Siamo giunti alla IV domenica, detta โlaetareโ/rallegrati. La gioia emerge dai testi della Scrittura e siย riflette sui segni che la liturgia suggerisce in questo giorno: la possibilitร di mettere dei fiori sullโaltare, di poterย usare il suono dellโorgano anche senza accompagnare i canti, i paramenti del sacerdote che anzichรฉ esser violaย oggi sono color rosaceo.
Segni per indicare quella sorta di โrespiroโ che dร la possibilitร di riprendere fiato eย affrontare le ultime due impegnative tappe di questo cammino. Proprio come quando si va in montagna: sโinizia aย salire e le gambe cominciano a dolere, ancor piรน se poco allenati. Ad un certo punto intravediamo la vetta: quelloย sguardo rinfranca, fa dimenticare la fatica e porta a raccogliere tutte le forze per affrontare lโultima salita. Cosรฌ laย liturgia, palestra di vita: abbiamo preso atto di essere fragili (mercoledรฌ delle ceneri), che la vita รจ un terreno diย battaglia dove bene/male, Dio/satana si fronteggiano (I domenica), che comunque siamo tutti chiamati a una vitaย di gloria (trasfigurazione), che possiamo raggiungere nella misura in cui impariamo a custodire โla Parolaโ,ย lasciando ad essa la libertร di โeducarciโ anche se costa fatica (III domenica).ย ย
Il testo del vangelo ci presenta il dialogo tra Gesรน e Nicodemo. A introduzione di questa Parola, nella ย prima lettura ci viene offerto il testo del secondo libro delle Cronache, che per gli ebrei รจ lโultimo libro della ย Scrittura. Lo evidenzio perchรฉ si tratta di un finale di speranza. Il testo ci presenta lโinfedeltร dei capi di Giuda, dei ย sacerdoti e del popolo, che si contaminano con gli idoli degli altri popoli. Si noti che la contaminazione ha inizio ย dalla โtestaโ del popolo, da coloro che dovrebbero essere di esempio (cfr Mt 23,1ss: โDicono ma non fannoโ)!
Di ย fronte a questa storia di infedeltร , Dio manda comunque i suoi messaggeri per ammonire, ma inutilmente: โSi ย beffarono dei messaggeri di Dio, disprezzarono le sue parole e schernirono i suoi profeti al punto che lโira del Signore ย contro il suo popolo raggiunse il culmineโฆ i nemici incendiarono il tempio del Signore, demolirono Gerusalemmeโฆ il re ย dei Caldei deportรฒ a Babilonia gli scampati di spada, che divennero schiaviโฆ per settantโanniโ. Poi avvenne qualcosa ย di incredibile, continua il testo: โNellโanno primo di Ciro, re di Persia, il Signore suscitรฒ lo spirito di Ciro che fece ย proclamare per tutto il suo regno, anche per iscritto: โCosรฌ dice Ciro, re di Persiaโ: โIl Signore Dio mi ha concesso tutti i ย regni della terra. Egli mi ha incaricato di costruirgli un tempio a Gerusalemme, che รจ in Giuda. Chiunque di voi ย appartiene al suo popolo, il Signore, suo Dio, sia con lui e salgaโ.
Per mezzo di un re โstranieroโ il popolo puรฒ tornare ย a Gerusalemme. Quel popolo che prima ha disprezzato Dio e ha sottovalutato la sua premura, ora riconosce e ย accoglie quanto il Signore sia attento al suo popolo: 70 anni ci sono voluti perchรฉ il popolo comprendesse tale ย premura! Sarร la IV alleanza tra Dio e il suo popolo, perchรฉ non puรฒ esserci alleanza se non cโรจ libertร (I alleanza ย con Noรจ; II con Abramo, III con Mosรจ). Come un tempo il Signore donรฒ al popolo il re Ciro, oggi dona il suo stesso ย Figlio, nuova alleanza, nuova proposta di salvezza. ย
v. 14: โCome Mosรจ innalzรฒ il serpente nel deserto, cosรฌ bisogna che sia innalzato il Figlio dellโuomoโฆโ: disse Gesรน a Nicodemo, un fariseo, capo dei Giudei, il quale andรฒ di notte da Gesรน per non farsi notare (lo ritroveremo, ancora โdi nascostoโ, quando andrร a tirare giรน dalla croce Gesรน in Gv 19,38-39). ร un uomo che sta cercando la veritร : Gesรน lo invita ad aprirsi alla Veritร . Gli ha appena detto che per entrare nella vita eterna รจ necessario rinascere dallโalto (Gv 3,3), e di fronte a questa proposta, Nicodemo รจ smarrito: aveva iniziato il dialogo mostrando il suo sapere โSappiamo che sei venuto da Dioโ (Gv 3,2), ma poi il suo sapere si trasforma solo in domande: โCome puรฒ nascere un uomo quando รจ vecchio? (3,4), โCome puรฒ accadere questo?โ (3,9). Nicodemo, cercatore della veritร , non ha paura di lasciarsi interrogare da Colui che รจ la Veritร
v. 15: โPerchรฉ chiunque crede in lui abbia la vita eternaโ: la salvezza, fa capire Gesรน, รจ per โchiunqueโ, non per ย โalcuniโ. ร per tutti. Nicodemo era stato formato da quella scuola che riteneva che la vita eterna รจ โpremioโ per buona condotta; Gesรน fa capire che la vita eterna รจ dono che si riceve semplicemente credendo in Lui, lasciandosi ย amare da Lui. Non domani, cioรจ nel futuro, come crede Nicodemo, ma oggi, qui: il verbo รจ al presente: โchiunque ย credeโ. Come accennato domenica scorsa riguardo altema delle โ10 paroleโ, si รจ salvi non se si aderisce a โparoleโ, ย ma se si aderisce a una Persona innalzata, che si fa dono: โNon cโรจ amore piรน grande che dare la vitaโ (Gv 15,13).ย ย
v. 16: โDio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perchรฉ chiunque crede non vada perdutoโฆโ: Dio, dice il testo, ha amato il mondo. Il โdare il suo Figlioโ non รจ solo collegato allโincarnazione (v 17), ma anche alla crocifissione: lo consegnรฒ alla morte affinchรฉ fosse โinnalzatoโโ, (vv 14-15). A fare da sfondo รจ il Servo sofferente: โha consegnato se stesso alla morte ed รจ stato annoverato fra gli empiโ (Is 53,12).
v. 17: โDio, infatti, non ha mandato il Figlio per condannare il mondo, ma perchรฉ il mondo sia salvato per mezzo di luiโ: troviamo il verbo โmandareโ anche riguardo alla missione del Paraclito/Spirito santo: โLo Spirito Santo che il Padre manderร โฆโ(Gv 14,16.26). La salvezza รจ dunque data a tutti, lโessere salvati dipende dalla libertร dellโuomo, dal suo riconoscere di essere salvato: si ripensi al brano dei dieci lebbrosi, tutti sono guariti, ma uno solo torna indietro a ringraziare Gesรน e viene anche salvato (cfr Lc 17,11-19). La fatica di Nicodemo รจ quella di โuscireโ dai suoi schemi, dal suo โumano sapereโ, e, rinascendo dallโalto, entrare nella logica di Dio che รจ Amore. Gesรน รจ venuto come โmedicoโ: โNon sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malatiโ (Mt 9,12); โNon sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori, perchรฉ si convertanoโ (Lc 5,27). Il paradosso รจ che Gesรน salverร morendo in croce!
Il cammino di conversione che Gesรน chiede a Nicodemo รจ quello di passare da credere di โsapereโ (3,2) Dio a ri conoscere e credere che โDio che รจ Amoreโ (cfr 1Gv 4,8).
v. 18: โChi non crede รจ giร stato condannato, perchรฉ non ha credutoโฆ.โ : salvarsi, dice Giovanni, significa ricevere la vita eterna, come troviamo confermato in un altro passaggio: โIl Padre ha mandato il Figlio come salvatore del mondoโ (4,14). Il giudizio di โcondannaโ non viene quindi da Dio, ma dal rifiuto dellโuomo alla sua proposta, come avvenuto con il popolo dโIsraele che non ha ascolto i messaggeri di Dio.
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v. 19ss: โIl giudizio รจ questo: la luce รจ venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato piรน le tenebre che la luceโฆChiunque infatti fa il male, odia la luceโฆ Chi fa la veritร viene verso la luce, perchรฉ appaia chiaro che le sue opere sono fatte in Dioโ: la luce, fa capire Gesรน, infastidisce se vivi nelle tenebre. Gesรน non dice โchi fa il maleโ, ma chi โama le tenebreโ (v19): il verbo amare (agapao) indica amore, preferenza, attaccamento. Non รจ dunque solo fare il male, che puรฒ avvenire per debolezza umana; questi peccati il Signore โli calpesta e li getta in fondo al mareโ (cfr Mi, 7,19; Lc 15). Gesรน fa capire che chi preferisce il male, chi lo sceglie, chi lo giustificaโฆ rifiutando la luce di Dio, questi รจ condannato. โDa morti che eravamo per le colpe, Dio ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvatiโ, ricorda san Paolo nella II lettura (tratta dalla lettera agli Efesini). Lโeucaristia รจ โmemorialeโ, cioรจ ci rende โcontemporanei a Gesรน e al suo unico sacrificio di salvezza per noi! Volgere lo sguardo a Gesรน, che si offre per noi nellโEucaristia รจ garanzia di salvezza.
Le letture che abbiamo accostato ci hanno permesso di andare alla โradiceโ, alla โfonteโ della gioia cristiana: Dio ha donato suo Figlio per la nostra salvezza! Potremmo dirla cosรฌ: Chi sono io? Chi รจ lโuomo? Io sono lโamato di Dio, a tal punto che per amore, Egli mi ha donato il Figlio suo (3,16). Questo sono io, siamo noi: amati. Eppure, noi non lo comprendiamo fino in fondo perchรฉ temiamo che Dio sia โostacoloโ alla nostra vera gioia (cfr Gn 3, Adamo ed Eva). Il cammino quaresimale รจ il tempo propizio per liberarci da quanto ostacola in noi questa certezza. Capite che le โrinunceโ quaresimali sono solo un segno di un qualcosa di piรน profondo che va โeliminatoโ in noi: ogni desiderio disordinato che mi fa dimenticare che Dio stravede per me! Lo diceva giร papa Benedetto XVI: โAllโinizio dellโessere cristiano non cโรจ una decisione etica o una grande idea, bensรฌ lโincontro con un avvenimentoโ.
Il vangelo di oggi mi e ci dice che Dio vuole costruire con me e con ciascuno una relazione dโamore; si offre a noi nel suo Figlio Gesรน, luce del mondo. E questa proposta รจ per tutti!
La misericordia di Dio, come con Nicodemo, illuminerร le nostre notti e ci permetterร di proseguire con fiducia il cammino. Lโesperienza di Nicodemo e della luce, ci offre un suggerimento importante: Dio ci fa una proposta; a noi accettarla o no. Non cโรจ spazio per la neutralitร . Questa scelta va compiuta prima di ogni azione: prima si รจ chiamati a credere, e poi ad agire in Nome di Colui che amiamo. Se sarรฒ e saremo certi di questo, lโunica cosa che potremo comunicare รจ la gioia di essere amati da Dio! Il resto รจ un di piรน.
APPENDICE (il cammino quaresimale)
[…]
IV domenica (Gv 3,14-21): qualcuno potrebbe sentirsi โesclusoโ ma sbaglia. Il Signore รจ venuto per dare la vita per tutti, per salvare tutti noi: basta fare una scelta di fede, evitando di lasciarsi contaminare dalle opere di quanti vivono nelle tenebre (I lettura), e abbracciando colui che รจ la nostra Luce, Gesรน, grazie al quale siamo salvati (II lettura): questa รจ la nostra gioia! Per questo โMi si attacchi la lingua al palato se lascio cadere il tuo ricordo, Signoreโ (salmo).
V domenica (Gv 12,20-33): Gesรน si presenta come quel chicco di grano che chiede di essere gettato per morire e portare frutto. ร la sua โoraโ di obbedienza totale al Padre, che lo glorificherร . In questo modo si concluderร lโalleanza nuova e definitiva e Dio non ricorderร piรน il peccato dellโuomo (I lettura). Imparando lโobbedienza, Gesรน divenne causa di salvezza per tutti, sigillando lโeterna alleanza (II lettura) non su tavole di pietra, ma direttamente nei cuori: โCrea in me o Dio, un cuore puroโ (salmo).
Domenica di Passione, โPortaleโ della settimana santa. Compreso che siamo โdeboliโ (Le ceneri), sempre in lotta tra il bene e il male (I dom), ma senza rinunciare a puntare sempre verso lโalto (II dom), forti della gioia che il Signore ci ha salvati (IV dom), e consapevoli che tutto questo lo abbiamo ricevuto gratuitamente da Gesรน (V dom), non resta che accettare di partecipare alla sua โpassioneโ (Le palme).
Si tratta, cioรจ, di accettare di mettersi โdietro a Luiโ nel momento piรน cruento, evitando di rinnegare, di tradire, di scappare. Ne vale la credibilitร della nostra testimonianza.
Triduo Pasquale: Lo โstare dietroโ, comporta entrare nella sua logica.
Giovedรฌ santo: partecipare al banchetto dove Lui si fa dono: qui impariamo a renderci capaci di farci noi stessi dono gli uni per gli altri, sapendo comprendere e vivere, come suggeriva don Tonino Bello, la โgrammatica dellโEucaristiaโ, ossia la Messa come la intendiamo; ma anche la โlogica dellโEucaristiaโ che รจ farsi servizio, espressa nella lavanda dei piedi: โVi ho dato lโesempioโฆperchรฉ lo facciate anche voiโ.
Venerdรฌ santo: โstare dietroโ, che chiede di imparare a seguire Gesรน e, sullโesempio della Vergine Maria, stare โritti in piediโ anche sotto la croce.
Sabato santo: camminare chiede anche la capacitร di fermarsi, di attendere, di ritrovarci. Il silenzio di questo giorno รจ forse il piรน difficile. Vivere nellโattesa.
La notte tra il sabato e la domenica: Pasqua! Solo chi vive nellโattesa, incontra il Risorto, come la Maddalena. E, incontrato, non si puรฒ che andare ad annunciare di averLo visto e toccato. ร la gioia della testimonianza della vita.
Per gentile concessione di don Andrea Vena. Canale YouTube.
