป. Ma egli rispose: ยซO uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?ยป.
E disse loro: ยซFate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perchรฉ, anche se uno รจ nellโ€™abbondanza, la sua vita non dipende da ciรฒ che egli possiedeยป.
Poi disse loro una parabola: ยซLa campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sรฉ: โ€œChe farรฒ, poichรฉ non ho dove mettere i miei raccolti? Farรฒ cosรฌ โ€“ disse โ€“: demolirรฒ i miei magazzini e ne costruirรฒ altri piรน grandi e vi raccoglierรฒ tutto il grano e i miei beni. Poi dirรฒ a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripรฒsati, mangia, bevi e divรจrtiti!โ€. Ma Dio gli disse: โ€œStolto, questa notte stessa ti sarร  richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarร ?โ€. Cosรฌ รจ di chi accumula tesori per sรฉ e non si arricchisce presso Dioยป.

Lode a Te o Cristo.

Gesรน รจ in mezzo alla folla e un uomo gli rivolge una richiesta: ยซMaestro, dรฌ a mio fratello che divida con me lโ€™ereditร ยป. รˆ un grido di desiderio, ma anche un segno di conflitto: lโ€™โ€œereditร โ€ parla di legami, di beni, di futuro, ma nasconde qualcosa che inquieta il cuore. Gesรน non si ferma a giudicare la contesa, non si lascia distrarre dal litigio. Con calma, guarda piรน in lร  e dice: ยซFate attenzione e guardatevi da ogni cupidigia; perchรฉ la vita di un uomo non consiste nellโ€™abbondanza dei beni che possiedeยป.

In queste parole โ€“ come in un corridoio luminoso โ€“ si apre la strada verso la parabola che segue. Un uomo aveva raccolto una ricca messe: la terra gli aveva dato tanto, i granai erano pieni, eppure si era sentito schiacciato da questa abbondanza. ยซChe farรฒ?ยป, pensava. ยซNon ho dove raccogliere i miei fruttiยป. E allora il progetto: demolirรฒ i granai, ne costruirรฒ di piรน grandi, vi raccoglierรฒ tutti i miei beni, e dirรฒ allโ€™anima mia: โ€œHai molti beni in deposito per molti anni, riposati, mangia, bevi, sta allegroโ€ยป.

Lโ€™immagine รจ potente: granai pieni fino allโ€™orlo, luci dorate allโ€™imbrunire sulla campagna, silenzio dopo il raccolto. Eppure, in quel paesaggio di successo e di abbondanza, si cela un vuoto. Perchรฉ, come interviene la voce di Dio nel silenzio della notte: ยซStolto, questa notte stessa ti sarร  richiesta la vitaยป. E la domanda tagliente come un raggio di sole tra le nuvole: ยซE quel che hai preparato, di chi sarร ?ยป.

Gesรน conclude con chiarezza: ยซCosรฌ รจ per chi accumula per sรฉ e non รจ ricco verso Dioยป. Non รจ condannata lโ€™abbondanza in sรฉ, non รจ vietato avere raccolti o beni; quel che รจ in gioco รจ lโ€™orientamento del cuore. รˆ ยซessere ricchi verso Dioยป: custodire relazioni, nutrire doni, riconoscere che tutto รจ dono, che la vita non si esaurisce nei granai e nei beni, ma trova il senso nella fiducia, nella condivisione, nella apertura al mistero di Dio che ci precede e accompagna.

Pensiamo allโ€™immagine dellโ€™albero che germoglia e produce frutti: non si costruisce solo per sรฉ, ma per donare ombra, offrire riparo, condividere il raccolto. Il contadino della parabola, invece, ha pensato allโ€™albero solo per sรฉ, ha guardato al frutto come โ€œmioโ€, come un deposito personale, come se potesse assicurare la vita con i suoi silos pieni. Gesรน ci chiede di leggere la nostra vita con unโ€™altra lente: con quella dello Spirito che trasforma e libera.

E cosรฌ โ€“ davanti ai nostri beni, ai nostri impegni, ai nostri sogni โ€“ Gesรน ci invita a fermarci e chiedere: ยซDi chi รจ questa vita? A chi appartengono questi beni? Chi รจ il mio prossimo?ยป In questa domanda si apre un cammino di libertร  e di gratitudine. Non ci riduce a semplici possessori, ma ci rende custodi โ€“ di noi stessi, degli altri, del creato. Non ci lascia soli con i nostri progetti, ma ci orienta alla relazione con Dio e con il fratello.

Quando ci sentiamo anchโ€™essi ricchi โ€“ di tempo, di energia, di risorse โ€“ Gesรน ci ammonisce a non perdere la misura: ยซLa vita non consiste nellโ€™abbondanza di ciรฒ che uno possiedeยป. รˆ un invito a riscoprire il tesoro nascosto: la vita che Dio ci ha donato, la presenza dellโ€™altro, la bellezza del condividere. Come lโ€™aroma del grano appena raccolto che si mescola allโ€™aria di sera, cosรฌ il vero bene vibra non perchรฉ stagnante, ma perchรฉ generativo, capace di lievitare.

E quando il โ€œgranario interioreโ€ รจ pieno โ€“ di affetti, di sicurezza, di beni โ€“ Gesรน non chiede che lo svuotiamo senza motivo, ma che lo apriamo, che ci chiediamo: ยซCosa ne faccio? Quale sarร  il frutto? A chi lo dono?ยป Cosรฌ la ricchezza diventa via per il Regno, e non trappola per lโ€™anima.

๐ŸŒฟ Commento finale

In conclusione: oggi siamo chiamati a riconoscere che la vera vita non รจ nรฉ il grano, nรฉ i granai, nรฉ lโ€™accumulare, ma รจ il dono, la gratuitร , la relazione con Dio e con gli altri. A custodire i nostri beni non come fossimo soli, ma accompagnati dal Dio che dona la vita e chiede di viverla in abbondanza di amore. Che il Signore ci renda ยซricchi verso Dioยป, perchรฉ lร  dove stiamo, Egli abiti, e nei nostri granai risuoni la speranza del Suo Regno.

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