Domenica scorsa abbiamo contemplato la risurrezione di Gesรน, la sua vittoria sul peccato e la morte. Una vittoriaย che รจ passata attraverso il duro crinale della passione e della croce. Esperienza che ha sconquassato, frammentatoย la Comunitร dei discepoli: cโรจ chi ha tradito, chi ha rinnegato, chi รจ scappato.
Gesรน Risorto allora, con pazienza,ย cerca di ricomporre la sua Comunitร , di infondere in loro fiducia e coraggio. Come ha fatto con i discepoli, cosรฌ oggiย fa con ciascuno di noi, dato che le esperienze dei discepoli sono riflesse nei nostri cuori e nella nostra vita, tantoย che noi possiamo rispecchiarci in quello che loro hanno vissuto.ย ย
v. 19 โLa sera di quello stesso giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesรนโ: il testo fa riferimento al giorno della Risurrezione, a quel giorno che noi da allora chiamiamo Pasqua. Gesรน Risorto รจ giร apparso a Maria (cfr Gv 20,1-9, vangelo di Pasqua); ora si presenta ai Discepoli, i quali, per paura dei giudei, sono ยซchiusiยป, a indicare che non hanno ancora capito quanto avvenuto, che non hanno fede.
v 19b: ยซVenne Gesรน, stette in mezzo e disse loro: โPace a voiโยป:Gesรน irrompe nella stanza, nella vita, nei cuori dei discepoli. E nonostante quello che hanno fatto nei suoi riguardi nei giorni precedenti, dice ยซPaceยป, mostrando i segni della passione. Questo ritorno compie la promessa fatta ai discepoli: ยซRitornerรฒ da voiโฆ voi mi vedreteยป (Gv 14,18-19). Si tratta di un nuovo conoscere e un nuovo vedere. Il dono della ยซpaceยป non รจ un semplice augurio, ma รจ saluto pasquale, incoraggiamento per superare la paura. La pace di Gesรน รจ dono reale, รจ dono di salvezza che giร aveva offerto: ยซVi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la da il mondo io la do a voi. Non si turbi il vostro cuore e non abbiate pauraยป (Gv 14,27).
ยซStetteยป: รจ lo stesso verbo usato per la Madonna sotto la croce: Stava (Gv 19,25). E’ uno stare che indica presenza, continuitร , forza di un esserci. Un rimanere quasi pietrificato, cementato al suolo. Ormai il Risorto STA con i suoi, anche se in modo misterioso, come STA la Madre.
v. 20: ยซDetto questo, mostrรฒ loro le mani e il fiancoยป: Gesรน si identifica con il crocifisso, non nasconde la sua identitร di Uomo dei dolori, crocifisso e morto. Un modo per rimarcare che la passione e la morte sono parte del cammino verso la risurrezione. Un modo per confermare la sua nuova realtร di uomo risuscitato. Un modo per risvegliare la loro fede, per far cogliere che la morte in croce non รจ stata un fallimento, ma evento di ยซgloriaยป.
v. 21: ยซCome il Padre ha mandato me, cosรฌ anchโio mando voiยป: in ogni apparizione troviamo il tema della missione, dellโinvio (Mc 16, 15-16; Mt 28,19-20; Lc 24,47; At 1,8). Cโรจ dunque unโunica missione che parte dal Padre e attraverso il Figlio raggiunge i discepoli. La missione dei discepoli รจ perciรฒ il prolungamento della missione di Gesรน. Cosรฌ la nostra missione non รจ ยซnostraยป, ma รจ quella di Gesรน e quindi deve corrispondere al suo contenuto, al suo stile.
v. 22: ยซDetto questo, soffiรฒ e disse: Ricevete lo Spirito Santoยป:la missione รจ preceduta, sostenuta e accompagnata dalla presenza dello Spirito Santo. Il gesto di Gesรน, ยซsoffiรฒยป, richiama la Genesi, lรฌ dove Dio crea lโuomo (Gen 2,7). In questo modo con Gesรน ha inizio un mondo nuovo, una nuova creazione.
v. 23: ยซA chi rimetterete i peccati, saranno perdonatiโฆยป: la missione comporta il perdono dei peccati (Lc 24,47). ร missione di misericordia, perchรฉ la missione dellโAgnello di Dio รจ quella di togliere il peccato del mondo (1,29), ยซpurifica da ogni peccatoยป (1Gv 1,7). Perdonare e avere compassione devโessere quindi lโarte principale dei discepoli, come lo รจ stata per Gesรน. E’ l’arte di Dio perchรฉ รจ la sua stessa essenza. Dio รจ misericordia e non puรฒ che essere misericordioso. Cosรฌ i suoi discepoli. Cosรฌ ciascuno di noi, anche se questo crea scandalo ai perbenisti di tutti i tempi. Gesรน crocifisso, Misericordia del Padre, non puรฒ trasformarsi in un feticcio da appendere ai muri o al collo, ma deve diventare vita in noi. Misericordia in noi. Compassione in noi. Perdono in noi.
v. 24: ยซTommaso, uno dei Dodici, non era con loroโฆยป: lโassenza di Tommaso indica che la Comunitร dei Discepoliย รจ incompleta, imperfetta, ferita e disgregata. Tommaso non accetta la testimonianza dei discepoli, non accettaย lโesperienza del Risorto fatta da altri, rivelandosi come incredulo, colui che รจ ancora chiuso al mistero: ยซSe nonย vedo nelle sue mani i segni dei chiodiโฆยป. Dettaglio, quello dei chiodi per la crocifissione, riportato solo daย Giovanni.ย ย
v. 26: ยซOtto giorni dopoยป: รจ importante questa indicazione: l’ottavo giorno รจ il giorno della risurrezione di Gesรน, e la comunitร dei credenti ha imparato a riunirsi per la preghiera e la celebrazione eucaristica, ยซOtto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e cโera con loro anche Tommasoยป. Venne, meglio, letteralmente ยซviene Gesรนยป, il verbo al presente indica che, ogni volta che la comunitร si riunisce, in essa cโรจ la presenza di Gesรน, ยซa porte chiuse, stette in mezzoยป.
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v. 27: ยซPoi disse a Tommaso: โMetti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!โยป: Tommaso รจ presente e Gesรน lo invita a toccare e vedere. Va incontro alla sua incredulitร : non giudica. Gesรน conosce i segreti dei cuori, ma in quellโinvitare a vedere e toccare desidera aiutare i discepoli a superare la ยซfisicitร ยป, a entrare nella visione di fede. A Tommaso dirร : ยซSmetti di essere incredulo e diventa credenteยป. A questo ยซrimproveroยป, Tommaso risponde dicendo: ยซMio Signore e mio Dio!ยป. Unโautentica professione di fede in Gesรน, Figlio di Dio. Giovanni aveva presentato Gesรน come colui che era la rivelazione di Dio, e Gesรน, a Filippo, aveva detto: ยซChi ha visto me, ha visto il Padreยป (Gv 14,9) e, sempre Gesรน, aveva detto: ยซQuando avrete innalzato il figlio dell’uomo, allora saprete che io sonoยป (Gv 8,28), che รจ il nome divino (cfr Es 3,14). Ebbene Tommaso รจ il primo tra i discepoli a riconoscere in Gesรน la pienezza della divinitร , la pienezza della condizione divina, ยซMio Signore e mio Dio!ยป.
ยซGesรน gli disse: โPerchรฉ mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!ยป: ci sono due beatitudini nel vangelo di Giovanni, strettamente legate tra loro: una, quella nella Ultima Cena , dopo il servizio che Gesรน ha fatto della lavanda dei piedi, quando dice: ยซBeati se le metterete in praticaยปโ (Gv 13,17) cioรจ beati se vivrete questo atteggiamento di servizio; l’altra รจ questa che รจ strettamente collegata: l’atteggiamento di servizio permette di sperimentare il Cristo risorto nella propria vita, ยซBeati quelli che non hanno visto e hanno creduto!ยป.
Nella domenica di Pasqua โ prima tappa del cammino โ cโรจ stato ricordato che noi credenti siamo discepoli diย Gesรน Risorto; non siamo semplicemente operatori sociali, educatori o chissร cosโaltro. Non siamo la nostraย professionalitร , il nostro servizio. Siamo prima di tutto discepoli di Gesรน risorto. ร Lui la causa della nostra vita eย della nostra gioia. E per Lui, solo per Lui, poi siamo disposti a fare quanto ci viene chiesto. Oggi, seconda tappa delย cammino, viene tratteggiato un primo profilo del nostro essere credenti in Gesรน, ed รจ il fatto che non siamoย perfetti! Non ci รจ subito tutto chiaro.
Come Tommaso, la fatica del credere รจ parte connaturale della nostra vita,ย della nostra vocazione, del nostro servizio. Credere in Gesรน non รจ un fatto automatico, non รจ unโesperienza facileย a cui aderire. Il credere รจ impastato di tempo e di cammino, di assenza e di presenza, di umiltร e di coraggio, diย cadute e di ripartenze. Ma cโรจ un ulteriore dato che va evidenziato: Tommaso ยซcredeยป quando impara a ยซstareยป inย Comunitร : si arriva cioรจ alla fede in Gesรน nella misura in cui sโimpara a ยซstareยป, ad aderire alla vita della Comunitร ย che รจ la Chiesa. Come รจ vero il movimento contrario: lโadesione di fede a Cristo Gesรน inserisce in una comunitร ,ย porta a una comunitร .ย ย
Un secondo punto, Tommaso crede nella misura che ยซvede e toccaยป; ma Gesรน dirร che รจ ยซbeatoยป chi crede senzaย ยซvedere e toccareยป. Noi siamo dunque giร ยซbeatiยป perchรฉ crediamo in Gesรน, il Risorto, senza averlo visto nรฉย toccato. Ma solo attraverso le sue ferite, che si rivelano per noi feritoie di grazia, possiamo venire salvati. Laย salvezza di Gesรน, il suo infinito amore misericordioso, non cessa di sgorgare dal suo costato aperto: spetta a noiย alzare lo sguardo.
Credere. E credere insieme, perchรฉ la fede รจ un fatto comunitario. (diversamente, รจ un po comeย quando si dice ยซCredo in Gesรน ma non nella Chiesaยป: ma รจ proprio nella e con la Chiesa che impariamo a conoscereย Gesรน, diversamente consociamo ยซil mio Gesรนยป, ma non il Gesรน morto e risorto). Perchรฉ il nostro essere credenti รจย un fatto che si manifesta comunitariamente, anche quando sembra che si agisca da soli. Ecco perchรฉ a Comunitร ย dei credenti si ritrova cosรฌ alla domenica, giorno del Signore Risorto โ Pasqua della settimana – per ripartire conย slancio nel vivere gli impegni della settimana: senza Domenica non possiamo dirci cristiani!ย ย
Che in fondo รจ quanto richiamato e descritto nel libro degli Atti proposto dalla liturgia nella prima lettura: ยซโฆAveva un cuore solo e unโanima solaโฆfra loro tutto era comuneโฆยป perchรฉ avevano scoperto e compreso che il patrimonio piรน importante era ed รจ Gesรน: ยซRendete grazie al Signore perchรฉ รจ buono: il suo amore รจ per sempreยป,
risponderemo nel salmo. Comunitร , rilancerร il testo della seconda lettura, talmente appassionata di Gesรน che cerca di piacerGli in tutto accogliendo i suoi comandamenti. Mettendo in pratica quanto Gesรน stesso ha vissuto con amore e nellโamore.
Questo significa rispettare lโaltro nella sua fatica, nella sua infedeltร , nella sua incredulitร , nel suo dubbio e nellaย sua lotta. Anche nel suo essere peccatore. Ciรฒ significa farsi compagni di viaggio, non maestri. Significa accostarsiย con sguardo misericordioso e non di giudizio. Riguardiamo a Gesรน: Tommaso non cโera, potremmo dire era rimastoย indietro. Gesรน non lo ha umiliato, non lo ha rimproverato. Lo ha atteso. Si รจ sintonizzato con le sue fatiche, le sueย fragilitร , il suo linguaggio. E nella misericordia di Gesรน Tommaso รจ risorto. Ha ritrovato vita. Fiducia.
Viene daย domandarsi se sappiamo farci ยซprossimiยป di quanti fanno fatica, restano indietro. Domandarci se il vangelo per noiย รจ solo un ยซcopia e incollaยป, due formule imparate a memoria o se invece permettiamo al vangelo di farsi vita in noi. Se ci pensiamo, anche noi nella vita andiamo avanti a tentoni, come un bambino che inizia a camminare, e cade;ย pochi passi e cade ancora; cade e ricade, e ogni volta qualcuno lo rialza o lo invita a farlo. La mano che ci rialzaย sempre รจ la misericordia: Dio sa che senza misericordia restiamo a terra, che per camminare abbiamo bisogno diย essere rimessi in piedi. Potrei anche obiettare: โMa io non smetto mai di cadere!โ. Ricordate la terza caduta di Gesรน:ย Egli รจ caduto quanto ormai alla fine del cammino: un poโ come noi, quando vediamo ormai la meta, ci sentiamoย ormai sicuri eโฆecco che cadiamo, cediamo! Perchรฉ ci sentiamo forti di noi stessi invece che del Signore!ย
Il Signore lo sa ed รจ sempre pronto a risollevarmi. Egli non vuole che ripensiamo continuamente alle nostre cadute,ย ma che guardiamo a Lui, che nelle cadute vede dei figli da rialzare, nelle miserie vede dei figli da amare conย misericordia. Lungo la via Crucis รจ caduto tre volte, proprio per dirci che Lui ci raggiunge unโinfinitร di volte lรฌ doveย cadiamo e pensiamo di essere soli e abbandonati: no, Lui cโรจ. Per consolarci e rialzarci. ยซIo sono lโamore e laย misericordia stessa; non cโรจ miseria che possa misurarsi con la mia misericordiaยป, disse Gesรน a santa Faustinaย Kowalska.
E una volta che la santa disse a Gesรน, con soddisfazione, di avergli offerto tutta la vita, tutto quel cheย aveva, la risposta di Gesรน la spiazzรฒ: ยซNon mi hai offerto quello che รจ effettivamente tuoยป. Che cosa aveva trattenutoย per sรฉ quella santa suora? Gesรน le disse con amabilitร : ยซFiglia, dammi la tua miseriaยป (10 ottobre 1937). Anche noiย possiamo chiederci: โHo dato la mia miseria al Signore? Gli ho mostrato le mie cadute perchรฉ mi rialzi?. Oppure cโรจย qualcosa che tengo ancora dentro di me? Un peccato, un rimorso del passato, una ferita che ho dentro, un rancoreย verso qualcuno, unโidea su una determinata persona?โฆโ Il Signore attende che gli portiamo le nostre miserie, perย farci scoprire la sua misericordia. Come Tommaso, non temiamo di tornare: il Signore ci ama!ย
Per gentile concessione di don Andrea Vena. Canale YouTube.
