p. Alessandro Cortesi op – Commento al Vangelo di domenica 27 Luglio 2025

Domenica 27 Luglio 2025 - XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Lc 11,1-13

Data:

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Luca presenta Gesรน che viene quasi costretto dai suoi a dir loro qualcosa sul pregare โ€˜come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoliโ€™. Gesรน โ€˜si trovava in un luogo a pregareโ€™, solo quando ebbe finito i suoi discepoli si rivolgono a lui chiedendo di insegnar loro a pregare.

Si potrebbe aprire la domanda: Gesรน non aveva insegnato ai suoi nulla sul pregare? Ma ancora, รจ forse possibile insegnare a pregare? Che cosa significa pregare? Luca presenta le parole di Gesรน quasi a risposta di una pressione  su di lui. I discepoli sono preoccupati di non essere al pari di altri? Quali i tratti e il senso del pregare per Gesรน? Che tipo di esperienza era la sua? Gesรน si ritirava da solo a pregare anche fuori degli ambiti propri per la preghiera, la sinagoga o del tempio. Peraltro entrava nella sinagoga si recava (cfr. Lc 4,16). Ma la sua esperienza si situava nel distacco dalle folle e nella solitudine.

Il brano di Luca affronta il tema della preghiera caro allโ€™evangelista. E riporta una sorta di piccolo riassunto su aspetti centrali della preghiera. Nel contempo fa intravedere che non si tratta di apprendere qualche nozione, o di assumere un metodo, o anche di svolgere delle pratiche puntuali. Pregare รจ esperienza che ha a che fare con lโ€™inedito della relazione. Eโ€™ imparare a stare con Gesรน, รจ lasciarsi coinvolgere in un incontro in cui ogni regola รจ insufficiente e inadeguata.

Ogni fissazione di modelli rischia sempre di essere un tradimento ed uno sviamento fino al punto di venir meno allโ€™essenziale. Un incontro รจ sempre nuovo e diverso, per ogni persona, per ogni comunitร , per ogni epoca. Sta qui la debolezza e la forza delle poche e scarne parole che Gesรน lascia ai suoi: li invita a rivolgersi ad un Tu, a ย chiamare Dio Abbร , a rivolgersi a Lui non al singolare ma al plurale dicendo โ€˜nostroโ€™. Li invita ad invocare lโ€™affrettarsi del regno di Dio, cuore del suo messaggio e dei suoi gesti. Li invita a domandare il pane di ogni giorno. Pregare รจ assumere il balbettio di bambini, รจ sperimentare apertura ad un Dio che prende in braccio e si prende cura. Ma รจ anche esperienza di affidamento e di scoperta di impegno per continuare i gesti di Gesรน per tessere quelle relazioni nuove di riconciliazione e perdono che Lui ha attuato.

Al centro del pregare, come disposizione di apertura e ascolto che coinvolge tutto lโ€™essere, sta un movimento di confidenza. E forse questo basta. Eโ€™ lโ€™esperienza insondabile di Gesรน, lโ€™esperienza del Padre come Abbร  che si comunica a noi e fa partecipare di questa intimitร . Eโ€™ sfida a stare nella fragilitร  e nella veritร  di fronte a Dio che ci vuole bene e si prende cura di noi. Stare di fronte al suo silenzio lasciando spazio al grido Abbร  (Rom 8,15).

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Le richieste indicate da Gesรน sono una traccia per scoprire lโ€™agire di Dio nella nostra storia. Il nome, la sua santitร  si sta manifestando, il regno sta venendo, e tutto ci coinvolge. Le prime due richieste riguardano il realizzarsi del progetto di Dio: il suo nome ci รจ comunicato, il regno viene anche se come piccolo seme e realtร  insondabile. Dio rivela il suo nome quando libera e salva. Le altre tre richieste, sono quelle del pane, del perdono e della fortezza nella prova: il pane รจ necessitร  quotidiana di ogni uomo e donna. Dio โ€˜rende giustizia agli oppressi, dร  il pane agli affamati, โ€ฆ libera i prigionieri, ridona la vista ai ciechi, rialza chi รจ cadutoโ€™ (Sal 146,7-8). Il pane invocato รจ anche simbolo della comunione, della gioia condivisa e della fraternitร . Il perdono รจ corrente di vita che ha origine solamente da Dio ma passa attraverso il perdono dato e ricevuto laddove rapporti sono stati feriti. Il perdono si connota come dono da invocare e ricevere. Lโ€™ultima invocazione รจ di non soccombere nella prova. Gesรน proprio nel momento della prova vivrร  un pregare piรน intenso e diviene esempio per noi (Lc 22,39-46): la lotta รจ sostenuta nel rapporto profondo con il Padre.

Nelle parole che Gesรน lascia ai suoi due sguardi si compongono: lo sguardo al regno dono del Padre e lโ€™impegno per rapporti nuovi in una storia di riconciliazione. La parabola del giudice iniquo che si lascia smuovere solo dallโ€™insistenza della vedova che non si stanca di bussare alla sua porta sta ad indicare che pregare non รจ emozione di un momento ma puรฒ costituire elemento costante della vita. โ€œChiedete e vi sarร  dato, cercate e troverete, bussate vi sarร  apertoโ€.

Per gentile concessione di p. Alessandro – dal suo blog.

p. Alessandro Cortesi op

Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโ€™Istituto Superiore di Scienze Religiose โ€˜santa Caterina da Sienaโ€™ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โ€˜Giorgio La Piraโ€™ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ€“ Firenze.

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