don Andrea Vena – Commento al Vangelo di domenica 10 Agosto 2025

Domenica 10 Agosto 2025 - XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Lc 12,32-48

Data:

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Continua il nostro cammino alla scuola della liturgia. In queste ultime domeniche siamo stati educati a guardare in alto, alle cose del cielo. Due domeniche fa, sullโ€™imparare a guardare a Dio riconoscendolo โ€œPadre nostroโ€ (XVII domenica, 27 luglio); domenica scorsa a puntare su ciรฒ che veramente conta e da soliditร  alla vita (XVIII domenica, 3 agosto).

Continua dopo il video.

Oggi siamo invitati a vivere la vita โ€œin prontezzaโ€ per andare incontro a Colui che viene, a Colui verso il quale stiamo muovendo i nostri passi. รˆ un atteggiamento, segnala la I lettura tratta dal libro della Sapienza, che ricorda il momento in cui Dio invitรฒ il popolo a prepararsi ad uscire con le vesti cinte e i sandali ai piedi (cfr Es 12): โ€œLa notte della liberazione โ€“ scrive lโ€™Autore della Sapienza โ€“ fu preannunciata ai nostri padri, perchรฉ avessero coraggioโ€ฆโ€.

Questa รจ la chiave di lettura che la I lettura ci offre per comprendere il vangelo. Il testo del Vangelo di oggi รจ lungo, quindi mi soffermerรฒ solo su alcuni passaggi.

Gesรน ci mette in guardia, ci preannuncia che รจ giunto il momento di partire, di uscire dalla schiavitรน dellโ€™egoismo e andare verso la terra promessa della libertร : โ€œNon temere, piccolo gregge, perchรฉ al Padre รจ piaciuto dare a voi il Regnoโ€ (v. 32).

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Come emerge dalle prime parole del vangelo, questo invito non รจ rivolto a chissร  quale potenza, ma al โ€œpiccolo greggeโ€, un tempo il popolo dโ€™Israele, oggi ciascuno di noi. Una scelta che non nasce da strategie cervellotiche, ma unicamente dallโ€™amore di Dio (cfr Dt 7,7-8).

Questo โ€œpiccolo greggeโ€ รจ la mia e nostra identitร . Siamo tutti noi, scelti non per i risultati delle nostre imprese, ma perchรฉ amati da Colui che รจ nostra Guida e nostro Pastore. La forza di questo โ€œpiccolo greggeโ€ sta nel fatto di essere amati da Dio, Padre nostro (dicevamo due domeniche fa), tanto che la liturgia ci farร  rispondere con le parole del salmo: โ€œBeato il popolo scelto dal Signoreโ€.

Scelti perchรฉ amati: da qui chiede di nascere la nostra fiducia in Dio: โ€œVendete ciรฒ che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieliโ€ฆ perchรฉ dovโ€™รจ il tuo tesoro, lร  sarร  anche il tuo cuoreโ€ (vv. 33-34).

Liberarsi dai beni per abbracciare con tutto se stessi il Bene sommo รจ garanzia di libertร , รจ prova che non viviamo confidando solo nelle nostre forze o abilitร . Solo se il nostro cuore รจ attento, mira unicamente al Bene sommo che รจ Dio, allora saremo trovati pronti al momento opportuno: โ€œSiate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade acceseโ€ฆโ€ (v. 35).

Come accennavamo prima, sono le stesse parole che Dio ha rivolto al popolo dโ€™Israele per prepararlo ad uscire dalla schiavitรน dellโ€™Egitto (cfr Es 12). Ma la beatitudine sta in altro: โ€œBeati quei servi che il padrone al suo ritorno troverร  ancora svegliโ€ (v. 37).

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La finalitร  di questo โ€œcomandoโ€, di questo invito รจ una beatitudine. Ritorna il concetto espresso nel salmo: โ€œBeato il popolo scelto dal Signoreโ€ฆ beata la nazione che ha scelto il Signore come Dioโ€.

A volte si rischia di confondere il bene passeggero come il Bene che nel profondo cerchiamo. Ma non รจ cosรฌ. รˆ come se fossimo impegnati nel salire una montagna per raggiungere una vetta e invece ci fermassimo alla prima panchina di fronte a un bel panorama.

Quella panchina รจ utile per riprendere fiato, il panorama รจ bello per rincuorarsi e ritemprarsi interiormenteโ€ฆ ma รจ solo una sosta per poter poi proseguire verso la cima.

Cosรฌ รจ la vita, cosรฌ รจ la proposta di Gesรน: i beni sono utili nella misura in cui restano mezzi utili per raggiungere il fine, che รจ andare incontro al Padre che viene: โ€œSe il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti, perchรฉ allโ€™ora che non immaginate, viene il Figlio dellโ€™uomoโ€ (vv. 39-40).

Per spiegare questo concetto, il vangelo prosegue con una parabola attraverso la quale Gesรน vuole rispondere alla domanda dei suoi discepoli: โ€œMa queste cose le dici per noi o anche per tutti?โ€ (v. 41).

Nel vangelo viene detto che la ricchezza piรน grande รจ il โ€œdonoโ€ ricevuto da Dio: โ€œal Padre vostro รจ piaciuto dare a voi il Regnoโ€. Dio, Padre nostro, รจ datore di vita e non farร  mancare nulla ai suoi amici.

La ricchezza del Padre, inoltre, non si ferma ai beni terreni, ma รจ aperta al dopo: โ€œIl tesoro รจ sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consumaโ€ (Lc 12,33), perchรฉ il tesoro piรน grande non รจ nei beni, ma nellโ€™essere figli di Dio, Padre nostro, e nessuno potrร  mai strapparci dalla sua mano.

Ma cโ€™รจ un terzo e ultimo tassello che merita attenzione: tale ricchezza diventa sempre piรน grande non se si accumula, ma se si condivide: โ€œVendete ciรฒ che possedeteโ€ฆโ€.

Significa smettere di porre noi stessi al centro della vita nostra e degli altri o di pensare di usare gli altri con la forza persuasiva dei beni che possediamo.

Obiettivo di tutti รจ partecipare alla gioia del Padre e rendere gli altri partecipi di questa gioia (cfr Lc 15, parabola del figliol prodigo).

Essere vigilanti vuol dire in fondo essere โ€œmemoriaโ€ grata di ciรฒ che si รจ e di quanto si ha ricevuto: solo una memoria grata del nostro passato ci aiuterร  a crescere.

Non si tratta solo di ricordare, ma finalmente capire che in ogni attimo, in ogni incontro corre il filo della Provvidenza che dร  senso a tutto il cammino, anche quello piรน buio e contorto.

In questo quadro, vorrei allora riprendere due immagini, le โ€œvestiโ€ e le โ€œlampadeโ€.

โ€œLe vesti strette ai fianchiโ€ richiamano lโ€™atteggiamento del pellegrino, pronto per mettersi in cammino. รˆ lโ€™atteggiamento di Abramo, che lascia la sua terra forte della promessa di Dio (cfr Gn 12); รจ lโ€™atteggiamento del popolo che si prepara ad uscire dalla terra di schiavitรน (cfr Es 12); e oggi devโ€™essere il nostro atteggiamento per evitare di mettere radici in comode e rassicuranti dimore, conquiste, risultati che alla fine rendono schiavi.

E poi le lampade: รจ la luce della fede, che ci fa dire che Gesรน รจ il Dio-con-noi (รจ con noi, cammina con noi, รจ in mezzo a noi!).

รˆ la lampada della speranza, che ci sostiene nel nostro pellegrinaggio terreno verso la Meta che ci attende: perchรฉ non stiamo camminando a caso, vagabondando, ma stiamo camminando verso il Signore che viene.

รˆ la lampada della caritร , che ci spinge a condividere con gli altri quanto abbiamo, perchรฉ siamo figli dello stesso Padre.

รˆ la lampada della fraternitร , che ci ricorda che il cammino lo stiamo vivendo insieme, come popolo di Dio.

Per gentile concessione di don Andrea Vena. Canale YouTube.

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