p. Ermes Ronchi – Commento al Vangelo di domenica 11 Maggio 2025

Domenica 11 Maggio 2025 - IV DOMENICA DI PASQUA - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Gv 10,27-30

Data:

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LE 2 PAROLE PERFETTE

Vangelo breve, quattro soli versetti su chi รจ Dio e chi siamo noi.

โ€œLe mie pecore ascoltano la mia voceโ€. Per essere di Dio ci vuole lโ€™ascolto.

Facciamo attenzione al piccolo dettaglio: ascoltano la โ€˜miaโ€™ voce, e non le โ€˜mieโ€™ parole, perchรฉ le pecore non comprendono la lingua del pastore.

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Come il neonato che per qualche mese ascolta la madre riconoscendola come unica voce al mondo che lo incanta fin da subito, pur senza capirne il senso.

Con il tono di voce possiamo graffiare, possiamo ferire oppure accarezzare, perchรฉ la voce contiene tutto: affetto, devozione, cura, seduzione.

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Lโ€™ascolto รจ ospitalitร  della vita.

รˆ lโ€™esperienza di Maria di Magdala al mattino di Pasqua, del bambino che riconosce la voce al di lร  della porta e smette di piangere, certo che la mamma arriverร  subito.

La voce รจ il canto amoroso dellโ€™essere: Una voce! Lโ€™amato mio! Eccolo, viene saltando per i monti, balzando per le colline (Ct 2,8). E prima ancora, lโ€™amato chiede il canto della voce dellโ€™amata: la tua voce fammi sentire (Ct 2,14).

Ed ecco come continua il vangelo: io conosco le mie pecore. Gesรน mi parla come uno che mi vede da sempre, dal grembo di mia madre. Da quando ero appena una perla di sangue ha seguito ogni mio passo, ha contato ogni mio sospiro.

Perchรฉ le pecore ascoltano? Non per costrizione, ma perchรฉ la voce รจ amica. E per questo bellissima, dove ha nido il futuro.

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โ€œIo do loro la vita eternaโ€. Che non รจ quella cosa interminabile e un poโ€™ noiosa dalla durata indefinita e vaga, che poco ci interessa. La vita eterna รจ la vita dellโ€™Eterno; vivere la sua vastitร , la sua intensitร , il suo legame caldo con ogni creatura.

Il vangelo ci dร  la sveglia con una immagine di lotta: Nessuno le strapperร  dalla mia mano (v.28).

Abbiamo in mente la parabola di Luca, il pastore buono che va in cerca della pecora perduta, la trova, se la carica sulle spalle, e torna.

Invece per Giovanni il pastore รจ un vero guerriero, che come il piccolo Davide difende con la sua fionda il gregge del padre, da lupi e da orsi.

Le sue sono le mani forti di un lottatore contro ladri e predatori, mani vigorose che stringono un bastone, per camminare e lottare.

E se abbiamo capito male e ci restano dei dubbi, Gesรน coinvolge il Padre: nessuno puรฒ strapparle dalla mano del Padre (v.29).

Nessuno, mai (v.28).

Due parole perfette, assolute, senza crepe. Nessuno, nรฉ creature nรฉ demoni, neppure le guerre, nessuno ci scioglierร  piรน dallโ€™abbraccio delle mani sue. Legame forte, non lacerabile. Nodo amoroso che nulla scioglie.

Lโ€™eternitร  รจ la sua mano che ti prende per mano.

E beato chi sa fare volare queste parole lontano, verso tutti gli agnellini minacciati del mondo.

Per gentile concessione di p. Ermes, fonte.

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