don Andrea Vena – Commento al Vangelo di domenica 14 Settembre 2025

Domenica 14 Settembre 2025 - ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE - Festa - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Gv 3,13-17

Data:

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Oggi, 14 settembre, non viene celebrata la XXIV domenica del Tempo Ordinario ma laย Festa dellโ€™Esaltazione della Croceย anche se oggi รจ Domenica. รˆ una coincidenza che con voi vorrei cogliere come un segno della divina Provvidenza, in quanto la Festa ci permette di soffermarci su quel metro di misura con il quale Gesรน, il Figlio di Dio, ci ha amati fino a dare la vita per noi: โ€œNon cโ€™รจ amore piรน grande che dare la vita per i propri amiciโ€ (Gv 15,13). Desideriamo cosรฌ rinnovare la nostra fiducia in Gesรน, crocifisso e risorto, certi che in Lui la speranza non verrร  mai meno.

La lectio continua dopo il video.

Lโ€™odierna Festa ha radici lontane: il 13 settembre del 335, infatti, venne dedicata a Gerusalemme la chiesa della risurrezione/del Martyrium (da noi conosciuto come il Santo Sepolcro). Il giorno seguente, con solenne cerimonia, si fece lโ€™ostensione della Croce, che lโ€™imperatrice Elena โ€“ madre di Costantino โ€“ aveva ritrovato il 14 settembre 320. Con questa festa non sโ€™intende esaltare la โ€œcrudeltร โ€ della Croce ma, come accennavo pocโ€™anzi, la grandezza dellโ€™Amore che Dio ha manifestato agli uomini accettando di morire in Croce: pur essendo Dio, Cristo umiliรฒ se stesso facendosi servo. Questa รจ la gloria della Croce!

Il testo della prima lettura, tratta dal libro dei Numeri, citato poi da Gesรน nel vangelo, ci ha presentato la storia di Mosรจ e del serpente di bronzo. In quella circostanza, il popolo, stanco della fatica del suo peregrinare nel deserto, cominciรฒ a sentire la nostalgia del tempo trascorso in Egitto e a maledire Dio e Mosรจ. Dio, per castigare tale ingratitudine, mandรฒ serpenti velenosi nellโ€™accampamento. Il popolo comprese che quanto aveva fatto era non riconoscere il Signore come colui che strappa dalla schiavitรน e chiese perdono, implorando Mosรจ dโ€™intervenire.

Mosรจ innalzรฒ a Dio preghiere dโ€™intercessione a favore del popolo ed Egli ascoltรฒ la sua voce, comandando di fare un serpente di bronzo e di metterlo in alto affinchรฉ fosse ben visibile: โ€œChiunque sarร  morso e lo guarderร , resterร  in vitaโ€, assicurรฒ il Signore. Come il serpente guariva chi stava morendo a causa dei morsi, cosรฌ Gesรน, innalzato sulla Croce, darร  la vita a tutti coloro che โ€œvolgeranno lo sguardo a colui che hanno trafittoโ€ (cfr Gv 19,37). E come ricorda il vangelo odierno: โ€œDio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perchรฉ chiunque crede in Lui non vada perduto ma abbia la vita eternaโ€.

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Lโ€™invito a volgere lo sguardo verso lโ€™alto suggerisce una veritร  importante: siamo chiamati a tornare a guardare al Signore, a relazionarci con Lui. Finchรฉ ci ripieghiamo su noi stessi, come un tempo fecero Adamo ed Eva (cfr Gen 3), non saremo capaci di trovare la veritร  della nostra vita, il senso e il significato del nostro cammino verso il Cielo. Come ci viene ricordato in questโ€™anno giubilare, siamo chiamati a fissare lo sguardo in Gesรน, nostra Speranza.

Divenire โ€œpellegrini di speranzaโ€ significa imparare a fissare lo sguardo in Gesรน, riconoscerLo nostra Via, Veritร  e Vita (cfr Gv 14,6) e testimoniarlo nella nostra quotidianitร , piรน con le opere che con le parole, mentre siamo in cammino verso la meta del Cielo.

Eppure, anche con i nostri buoni propositi, viviamo una lotta interiore: sentiamo la ribellione vissuta dal popolo dโ€™Israele nel deserto, desiderosi di percorsi piรน facili e attraenti, ma che portano alla schiavitรน. Non lasciamoci scoraggiare dalla fatica del vivere e del credere: questa รจ la vita. Sta a noi coltivare la fiducia e la speranza che, anche se ci dimentichiamo del Signore o Gli voltiamo le spalle, Lui non si dimenticherร  mai di noi. Ci ama di amore eterno.

Non lasciamo alimentare in noi inutili sensi di colpa, sapendo che โ€œSe il cuore ci condanna, Dio รจ piรน grande del nostro cuoreโ€ (1Gv 3,19). A noi alzare sempre lo sguardo verso il cielo, verso Gesรน crocifisso, certi di ritrovare in Lui la fiducia e la speranza che il nostro cuore cerca. Guardiamo alla Croce non come la fine, ma come lโ€™inizio di un futuro di speranza. La Croce รจ il timbro, la firma dโ€™amore che Gesรน, il Figlio di Dio, ha impresso nei nostri cuori e nella storia: una firma dโ€™amore, di perdono e di salvezza.

Con san Paolo possiamo dire: nessuno, โ€œci separerร  dallโ€™amore di Cristoโ€ฆ In tutte queste cose siamo piรน che vincitori per virtรน di colui che ci ha amatiโ€ (cfr Rm 8,35-38). Vincitori in Gesรน, crocifisso e risorto.

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Non temiamo allora le notti della nostra vita. Il testo del vangelo ci ha presentato il dialogo tra Gesรน e Nicodemo, nato dal desiderio di questโ€™ultimo, capo dei Giudei, che di notte si mosse per incontrare Gesรน. Il suo desiderio dโ€™incontro era giร  risposta dโ€™amore, perchรฉ, come ricorda Gesรน, โ€œNessuno viene al Padre se non per mezzo di meโ€ (Gv 14,6).

Come diceva Benedetto XVI: โ€œAllโ€™inizio dellโ€™essere cristiano non cโ€™รจ una decisione etica o una grande idea, bensรฌ lโ€™incontro con un avvenimentoโ€. Nicodemo si รจ lasciato attirare da questo Avvenimento dโ€™amore, affrontando la notte del dubbio e del giudizio altrui. E ha compreso, lasciandosi affascinare, che Dio รจ amore.

Per gentile concessione di don Andrea Vena. Canale YouTube.

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