Deserti
Quaresima.
No dai, non scherziamo. Quaresima proprio anche no, grazie.
Da mesi e mesi passiamo da un deserto allโaltro. Si sono disseccate le speranze di un mondo costruito sulla pace e sulla tolleranza, e inaridite molte comunitร cristiane stanche e litigiose, e arse le relazioni, sempre piรน tossiche e problematiche. Quaresima anche no, saltiamo subito alla Pasqua.
Giusto, avete ragione, concordo.
Proviamo allora a dare senso a questo deserto. Di dare misura e dimensione a quanto viviamo. Proviamo ad alzare la testa e guardare oltre.
Niente fioretti, per caritร . E niente mortificazioni. Anzi: di vivificazione abbiamo bisogno.
Urgentemente.
Benedetta Quaresima, allora, se riesce in qualche modo a darci uno schiaffo. A scuoterci. A rompere il mare di ghiaccio che รจ in noi. A farci alzare lo sguardo. Ad accorgerci di avere unโanima. A volare piรน in alto di quanto ci siamo rassegnati a fare.
Mortifichiamo, cioรจ diamo morte, al vittimismo, alla rabbia, alla desolazione.
Vivifichiamo la fede, le relazioni, la comunitร dei cercatori.
Entriamo nel deserto, allora.
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Quello raccontato dalla Bibbia.
Luogo di tentazione, di fatica, di prove estreme. Che tira fuori tutto ciรฒ che siamo, nel bene e nel male. E non cโรจ bisogno di andarserlo a cercare, il deserto, ci attornia, ci siamo accampati.
Ma il deserto, per Israele, รจ anche il luogo dellโinnamoramento, dellโessenzialitร , dei tramonti infuocati, delle tavole della Legge. Di tutta la luce che possiamo incontrare.
Fatica e luce. Pena e gioia. Perchรฉ la vita, ogmi vita, la nostra, รจ fatta cosรฌ, di deserti e di oasi. Ma senza vagare: andando verso una meta.
La stessa realtร , la stessa vita, lo stesso deserto possono diventare esperienza di pena infinita o apertura alla pienezza di luce.
La Quaresima ci aiuta a vivere unโesperienza di radicale conversione.
Imitando il cammino di Gesรน.
Marco
Lโevangelista Marco lascia poco spazio alle tentazioni di Gesรน.
Diversamente da Matteo e da Luca non si dilunga nei dettagli, non cede alla descrizione, allโapprofondimento. In pochi versetti liquida la faccenda ma non per distrazione o superficialitร .
Piuttosto per eccesso di sintesi teologica.
E subito lo Spirito lo sospinse nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana.
Non รจ una cosa necessariamente negativa il deserto, dicevamo. A volte รจ lo Spirito a spingerci. Ci spinge perchรฉ non abbiamo tanta voglia di vivere nel deserto, perchรฉ preferiamo vivere nello stordimento della cittร . Fatichiamo a prenderci del tempo per stare da soli, ci spaventa il silenzio, forse e soprattutto perchรฉ nessuno ci ha mai insegnato ad abitarlo, a farlo fiorire.
E ci spaventa soprattutto il deserto che รจ la prova, la sete, la solitudine negativa, quella di chi si รจ perso. Ingenuamente immaginiamo che una vita realizzata sia una vita senza contrasti, senza incidenti, senza dolore.
A volte รจ lo Spirito a spingerci ad abitare il deserto. Il dolore, allora, diventa opportunitร per andare allโessenziale, cambiamento, riassetto delle scelte.
E Gesรน resta nel deserto, quaranta giorni come quaranta furono gli anni trascorsi da Israele a vagare nel Sinai prima di imparare a diventare un popolo libero. Solidale da subito. Niente sconti, niente privilegi. Anche Gesรน ha dovuto affrontare le sue ombre.
Tentazioni, le chiama il Vangelo. cioรจ scelte, discernimento, capire cosa distrugge e cosa costruisce.
Non siamo soli a farlo.
Il nuovo Adamo
Non soltanto Gesรน non fugge il deserto ma asseconda lo Spirito. E, come noi, si lascia tentare. Fatica. Lotta. Matteo e Luca ci diranno che lo fa meditando la Parola e interpretandola nella giusta luce.
In quel deserto accade qualcosa di incredibile:
Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Gesรน sta con le bestie selvatiche in assoluta armonia. Come san Gerolamo con il leone. O san Francesco con il lupo. ร il nuovo Adamo, lโuomo risvegliato, lโuomo in piena armonia col creato, col cosmo, con le altre creature.
Se nel deserto, sospinti dallo Spirito, sappiamo superare le tentazioni, fare le scelte giuste, orientarci allโessenziale, verso Dio, recuperiamo il nostro rapporto primigenio, originario, col Cosmo. Non piรน dominatori o nemici, ma in profonda armonia con tutti e con tutto.
E se vogliamo insistere, se le bestie selvatiche, in qualche modo, per allegoria, rappresentano le nostre paure profonde, nel deserto, con Cristo, riusciamo a convivere anche con esse.
Di piรน.
Angeli
Secondo la tradizione biblica quando Adamo ed Eva vennero cacciati dallโEden Dio mise alla porta del giardino degli angeli di guardia, per impedire che rientrassero. Lโumano, prima, doveva imparare ad usare bene la libertร , straordinario dono di Dio.
Ora anche gli angeli si sono riconciliati con gli uomini. E li servono. Ci servono per aiutarci a recuperare la nostra dimensione originaria.
Per farci rientrare nellโEden che รจ la scoerta interiore di quanto siamo amati e di quanto possiamo (sappiamo) amareรฌ.
Ecco delineato il percorso da fare. Lasciarci spingere nel deserto dallo Spirito, come ha fatto Gesรน, affrontare senza paura le tentazioni per recuperare in noi lโimmagine del nuovo Adamo che รจ il Signore. Dare un senso a tutto quello che abbiamo vissuto e stiamo faticosamente vivendo.
Per avere il cuore libero di accogliere il messaggio che il tempo รจ compiuto e il Regno si รจ avvicinato. Convertiamoci e crediamo al Vangelo.
Buon cammino.
Io ci sono e sono con voi. Ogni giorno alle 20 (Alle 21 la domenica) sui miei canali Facebook e Youtube non mancate la piccola lectio #FTC per far crescere la fede e la speranza.
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