Tempo Ordinarioย XXIX, Coloreย verde – Lezionario:ย Cicloย Cย |ย Annoย I, Salterio:ย sett. 1
Benvenuti a questo momento di silenzioso ascolto e contemplazione. Vorrรฒ accompagnarvi in un cammino meditativo su quanto ci offre oggi il Vangelo del giorno (Vangelo di Luca 12,13-21). In questa semplice riflessione uniamo insieme la domanda, la parabola e lโinvito di Gesรน, per lasciarci trasformare dal significato che โ con delicatezza โ intende portarci nel profondo del cuore.
Rm 4,20-25
ร stato scritto anche per noi, ai quali deve essere accreditato: a noi che crediamo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, di fronte alla promessa di Dio, Abramo non esitรฒ per incredulitร , ma si rafforzรฒ nella fede e diede gloria a Dio, pienamente convinto che quanto egli aveva promesso era anche capace di portarlo a compimento. Ecco perchรฉ gli fu accreditato come giustizia.
E non soltanto per lui รจ stato scritto che gli fu accreditato, ma anche per noi, ai quali deve essere accreditato: a noi che crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesรน nostro Signore, il quale รจ stato consegnato alla morte a causa delle nostre colpe ed รจ stato risuscitato per la nostra giustificazione.
Parola di Dio.
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Lc 1,68-75
R. Benedetto il Signore, Dio dโIsraele,
perchรฉ ha visitato il suo popolo.
Ha suscitato per noi un Salvatore potente
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva detto
per bocca dei suoi santi profeti dโun tempo. R.
Salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
Cosรฌ egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si รจ ricordato della sua santa alleanza. R.
Del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santitร e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. R.
Lc 12,13-21
Quello che hai preparato, di chi sarร ?
Dal Vangelo secondoย Luca
In quel tempo, uno della folla disse a Gesรน: ยซMaestro, diโ a mio fratello che divida con me lโereditร ยป. Ma egli rispose: ยซO uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?ยป.
E disse loro: ยซFate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perchรฉ, anche se uno รจ nellโabbondanza, la sua vita non dipende da ciรฒ che egli possiedeยป.
Poi disse loro una parabola: ยซLa campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sรฉ: โChe farรฒ, poichรฉ non ho dove mettere i miei raccolti? Farรฒ cosรฌ โ disse โ: demolirรฒ i miei magazzini e ne costruirรฒ altri piรน grandi e vi raccoglierรฒ tutto il grano e i miei beni. Poi dirรฒ a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripรฒsati, mangia, bevi e divรจrtiti!โ. Ma Dio gli disse: โStolto, questa notte stessa ti sarร richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarร ?โ. Cosรฌ รจ di chi accumula tesori per sรฉ e non si arricchisce presso Dioยป.
Lode a Te o Cristo.
Gesรน รจ in mezzo alla folla e un uomo gli rivolge una richiesta: ยซMaestro, dรฌ a mio fratello che divida con me lโereditร ยป. ร un grido di desiderio, ma anche un segno di conflitto: lโโereditร โ parla di legami, di beni, di futuro, ma nasconde qualcosa che inquieta il cuore. Gesรน non si ferma a giudicare la contesa, non si lascia distrarre dal litigio. Con calma, guarda piรน in lร e dice: ยซFate attenzione e guardatevi da ogni cupidigia; perchรฉ la vita di un uomo non consiste nellโabbondanza dei beni che possiedeยป.
In queste parole โ come in un corridoio luminoso โ si apre la strada verso la parabola che segue. Un uomo aveva raccolto una ricca messe: la terra gli aveva dato tanto, i granai erano pieni, eppure si era sentito schiacciato da questa abbondanza. ยซChe farรฒ?ยป, pensava. ยซNon ho dove raccogliere i miei fruttiยป. E allora il progetto: demolirรฒ i granai, ne costruirรฒ di piรน grandi, vi raccoglierรฒ tutti i miei beni, e dirรฒ allโanima mia: โHai molti beni in deposito per molti anni, riposati, mangia, bevi, sta allegroโยป.
Lโimmagine รจ potente: granai pieni fino allโorlo, luci dorate allโimbrunire sulla campagna, silenzio dopo il raccolto. Eppure, in quel paesaggio di successo e di abbondanza, si cela un vuoto. Perchรฉ, come interviene la voce di Dio nel silenzio della notte: ยซStolto, questa notte stessa ti sarร richiesta la vitaยป. E la domanda tagliente come un raggio di sole tra le nuvole: ยซE quel che hai preparato, di chi sarร ?ยป.
Gesรน conclude con chiarezza: ยซCosรฌ รจ per chi accumula per sรฉ e non รจ ricco verso Dioยป. Non รจ condannata lโabbondanza in sรฉ, non รจ vietato avere raccolti o beni; quel che รจ in gioco รจ lโorientamento del cuore. ร ยซessere ricchi verso Dioยป: custodire relazioni, nutrire doni, riconoscere che tutto รจ dono, che la vita non si esaurisce nei granai e nei beni, ma trova il senso nella fiducia, nella condivisione, nella apertura al mistero di Dio che ci precede e accompagna.
Pensiamo allโimmagine dellโalbero che germoglia e produce frutti: non si costruisce solo per sรฉ, ma per donare ombra, offrire riparo, condividere il raccolto. Il contadino della parabola, invece, ha pensato allโalbero solo per sรฉ, ha guardato al frutto come โmioโ, come un deposito personale, come se potesse assicurare la vita con i suoi silos pieni. Gesรน ci chiede di leggere la nostra vita con unโaltra lente: con quella dello Spirito che trasforma e libera.
E cosรฌ โ davanti ai nostri beni, ai nostri impegni, ai nostri sogni โ Gesรน ci invita a fermarci e chiedere: ยซDi chi รจ questa vita? A chi appartengono questi beni? Chi รจ il mio prossimo?ยป In questa domanda si apre un cammino di libertร e di gratitudine. Non ci riduce a semplici possessori, ma ci rende custodi โ di noi stessi, degli altri, del creato. Non ci lascia soli con i nostri progetti, ma ci orienta alla relazione con Dio e con il fratello.
Quando ci sentiamo anchโessi ricchi โ di tempo, di energia, di risorse โ Gesรน ci ammonisce a non perdere la misura: ยซLa vita non consiste nellโabbondanza di ciรฒ che uno possiedeยป. ร un invito a riscoprire il tesoro nascosto: la vita che Dio ci ha donato, la presenza dellโaltro, la bellezza del condividere. Come lโaroma del grano appena raccolto che si mescola allโaria di sera, cosรฌ il vero bene vibra non perchรฉ stagnante, ma perchรฉ generativo, capace di lievitare.
E quando il โgranario interioreโ รจ pieno โ di affetti, di sicurezza, di beni โ Gesรน non chiede che lo svuotiamo senza motivo, ma che lo apriamo, che ci chiediamo: ยซCosa ne faccio? Quale sarร il frutto? A chi lo dono?ยป Cosรฌ la ricchezza diventa via per il Regno, e non trappola per lโanima.
๐ฟ Commento finale
In conclusione: oggi siamo chiamati a riconoscere che la vera vita non รจ nรฉ il grano, nรฉ i granai, nรฉ lโaccumulare, ma รจ il dono, la gratuitร , la relazione con Dio e con gli altri. A custodire i nostri beni non come fossimo soli, ma accompagnati dal Dio che dona la vita e chiede di viverla in abbondanza di amore. Che il Signore ci renda ยซricchi verso Dioยป, perchรฉ lร dove stiamo, Egli abiti, e nei nostri granai risuoni la speranza del Suo Regno.
