Don Michele Chiapuzzi – Commento al Vangelo del 19 Ottobre 2025

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Un giudice

Una vita senza preghiera, una vita senza mettersi in relazione, una vita senza rispetto, una vita senza ascolto. Una vita senza. Eppure giudicava. Eppure era giudice. Quella del giudice una vita senza. Non temeva, nรฉ aveva riguardo. Non aveva la fede, non frequentava alcuna relazione. Non pregava.

La questione รจ seria. Andrebbe innanzitutto sgomberato il campo dalla pretesa che la preghiera stia esaustivamente nella verbositร  del ripetere. Luca scrive invece che รจ una necessitร  permanente, che ha a che fare con la volontร  determinata di non mollare mai.

Una volontร  che, proprio perchรฉ รจ continuamente in preghiera, โ€œnon fa il maleโ€. Non desiste, non crolla. Costruisce allโ€™inverso il senso dello stare dentro. E questo lo vive una vedova.

La vedova incarna, per noi oggi, la ricerca di una fedeltร  ad un progetto di vita purificato dallโ€™ingiustizia. La vedova non ha piรน nulla, ma cerca e spera ancora nellโ€™umanitร . Altrimenti detto: fede.

Il paradosso รจ che lei lo chieda ad un giudice ingiusto e menefreghista! Lei prega importunando ed infastidendo, non sta facendo il male, cerca ostinatamente il bene della giustizia.

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Il giudice senza umanitร , disumano, smetterร  la sua indifferenza e diverrร  giusto. โ€œIl Vangelo โ€“ per chi crede e per chi non crede โ€“ รจ uno specchio impietoso: riflette ciรฒ che รจ umano, denuncia ciรฒ che รจ disumano. Se un progetto schiaccia lโ€™innocente, รจ disumano. Se una legge non protegge il debole, รจ disumana. Se un profitto cresce sul dolore di chi non ha voce, รจ disumano.โ€ (Card. Mimmo Battaglia)

Lei, vedova, sola e non soggetto di diritto secondo la legge del tempo (!?), diremmo senza santi in paradiso, sa scuotere la coscienza di un โ€œcattivoโ€. La sua insistenza mostra la fede nellโ€™uomo. Mostra la fede al nonostante tutto dellโ€™indifferente giudice.

Il giudice che non aveva riguardo per alcuno, era un non-uomo, era privo di relazioni, di affetto. Ma ascoltando lโ€™importunante si converte. Ascolta, obbedisce ad una legge del cuore: misericordia. E farร  giustizia. E fa il bene.

Opportunitร  data alla volontร . Di gridare. La volontร  per dire: โ€œho bisognoโ€. La preghiera allora avrebbe nel suo dna il divenire perpetuo: lotta continua. Giorno e notte.

Nella lotta dimora la fede verso lโ€™altro andava da lui. Nel desiderio di soluzione “fammi giustizia contro il mio avversario” dimora la speranza di essere curato: anche da chi dโ€™acchito sembra non ascolti, non guardi, non si curi.

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La vedova quando avrร  ottenuto giustizia farร  il miracolo della fede: convertirร  il cuore del giudice.

Non abbandonarci alla tentazione di mollare, Signore stai accanto a me, mentre urlo, mentre piango, mentre chiedo allโ€™umanitร  di condividere senso nellโ€™ingiustizia subita.

Come il grido assordante che sale dai lager e dai gulag, dalle Gaze, dalle Kiev di tutto il mondo e di tutte le epoche: dove sei Dio? E pensare che รจ lui, Dio, che subito dalle prime pagine della Bibbia pone la domanda e cerca lโ€™uomo: Adam, dove sei? (Gn 3,1)

ยซIn un luogo come questo vengono meno le parole, in fondo puรฒ restare soltanto uno sbigottito silenzio โ€“ un silenzio che รจ un interiore grido verso Dio: perchรฉ, Signore, hai taciuto? Perchรฉ hai potuto tollerare tutto questo? รˆ in questo atteggiamento di silenzio che ci inchiniamo profondamente nel nostro intimo davanti alla innumerevole schiera di coloro che qui hanno sofferto e sono stati messi a morte; questo silenzio, tuttavia, diventa poi domanda ad alta voce di perdono e di riconciliazione, grido al Dio vivente di non permettere piรน una simile cosaยป. (Benedetto XVI al campo di sterminio di Auschwitz)

Giorno e notte a scandagliare il silenzio di Dio che diverrร  prontamente giustizia.

Giorno e notte tempo della quotidianitร , tempo in cui Gesรน venendo troverร  uomini e donne impegnati a consolidare il regno. La fede paradigma dellโ€™esserci.

โ€œLa mia vita รจ diventata un colloquio ininterrotto con te, mio Dio, un unico grande colloquio. A volte, quando me ne sto in un angolino del campo, i miei piedi piantati sulla tua terra, i miei occhi rivolti al cielo, le lacrime mi scorrono sulla faccia, le lacrime che sgorgano da una profonda emozione e riconoscenzaโ€ (E. Hillesum).

Gesรน troverร  noi a bussare alle porte della giustizia per colmarne lโ€™assenza su questa terra?

FONTETelegramChi รจ don Michele
Foto di Steve Haselden da Pixabay

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