don Andrea Vena – Commento al Vangelo di domenica 23 Giugno 2024

Domenica 23 Giugno 2024
Commento al brano del Vangelo di: Mc 4, 35-41

Data:

- Pubblicitร  -

Continua il nostro cammino alla Scuola della Liturgia. Domenica scorsa Gesรน, nellโ€™invitarci ย a โ€œfarci piccoliโ€, ci ha offerto una sorta di sintesi e di rilancio, di possibilitร  di โ€œfocalizzareโ€ lโ€™attenzione su ciรฒ che conta, sulla grammatica, sullโ€™impalcatura per una vita spirituale matura capace di ย aiutarci a vivere da suoi discepoli: ยซLa potenza di Dio ci ha donato tutto quello che รจ necessario per ย una vita vissuta santamente, grazie alla conoscenza di colui che ci ha chiamatiโ€ฆยป (cfr 2Pt 1,2-5). ย Uniti al Signore, dunque, e compiendo quanto Lui stesso domanda, si diventa grandi ai suoi occhi.

Ascolta “don Andrea Vena – Commento al Vangelo di domenica 23 Giugno 2024” su Spreaker.

Ricchi di questa โ€œattrezzatura divinaโ€ che ci offre il senso e lโ€™orizzonte della vita, possiamoย cominciare a entrare nel solco della quotidianitร , vivendo durante la settimana quanto apprendiamo e gustiamo la domenica, pasqua settimanale. ย 

Nel libro della Genesi, dopo aver creato la luce, Dio agรฌ sulle acque, ponendo ad esse un โ€œargineโ€ ย (Gn 1,9; cfr Es 14ss: Dio divise il Mar Rosso). Esperienza che Dio ricorda a Giobbe nella I lettura scelta oggi ย dalla liturgia: โ€œChi ha chiuso tra due porte il mareโ€ฆ quando gli ho fissato un limite?โ€. Nella sua vita, ย Giobbe sta attraversando una โ€œtempestaโ€ ed รจ in ribellione con Dio: Giobbe sa di essersi comportato correttamente, e non capisce perchรฉ Dio lo tratti โ€œmaleโ€ (le situazioni avverse della vita erano ย ritenute conseguenza del proprio peccato). E glielo dice.

Finchรฉ Dio non interviene per far capire ย al suo servo Giobbe che come un tempo ha posto un argine alle acque del mare, cosรฌ Lui ha la ย potenza di mettere argine alle tempeste interiori che la vita presenta, ma che รจ anche libero di ย โ€œprovareโ€ i suoi amici. Lโ€™esperienza che i discepoli di Gesรน dovranno sperimentare รจ proprio quella ย di scoprire che Dio รจ il Signore, Colui che governa la vita e la storia. Ed รจ lโ€™episodio che la liturgia ci ย presenta oggi nel vangelo. ย 

v. 35: โ€œVenuta la sera, Gesรน disse ai suoi discepoli: Passiamo allโ€™altra rivaโ€. Dopo aver parlato in parabole (cfr domenica scorsa), Gesรน, a sera, invita i discepoli a passare allโ€™altra ย riva del lago: si tratta di unโ€™ โ€œuscitaโ€ dalla terra dโ€™Israele verso una terra abitata dai pagani. Gesรน ย sa di essere stato โ€œinviato alle pecore perdute dโ€™Israeleโ€ (cfr Mt 15,24), ma sa pure che lโ€™annuncio della misericordia di Dio รจ rivolto a tutti, anche ai pagani. Ma andare โ€œallโ€™altra rivaโ€ assume anche un significato simbolico-spirituale, ossia lโ€™attraversare il percorso della vita, dove il Paradiso รจ il โ€œportoโ€ finale dove attraccare. ย 

v. 37: โ€œCi fu una tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barcaโ€ฆโ€. Per gli ebrei il mare era il nemico (dal mare infatti arrivavano i nemici): lโ€™esperienza della tempesta  riporta lโ€™uomo allโ€™esperienza degli inizi, quando regnava il caos al quale solo Dio porrร  un argine. Esprime quindi insicurezza, paura perchรฉ la barca non รจ governabile.  

v. 38: โ€œEgli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormivaโ€.  

La โ€œpoppaโ€, dove si trova Gesรน, รจ la prima parte della barca che va a fondo, e Lui dorme sereno. Nel vangelo di Luca si fa cenno che tra le esigenze del discepolo, cโ€™รจ quella di accettare di non ย avere un posto dove โ€œposare il capoโ€ (Lc 9,58), a indicare che solo in Dio si trova rifugio e riposo. ย Eppure nella barca Gesรน viene presentato posato su un cuscino: questo particolare fa dunque riflettere. Forse lโ€™evangelista lo ha voluto indicare per aiutare a capire che quando si รจ scelto di seguire il Signore Gesรน, dobbiamo imparare a stare tranquilli, anche nelle tempeste, perchรฉ Lui non ย ha una casa, un luogo specifico dove risiede.

Gesรน fa di ogni opportunitร  la sua casa, e il โ€œcuscinoโ€ย mira a far capire che ogni circostanza, ogni attimo della vita รจ la โ€œsua casaโ€, e in questo caso il ย โ€œcuscinoโ€ diventa simbolo dellโ€™atteggiamento con il quale siamo chiamati a vivere la traversata ย della vita: โ€œIo resto quieto e sereno, come bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo ย svezzato รจ in me lโ€™anima miaโ€ (Sal 131). Questo i discepoli ancora non lo hanno capito, da qui la paura ย e il conseguente rimprovero di Gesรน. ย 

v. 38b: โ€œMaestro, non tโ€™importa che siamo perduti?โ€

I discepoli ormai sono presi dal panico e invocano Gesรน โ€œrimproverandoloโ€ che non essere interessato della loro sorte. Il titolo โ€œMaestroโ€ รจ incompleto, e svela la fatica dei discepoli nel ri-conoscere Gesรน. Infatti lo si โ€œri-conosceโ€ veramente solo se lo si โ€œconosceโ€ bene. ย 

- Pubblicitร  -

v. 39: โ€œSi destรฒ, minacciรฒ il vento e disse al mare: โ€œTaci, calmati!โ€

Come in unโ€™esperienza di esorcismo, Gesรน โ€œsgridaโ€ e i โ€œdemoniโ€ si placano (cfr Mc 1,25). Esperienza che ricorda lโ€™atto creativo di Dio (Gen 1-2).ย 

v. 40: โ€œPoi disse loro: Perchรฉ avete paura? Non avete ancora fede?… Chi รจ dunque costui che  anche il vento e il mare gli obbediscono?โ€. 

Il testo si conclude con lo stupore dei discepoli di fronte allโ€™azione di Gesรน. โ€œChi รจ costui?โ€โ€ฆ รจ la domanda di tutto il vangelo di Marco (cfr 1,27) alla quale lโ€™evangelista risponde attraverso le parole e ย i fatti messi in atto da Gesรน. Infatti i discepoli chiamano Gesรน โ€œMaestroโ€, ma non hanno ancora capito che Lui รจ il Signore Dio, da qui la domanda: ma โ€œChi รจ costui?โ€.

Ciรฒ che emerge nellโ€™esperienza di Giobbe e ora dei discepoli, รจ che il Signore รจ Colui che ha potere sulle tempeste e sulle ย onde, che salva dallโ€™angustia, proprio come veniva celebrato, e che nel salmo, scelto dalla liturgia, ย si fa inno, poichรฉ qualunque esperienza con Dio non puรฒ che tradursi in preghiera, e nel caso di ย oggi, in preghiera di lode: โ€œColoro che scendevano in mare sulle navi e commerciavano sulle grandi ย acque, videro le opere del Signoreโ€ฆ Egli parlรฒ e scatenรฒ un vento burrascoso, che fece alzare le ondeโ€ฆย 

Nellโ€™angustia gridarono al Signore, ed egli li fece uscire dalle loro angosce. La tempesta fu ridotta al silenzioโ€ฆ Ringraziamo il Signore per il suo amore, per le sue meraviglieโ€ (Sal 107). ย Come ai discepoli, cosรฌ oggi il Signore Gesรน invita me, ciascuno di noi, a prendere la โ€œbarca ย della vitaโ€ e passare allโ€™altra riva, cioรจ andare incontro allโ€™altro, anche se โ€œpaganoโ€, anche se non ย condivide la mia/nostra esperienza di vita.

Un andare incontro che chiede di non annullare la propria identitร , la propria storia, la propria fedeโ€ฆ ma altresรฌ di non pensare di imporla agli altri. Il ย rispetto della dignitร  della persona umana viene prima della โ€œtuaโ€ veritร : รจ โ€œincontroโ€ dove ci si ย arricchisce vicendevolmente ciascuno con la propria storia e la propria fede. ย Dai testi si comprende bene che scegliere di seguire Gesรน non ci sottrae dal pericolo, dalla paura, ย da qualunque tempesta possiamo incontrare. La fede non anestetizza la vita, ma sa rendere sereni ย nelle difficoltร , sa coltivare fiducia nei momenti bui. รˆ la vita. ย 

In fondo tutti noi, anche se ci riteniamo maturi nella fede, di fronte a queste pagine del vangelo scopriamo quanto siamo โ€œrigidiโ€ nelle nostre certezze, impauriti davanti alโ€œnuovoโ€, e quanto sentiamo la mancanza di Dio nelle tempeste della nostra vita: sofferenza, angoscia, paura, minacciaโ€ฆ tanto da dire: โ€œMaestro, non ti curi di noi?โ€. E come i discepoli, Gesรน rimprovera noi: โ€œNon avete ย ancora fede?โ€.

โ€œAndare allโ€™altra rivaโ€ รจ dunque accettare di lasciare i nostri nidi, le nostre sicurezze ย e aprirci allโ€™altro, alla realtร , sapendo che ogni incontro ed esperienza nuova crea sempre qualche ย difficoltร : il vento, il mare, il caos, la barca colma dโ€™acquaโ€ฆ E in tutto questo trambusto, Gesรน ย dorme! Sembra quasi che la sua presenza nella barca della vita sia inutile, dimenticando quanto ci ย รจ stato ricordato domenica scorsa: โ€œDorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germogliaโ€ (Mc 4,27). I discepoli non tengono conto che comunque Gesรน รจ nella barca con loro, รจ compagno di viaggio.

Ma cโ€™รจ un dato che svela ogni cosa: โ€œPerchรฉ avete paura? Non avete ancora fede?โ€. Come ai disce poli, cosรฌ oggi Gesรน lo ripete a noi, sempre increduli e impauriti. Solo โ€œuniti in Luiโ€ (cfr II lettura), pos siamo avvertire la sua presenza, e per questo serve anche a noi dire: โ€œAccresci la nostra fede, Signoreโ€ (Lc 17,5). โ€Perchรฉ avete paura? Non avete ancora fede?โ€.

Lโ€™inizio della fede รจ saperci bisognosi di salvezza. Non siamo autosufficienti, da soli; da soli affondiamo: abbiamo bisogno del Signore ย come gli antichi naviganti delle stelle. Invitiamo Gesรน nelle barche delle nostre vite. Consegna mogli le nostre paure, perchรฉ Lui le vinca. Come i discepoli sperimenteremo che, con Lui a bordo, ย non si fa naufragio.

Perchรฉ questa รจ la forza di Dio: volgere al bene tutto quello che ci capita, anche ย le cose brutte. Egli porta il sereno nelle nostre tempeste, perchรฉ con Dio la vita non muore ย maiโ€ฆnon abbiate paura (Mt 28,5). E noi, insieme a Pietro, โ€œgettiamo in Te ogni preoccupazione, per chรฉ Tu hai cura di noiโ€ (cfr 1 Pt 5,7).ย 

Per gentile concessione di don Andrea Vena. Canale YouTube.

Altri Articoli
Related

don Vincenzo Marinelli – Commento al Vangelo del 22 dicembre 2025

"L'anima mia magnifica il Signore" Quando l'anima si innalza spontaneamente...

don Andrea Vena – Commento al Vangelo di giovedรฌ 25 Dicembre 2025

Carissimi amici,il cammino liturgico dellโ€™Avvento ci porta alla grotta...

Sr. Palmarita Guida – Commento al Vangelo del 22 Dicembre 2025

Maria ha giร  detto sรฌ.Non chiede prove per credere.Eppure Dio,...

Giovani di Parola – Commento al Vangelo del 22 Dicembre 2025

Beati coloro che vivono e sentono l'amore di Dio....