Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 24 dicembre 2023.
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Quale messia?
Il messianismo รจ radicato in noi piรน di quanto immaginiamo. ร alimentato dallo smarrimento e dallโangoscia che proviamo di fronte a un mondo segnato da contraddizioni, tragedie e morte ed รจ tenuto vivo dalla trepidante attesa dellโintervento di qualcuno che lo possa radicalmente cambiare.
Ogni epoca ha avuto il suo messianismo.
Gli uomini del Rinascimento erano convinti di aver posto fine al sonno medioevale, a un millennio segnato dallโignoranza e dalla barbarie e di aver dato inizio allโetร dellโoro, con il ricupero dei valori classici. Poi venne il messianismo della scienza, creatrice di progresso e sviluppo; la si riteneva capace di risolvere ogni problema, tranne quello della morte. Nel โ700 gli illuministi erano persuasi di aver acceso la luce della ragione, dopo secoli di oscuritร in cui gli uomini si erano lasciati acriticamente guidare da veritร rivelate dal cielo e tradotte in dogmi. Poi spuntarono i messianismi ideologici della giustizia, della libertร e della democrazia, tutti apportatori di istanze umanizzanti, fintanto che non pretesero un culto divino e, divenuti idoli, si ritorsero contro lโuomo.
Sono tramontate tutte le ideologie e il mondo continua ad attendere un salvatore. Il bisogno di cambiamento provoca in alcuni lโimpazienza, che porta facilmente al fanatismo e al ricorso alla violenza, in altri genera la rassegnazione e il ripiegamento sullโangusto interesse privato.
Cโรจ un messia che riemerge ogni volta che i sapienti, i vincitori, i dominatori di questo mondo sono costretti a dichiarare il loro fallimento; propone un regno di pace e giustizia che, secondo la saggezza di questo mondo, non si realizzerร mai. Eppure un messaggero celeste lo ha garantito: รจ lui il messia di Dio e il mondo nuovo sarร portato a compimento, perchรฉ โnulla รจ impossibile a Dioโ.
Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โIl figlio della vergine Maria รจ lโunico messia che non mi ha mai delusoโ.
Prima Lettura (2 Sam 7,1-5.8-12.16)
Avvenne che, 1 quando il re, quando si fu stabilito nella sua casa, e il Signore gli ebbe dato tregua da tutti i suoi nemici allโintorno, 2 disse al profeta Natan: โVedi, io abito in una casa di cedro, mentre lโarca di Dio sta sotto una tendaโ. 3 Natan rispose al re: โVaโ, faโ quanto hai in mente di fare, perchรฉ il Signore รจ con teโ.
4 Ma quella stessa notte questa parola del Signore fu rivolta a Natan: 5 โVaโ e riferisci al mio servo Davide: Dice il Signore: Forse tu mi costruirai una casa, perchรฉ io vi abiti? 8 Io ti presi dai pascoli, mentre seguivi il gregge, perchรฉ tu fossi il capo dโIsraele mio popolo; 9 sono stato con te dovunque sei andato; anche per il futuro distruggerรฒ davanti a te tutti i tuoi nemici e renderรฒ il tuo nome grande come quello dei grandi che sono sulla terra. 10 Fisserรฒ un luogo a Israele mio popolo e ve lo pianterรฒ perchรฉ abiti in casa sua e non sia piรน agitato e gli iniqui non lo opprimano come in passato, 11 al tempo in cui avevo stabilito i Giudici sul mio popolo Israele e gli darรฒ riposo liberandolo da tutti i suoi nemici. Te poi il Signore farร grande, poichรฉ una casa farร a te il Signore. 12 Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu giacerai con i tuoi padri, io assicurerรฒ dopo di te la discendenza uscita dalle tue viscere, e renderรฒ stabile il suo regno. 14 Io gli sarรฒ padre ed egli mi sarร figlio. 16 La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a me e il tuo trono sarร reso stabile per sempreโ.
Non furono nรฉ facili nรฉ tranquilli gli ultimi anni della vita di Davide. Il regno, costruito a prezzo di tanto sangue, era ancora unito, ma giร si cominciavano a scorgere i primi segni dei conflitti che stavano per riesplodere fra le tribรน del sud e quelle del nord. La forza e il prestigio del grande sovrano, ormai in declino, non erano piรน in grado di contenere le tensioni. I popoli vicini, gli ammoniti, i moabiti, soggiogati con la violenza, sottoposti a tributi esorbitanti e costretti ai lavori forzati (2 Sam 12,31), attendevano solo il momento opportuno per riprendere le ostilitร e liberarsi del giogo insopportabile. Il cruccio maggiore di Davide era perรฒ la sua famiglia, le rivalitร fra i suoi figli: Amnon, lโamato primogenito, era stato assassinato dal fratello Assalonne che, a sua volta, rivoltatosi contro il padre, era stato ucciso da Ioab. Un altro figlio, Chiliab, era probabilmente perito durante la stessa faida familiare; il regno sarebbe spettato al quartogenito, Adonia, ma gli intrighi dellโambiziosa Betsabea, la favorita, e di Natan, il profeta di corte, indussero Davide a designare Salomone come successore. La lotta per il trono si concluse con un nuovo crimine, lโuccisione di Adonia per ordine di Salomone.
ร in questo ambiente che va collocato il brano che ci รจ proposto oggi e che costituisce il cuore di tutta la storia di Davide e il punto di riferimento di tutto il seguito della storia dโIsraele.
Per rafforzare lโunitร del regno, Davide pensรฒ di costruire un tempio al Signore, ma, per porre in atto un progetto tanto ambizioso, aveva bisogno dellโapprovazione e del sostegno di Natan, lโunico che, con la sua autoritร morale, poteva convincere il popolo a collaborare allโimpresa. Assunto lโatteggiamento devoto delle persone piรน pie, Davide gli comunicรฒ le sue intenzioni: โVedi, io abito in una casa di cedro, mentre lโarca del Signore abita sotto una tendaโ (v. 2).
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Colto un poโ di sorpresa, Natan si lasciรฒ convincere e approvรฒ lโidea, ma in quella stessa notte, riflettendo meglio, si rese conto che i sacrifici imposti al popolo erano giร troppi e che non era il momento di intraprendere una simile costruzione. Il giorno seguente si recรฒ spontaneamente dal sovrano e gli comunicรฒ la rivelazione che aveva avuto da Dio. Nella versione dellโepisodio tramandataci dal libro Cronache, รจ riferita anche la ragione addotta dal profeta: โTu hai versato troppo sangue e hai fatto grandi guerre; per questo non costruirai il tempio al mio nome, perchรฉ hai versato troppo sangue sulla terra davanti a me. Ecco ti nascerร un figlio, che sarร uomo di pace. Egli costruirร un tempio al mio nomeโ (1 Cr 22,8-10).
Dopo aver negato il permesso di costruire il tempio, Natan pensรฒ che era giunto il momento di dare una risposta a un altro angosciante dubbio del sovrano: quale il destino dellโincipiente dinastia? Davide sapeva che cโerano tutte le premesse perchรฉ, dopo la sua morte, si scatenasse nella sua famiglia una lotta, senza esclusione di colpi, per impossessarsi del trono. I nemici ne avrebbero certo approfittato e avrebbero spazzato via la giovane dinastia.
Natan fece al re una promessa inaudita: non sarai tu a costruire una casa per Dio, ma sarร Dio a costruirti una casa, stabile, soยญlida, eterna (vv. 11-16).
Nella Bibbia, il termine casa non indica solo lโedificio materiale, ma anยญche il casato, la posteritร ed รจ in questo senso che fu usato dal profeta. In nome di Dio egli assicurรฒ Davide che suo successore sarebbe stato un suo figlio e che la sua dinastia non sarebbe mai stata annientata.
Conosciamo dinastie che sono rimaste al potere per centinaia e anche miยญgliaia dโanni, ma poi sono scomparse. Chi ha udito Natan pronunciare lโoracolo deve aver pensato a una pietosa bugia, dettata dalla deferenza e dalla compassione per il vecchio sovrano. Per bocca del profeta invece, Dio stava impegnando la sua fedeltร in una solenne promessa: la dinastia davidica sarebbe durata per sempre. ร cosรฌ che Israele la intese e, nei momenti piรน difficili, ad essa fece sempre riferimento, certo che il Signore sarebbe stato di parola.
Un triste giorno di luglio del 587 a.C. accadde perรฒ un fatto drammatico: i babilonesi distrussero Gerusalemme e posero fine al regno davidico. Non si trattรฒ solo di una sconfitta militare, ma di una dura prova per la fede del popolo che si chiedeva: โIl Signore si รจ forse dimenticato della sua promessa?โ. Furono anni di smarrimento, finchรฉ Israele non riuscรฌ a convincersi che le parole di Dio sono irrevocabili. Doveva guardare al futuro, aspettare la venuta di un discendente di Davide, di colui che avrebbe ricevuto dal Signore un regno eterno. Fu lโinizio dellโattesa messianica.
Il compimento della profezia superรฒ ogni aspettativa. Sia Davide che Natan sognavano un regno di questo mondo, ma il Signore non si adegua ai progetti dellโuomo, che sono sempre meschini, li sconvolge, li sostituisce con i suoi e chiede che gli si accordi fiducia.
Dio fece sorgere, nella famiglia di Davide, un re, Gesรน, il figlio di Maria. Israele si aspettava un conquistatore di imperi, il Signore rispose inviando un bambino debole, povero, indifeso. Sono le sorprese di Dio. Beati coloro che, come Maria, sono in grado di capirle e di accoglierle!
Seconda Letturaย (Rm 16,25-27)
Fratelli,ย 25ย a colui che ha il potere di confermarvi secondo il vangelo che io annunzio e il messaggio di Gesรน Cristo, secondo la rivelazione del mistero taciuto per secoli eterni,ย 26ย ma rivelato ora e annunziato mediante le scritture profetiche, per ordine dellโeterno Dio, a tutte le genti perchรฉ obbediscano alla fede,ย 27ย a Dio che solo รจ sapiente, per mezzo di Gesรน Cristo, la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
Con il termine mistero Paolo intende il piano di salvezza che, da tutta lโeternitร , Dio ha in mente e che, progressivamente, รจ stato rivelato agli uomini (v. 25).
Dio ha cominciato a svelarlo nella creazione: il mondo da lui portato allโesistenza mediante la parola โ E Dio disseโฆ โ รจ, in certo qual modo, rimasto โimpregnatoโ di questa divina parola ed รจ in grado di comunicarla a chiunque lo contempli con occhi limpidi e cuore puro. Fin da principio, infatti, egli โnon ha cessato di dar prova di sรฉ beneficando, concedendo dal cielo piogge e stagioni ricche di frutti, fornendo cibo e riempiendo i cuori di letiziaโ (At 14,17).
Poi ha parlato con maggior chiarezza per bocca dei profeti, inviati per illuminare il suo popolo (v. 26).
Infine, in Cristo, ha portato a compimento la sua rivelazione: โUltimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che รจ irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanzaโ (Eb 1,1-3).
Quando, sulla croce, Gesรน ha esclamato: โTutto รจ compiutoโ (Gv 19,30), non intendeva dire: โPer me รจ finitaโ, ma: โQuesto รจ il momento piรน glorioso della mia vitaโ, quello in cui il Padre ha manifestato fin dove arriva il suo amore per lโuomo, ora non gli rimane altro da aggiungere, il โmisteroโ รจ pienamente svelato.
Nei pochi versetti contenuti nel brano di oggi, che costituisce la conclusione della Lettera ai romani, Paolo ringrazia Dio per questa rivelazione. Ora รจ chiaro a tutti che egli coltiva pensieri di pace e progetti di salvezza per ogni uomo e vuole che tutti siano, in Cristo, โun solo uomo nuovoโ, distruggendo ogni inimicizia (Ef 2,14-18).
Vangelo (Lc 1,26-38)
26ย Nel sesto mese, lโangelo Gabriele fu mandato da Dio in una cittร della Galilea, chiamata Nazaret,ย 27ย a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.ย 28ย Entrando da lei, disse: โTi saluto, o piena di grazia, il Signore รจ con teโ.
29ย A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto.ย 30ย Lโangelo le disse: โNon temere, Maria, perchรฉ hai trovato grazia presso Dio.ย 31ย Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesรน.ย 32ย Sarร grande e chiamato Figlio dellโAltissimo; il Signore Dio gli darร il trono di Davide suo padreย 33ย e regnerร per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrร fineโ.
34ย Allora Maria disse allโangelo: โCome รจ possibile? Non conosco uomoโ.ย 35ย Le rispose lโangelo: โLo Spirito Santo scenderร su di te, su te stenderร la sua ombra la potenza dellโAltissimo. Colui che nascerร sarร dunque santo e chiamato Figlio di Dio.ย 36ย Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo รจ il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile:ย 37ย nulla รจ impossibile a Dioโ.
38ย Allora Maria disse: โEccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai dettoโ. E lโangelo partรฌ da lei.
Fin dai primi secoli, il saluto dellโangelo a Maria ha ispirato gli artisti cristiani ed รจ un tema figurativo presente in ogni chiesa. Tutte grazia e dolcezza sono le annunciazioni del Beato Angelico e celeberrima รจ quella di Simone Martini, con lโangelo Gabriele, creatura incorporea che quasi si dissolve nella luce del fondo dorato, mentre Maria, turbata, si ritrae senza perdere la serenitร del suo splendido volto. Sono incantevoli le sensazioni suscitate da questi capolavori ed รจ intensa lโemozione che si prova leggendo la pagina evangelica. Tuttavia, dopo un primo approccio al sublime mistero dellโincarnazione del figlio di Dio, รจ necessario procedere alla ricerca del messaggio che lโevangelista intende comunicare. Per questo si deve, anzitutto, tenere distinto il racconto di Luca dai vangeli apocrifi in cui compaiono molti tratti leggendari che, a partire dal V secolo, gli artisti hanno riprodotto nei loro dipinti. Poi va definito con esattezza il genere letterario del brano, mettendo in evidenza il fatto che non ha nulla in comune con le fiabe.
Partiamo da una constatazione: nella Bibbia non รจ la prima volta che viene annunciata la nascita straordinaria di un bambino e, se si confrontano queste annunciazioni, si nota che i personaggi chiamati a svolgere una missione straordinaria nascono spesso in modo anormale: Isacco รจ concepito quando sua madre Sara, sterile, ha novantโanni e suo padre, Abramo, ne ha cento (Gn 17,17); le madri di Sansone (Gd 13,3) e di Samuele (1 Sam 1,5) sono sterili; i genitori del Battista sono vecchi ed Elisabetta รจ sterile; non sorprende che, nei vangeli apocrifi, la nascita di Maria sia presentata secondo lo stesso schema: Anna e Gioacchino sono vecchi e la mamma รจ sterile. Anche la nascita di Gesรน avviene in modo straordinario: Maria รจ vergine e non ha avuto rapporti con il marito.
La Bibbia mette in risalto la componente prodigiosa di queste nascite per mostrare che esse non sono frutto naturale della feconditร umana, ma un dono del cielo. La salvezza, la liberazione o la speranza che questi personaggi sono destinati a introdurre nel mondo provengono da Dio.
Se a questi annunci di nascite straordinarie aggiungiamo anche le vocazioni di Mosรจ (Es 3,2-12) e di Gedeone (Gd 6,12-22), verifichiamo un altro dato significativo: tutti questi racconti sono strutturati allo stesso modo, seguono lo stesso schema, contengono gli stessi elementi, insomma, si assomigliano, come mattoni usciti dallo stesยญso stampo. Anzitutto รจ introdotto in scena lโangelo del Signore; poi chi riceve il messaggio divino รจ colto da timore; lโangelo annuncia la nascita di un bambino, ne indica il nome e specifica la missione cui รจ destinato; viene sollevata una difficoltร o presentata unโobiezione cui lโangelo risponde dando un segno che, puntualmente, si realizza.
Lโannunciazione a Maria segue, fin nei dettagli, questo schema, per questo risulta difficile stabilire quali sono, nel racconto, i dati storici reali e quali gli elementi che dipendono dallโartificio letterario. I fatti potrebbero essersi svolti esattamente come sono stati riferiti e, in tal caso, lโevangelista non poteva narrarli in modo diverso; ma, quandโanche lโannunciazione fosse stata unโesperienza mistica interiore di Maria, il racconto sarebbe stato lo stesso. Per farsi comprendere dai suoi lettori, Luca doveva attenersi allo schema fisso impostogli dalla Bibbia.
Ciรฒ che si puรฒ affermare, senzโombra di dubbio, รจ che Luca non intendeva redigere un freddo reportage dellโaccaduto e che, a differenza degli artisti che sembrano orientare lโattenzione su Maria e sul messaggero celeste, egli voleva che gli sguardi fossero fissi sul figlio di Maria. Ai credenti, piรน che le emozioni interiori della Vergine, interessa, infatti, sapere chi รจ Gesรน.
Fatte queste puntualizzazioni, veniamo al messaggio.
Il solenne oracolo pronunciato da Natan ha segnato profondamente la storia e la spiritualitร dโIsraele. Ad esso si sono richiamati, nei momenti piรน bui, i profeti Isaia, Geremia, Amos, Zaccaria e โ fatto ancora piรน sorprendente โ perfino quando la dinastia davidica era scomparsa, Gerusalemme era distrutta e il tempio raso al suolo, un salmista ripropose al popolo la promessa di Dio: โHo giurato a Davide mio servoโฆ la sua discendenza durerร per sempre e il suo trono come il sole davanti a me, come la luna salda per sempre, testimone fedele nel cieloโ (Sl 89,4.37-38).
In una situazione ormai irreparabilmente compromessa, come credere che il Signore non si sarebbe smentito? Eppure il salmista era convinto che, se Dio aveva mostrato di poter rendere feconda Sara, certo sarebbe stato capace di far nascere, dal grembo sterile della vergine Israele, il messia promesso.
Ecco perรฒ la sorpresa: mentre gli occhi di coloro che attendevano lโintervento salvifico del Signore erano rivolti verso Gerusalemme, Dio posรฒ il suo sguardo su un minuscolo villaggio, sperduto tra le montagne della Galilea, un villaggio tanto insignificante da non essere neppure nominato nellโAntico Testamento. Era abitato da gente semplice, poco istruita e ritenuta anche impura perchรฉ viveva in contatto con i pagani. A Filippo che, entusiasta, dichiarava la sua ammirazione per Gesรน di Nazaret, Natanaele rispose irridente: โMa da Nazaret puรฒ mai venire qualcosa di buono?โ (Gv 1,46).
Le sorprese non sono finite. A chi si rivolse Dio? Chi scelse? Non un liberatore valoroso come Gedeone, non un eroe come Sansone o un sovrano potente come Salomone, ma una donna, una vergine.
La verginitร per noi รจ segno di dignitร e motivo di onore, ma in Israele era apprezzata prima del matrimonio, non dopo. Per una ragazza era unโinfamia rimanere vergine per tutta la vita, era giudicata incapace di attirare su di sรฉ gli sguardi di un uomo. La donna senza figli era un albero secco che non dava frutti. Al termine vergine era dunque legata una connotazione dispregiativa: nei momenti piรน drammatici della sua storia, Gerusalemme sconfitta, umiliata, distrutta e senza speranze, รจ chiamata vergine Sion (Ger 31,4; 14,13), perchรฉ in lei la vita si era interrotta, era incapace di generare.
Maria รจ vergine non solo dal punto di vista biologico, come la chiesa ha sempre creduto, ma anche in senso biblico: รจ povera ed รจ cosciente di esserlo, si trova nella condizione di colei che puรฒ solo essere โriempita di graziaโ da Dio. Nellโannunciazione non celebriamo la sua integritร morale, di cui certo nessuno dubita, ma contempliamo le โgrandi coseโ che in lei ha operato colui che รจ โPotenteโ e โSanto รจ il suo nomeโ.
Chi considera le meraviglie compiute dal Signore nella โsua servaโ non puรฒ piรน abbattersi per la propria indegnitร , perchรฉ comprende che tutti sono destinati a divenire, nelle mani di Dio, dei capolavori della sua grazia.
Luca รจ lโevangelista dei poveri nei quali vuole infondere gioia e speranza, per questo, fin dalla prima pagina del suo vangelo, mette in risalto le preferenze di Dio per gli ultimi, per chi non conta nulla, per tutto ciรฒ che รจ disprezzato dagli uomini. Rendendo fecondo il grembo desertico della vergine Sion e di Maria, ha mostrato che non cโรจ condizione di morte che il Signore non sappia recuperare alla vita. Anche i cuori aridi come le sabbie del deserto egli trasformerร in lussureggianti giardini e, irrigati dallโacqua del suo Spirito, i giardini diverranno foreste (Is 32,15).
A questo punto siamo in grado di cogliere il messaggio cenยญtrale del brano.
Rallegrati, o amata da Dio, il Signore รจ con te (v. 28). Sono le parole che il messaggero celeste ha rivolto a Maria. Non le ha improvvisate al suo arrivo a Nazaret, nรฉ gli sono state insegnate in cielo, prima di partire. Questo saluto era ben noto a Maria perchรฉ i profeti lo avevano giร rivolto alla vergine Sion. Il primo a formularlo era stato Sofonia, in un momento di decadenza morale del popolo. Indignato per la corruzione esistente, aveva pronunciato terribili oracoli di condanna contro i popoli stranieri e contro la cittร santa, divenuta โribelle, contaminata, prepotenteโ (Sof 3,1). Poi, ecco la sorpresa, un giorno cambia tono e, dalle minacce di castighi, passa al linguaggio dolce, alle parole consolanti: โGioisci, o fiยญglia di Sion, esulta Israele, rallegrati con tutto il cuore o figlia di Gerusalemmeโฆ non avere pauraโ (Sof 3,14-18; Zc 9,9).
Perchรฉ questo improvviso cambiamento? La cittร si era forse convertita? Affatto, solo un piccolo resto, un popolo umile e povero si era rivolto al Signore e aveva cominciato a confidare in lui, la maggioranza aveva continuato lontana da Dio. Se si fosse limitata a considerare il proprio peccato, Sion avrebbe avuto tutti i motivi per perdersi dโanimo e attendere la rovina. Ma Sofonia la invitรฒ a sollevare gli occhi e a contemplare lโamore del suo Dio. Ecco la ragione dellโesultanza: โIl Signore รจ in te, salvatore potenteโ.
Ponendo sulla bocca dellโangelo lโinvito a gioire, Luca identifica Maria con la vergine Sion che si rallegra perchรฉ in lei รจ presente il Signore.
Se scorriamo la Bibbia, verifichiamo che, quando Dio si rivolge a qualcuno, in genere lo chiama per nome. Nel nostro racconto il nome di Maria รจ sostituito da un epiteto: amata da Dio. Se Dio le cambia il nome, significa che la destina a una missione particolare. Abram รจ divenuto Abraham perchรฉ doveva diventare padre di una moltitudine di popoli (Gn 17,5) e Sarai รจ stata chiamata Sara, principessa, perchรฉ destinata ad essere madre di re (Gn 17,15).
Qual รจ allora la missione affidata allโโAmata da Dioโ? Quella di proยญclamare al mondo ciรฒ che il Signore realizza nei poveri che si affidano al suo amore.
Dopo il saluto, lโangelo annuncia a Maria la nascita di un figlio al quale il Signore Dio darร il trono di Davide suo padre e regnerร per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrร fine (vv. 32-33).
Anche queste parole non sono state inventate da Luca, si trovano, quasi identiche, sulla bocca di Natan (2 Sam 7,12-17). Ponendole sulle labbra dellโangelo, lโevangelista dichiara che, nel figlio di Maria, si รจ compiuta la profeยญzia fatta a Davide: รจ Gesรน lโatteso messia destinato a regnare in eterno.
ร ripreso, nelle parole del messaggero celeste, il tema dei piccoli, resi grandi dalla benevolenza di Dio. Davide era un pastore, il piรน piccolo dei suoi fratelli; Dio lo ha preso dai pascoli dove custodiva il gregge e ne ha fatto un re glorioso. Ora il Signore riparte da una situazione di povertร : la famiglia di Davide รจ decaduta, il regno รจ distrutto, ma il โPotenteโ interviene, prende un germoglio, un figlio di Davide e a lui consegna un regno che non avrร fine.
ร lโinvito a non lasciarsi sedurre da altri messia, a non attendersi altri salvatori perchรฉ nessuno mai potrร sostituire Gesรน. Molti verranno dopo di lui e si presenteranno dicendo: โSono io il Cristo!โ (Mt 24,4) e โcompiranno grandi portenti e miracoli, cosรฌ da indurre in errore, se possibile, anche gli elettiโ (Mt 24,24). Avranno un momentaneo successo, ma โ assicura lโevangelista โ solo a Gesรน รจ stato promesso un regno eterno.
Allโobiezione di Maria lโangelo risponde: La forza dellโAltissimo ti coprirร con la sua ombra (v. 35). NellโAntico Testamento lโombra e la nube sono segni della presenza di Dio. Durante lโesodo Dio precedeva il suo popolo in una colonna di nube (Es 13,21), una nube coยญpriva la tenda dove Mosรจ entrava per incontrare Dio (Es 40,34-35) e, quando il Signore scendeva sul Sinai per parlare con Mosรจ, il monte era coperto da una nube densa (Es 19,16).
Affermando che su Maria si รจ posata lโombra dellโAltissimo, Luca dichiara che in lei si รจ reso presente lo stesso Dio. Siamo di fronte a una professione di fede di questo evangelista nella divinitร del figlio di Maria.
Le ultime parole dellโangelo sono: Nulla รจ impossibile a Dio (v. 37), le stesse che il Signore rivolse ad Abramo quando gli annunciรฒ la nascita di Isacco (Gn 18,14). Sono unโaffermazione che va richiamata spesso e che va ripetuta con tenerezza, soprattutto a coloro che si sentono troppo poveri, troppo indegni e pensano che per loro non ci sia piรน speranza di recupero e di salvezza. โNulla รจ impossibile a Dioโ.
Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto (v. 38). ร la risposta di Maria alla chiamata di Dio.
In molti dipinti traspaiono, dal volto della Vergine, la sorpresa e, a volte, quasi il suo sbigottimento, cui segue perรฒ sempre lโaccettazione della volontร del Signore.
Avvenga, perรฒ, non significa accondiscendenza rassegnata. Il verbo greco gรฉnoito รจ un ottativo ed esprime un desiderio gioioso di Maria, unโansia di vedere presto realizzato in lei il progetto del Signore.
Dove giunge Dio, lรฌ arriva sempre anche la gioia. Il racconto, iniziato con il โRallegratiโ, si conclude con il grido di gioia della Vergine.
Nessuno aveva capito il progetto di Dio, non lโavevano capito Davide, Natan, Salomone, i re dโIsraele. Tutti gli avevano contrapposto i loro sogni e da lui si aspettavano soltanto lโaiuto per realizzarli. Maria non si comporta come loro, non contrappone a Dio alcun suo progetto, gli chiede soltanto qual รจ il ruolo che intende affidarle e, lieta, accoglie la sua iniziativa.
Per gentile concessione di Settimana News.
