โGli stranieri che hanno aderito al Signore per servirlo e per amare il nome del Signore e per essere suoi servi, li condurrรฒ sul mio monte santoโฆโ
Lo sguardo del profeta si allarga ai popoli lontani: per essi ci sarร un posto nel monte del tempio, luogo dellโincontro con Dio. E il tempio stesso viene ad assumere il profilo di una casa per tutti, di preghiera per tutti i popoli. Nessuno puรฒ essere escluso dallโincontro con il Dio dellโalleanza.
Tale orizzonte di apertura universale รจ passaggio di crescita nel percorso della fede dโIsraele: certo la fede del popolo รจ chiamata a guardarsi dallโesaurimento, dal cedere al grande peccato lโidolatria, dal venir meno alla fedeltร al Dio dellโesodo confondendosi con i culti degli stranieri, ma dโaltra parte la presenza dello straniero nel popolo dellโalleanza รจ un segno importante. Ricorda che Dio ha rivolto lo sguardo a Israele nel suo essere vittima e straniero in Egitto ed รจ sceso a liberarlo. Per questo dovrร mantenersi continuamente in cammino, non nella fissitร di chi possiede la terra e si pone come dominatore, ma nella disponibilitร di chi ricorda una salvezza ricevuta.
Lโelezione non รจ privilegio da difendere, ma missione che apre. Per essere un segno tra i popoli e per favorire il cammino di pagani e stranieri verso un disegno di pace che si estende e coinvolge tutta lโumanitร (cfr. Is 2).
Lo straniero ricorda anche che Dio รจ โaltroโ, รจ โstranieroโ lui stesso. Il Dio straniero, diverso e non racchiudibile si fa vicino nei volti di chi chiede accoglienza e sperimenta la debolezza.
Anche Gesรน, proprio nel territorio di Tiro e Sidone, regione dei pagani, incontra una donna straniera. E questa gli chiede un gesto di liberazione e guarigione. Ma Gesรน risponde che รจ venuto solo per le pecore perdute dโIsraele. La donna non si arrende e richiama lโimmagine di una tavola in cui cโรจ da mangiare per tutti, per i figli, ed anche per i cagnolini che raccolgono le briciole che cadono. E questo termine โcagnoliniโ racchiude allusione ai pagani detti โcaniโ con disprezzo dagli ebrei che guardavano a loro con distanza. Lโinsistenza della donna, il suo richiamo, il suo rivolgersi a Gesรน con fiducia conducono ad un cambiamento in Gesรน stesso. In fondo quelle pecore perdute sono anche tutti coloro che cercano senso e salvezza come lo erano le folle incontrate nel suo camminare, pecore perdute e senza pastore (Mt 9,36). E Gesรน si muove nella compassione che รจ il modo di agire di Dio. Si prende cura e ascolta il grido dei poveri. Riconosce nel volto della straniera, nel suo abbandono lโapertura fondamentale che orienta la vita allโAltro: la tua fede ti ha salvata.
Gesรน loda cosรฌ la fede di una donna pagana, fuori dai recinti religiosi, che a lui si rivolge con fiducia e lo ha condotto ad un superamento di barriere di divisione e di esclusione.
La donna aveva colto la possibilitร di un nutrimento di vita per tutti oltre le divisioni religiose e i privilegi: non chiede il pane dei figli ma si accontenta delle briciole per i cagnolini. Gesรน vede in lei la testimone di una valicatrice di muri religiosi e culturali.
Gesรน loda la fede di questa donna e la indica come una fede โdavvero grandeโ. I percorsi della fede sono profondi e sono nascosti nelle profonditร dei cuori. Viviamo un tempo di giudizi perentori e di condanne senza appello per le esistenze di chi chiede di superare le forme di esclusione e le mentalitร religiose che discriminano e umiliano. In quelle voci, in quelle ricerche sta spesso nascosta una fede grande, sofferta, una fedeltร di chi attende un cambiamento anche nellโistituzione ecclesiale benchรฉ tutto concorra a spingerli lontano per altre strade. Il messaggio di questa domenica รจ un invito a scorgere i tesori della fede nascosti nelle profonditร dei cuori, ad assumere lo stile della compassione di Gesรน, al di sopra di ogni codificazione, a vivere lโaccoglienza quale tratto rivelativo della fede nel Dio capace di accogliere senza riserve e senza condizioni e di dare sapzio ad ogni ricerca e attesa.
E riprendo cosรฌ quanto le parole scritte con mitezza e delicatezza da Antonio Autiero โ cosรฌ diverse nello stile da tante parole nutrite di violenza, di durezza, di condanna โ dopo aver partecipato come amico ai recenti funerali di Michela Murgia: โLa porta e la sua soglia (una volta Michela ed io abbiamo fatto una lectio accademica in dialogo su questo tema) mettono davanti alla sfida radicale di cosa se ne vuole fare di essa, barriera per impedire o area di accoglienza. Molti si sono sentiti accolti da Michela, leggendo i suoi scritti e ascoltando le sue parole, si sono visti aperta una porta davanti, su orizzonti di maggiore luce, per dare esito di compimento e non di disfatta al gemito nel quale si sentivano avvolti.
Lโintreccio tra religioso e politico che Michela ha voluto fosse espresso con il suo funerale era ed รจ in realtร unโistanza centrale del suo modo di stare al mondo ad occhi aperti, di abitarlo con responsabilitร e cura, di trasformarlo con volontร tenace e non da sola. Per esprimere cosรฌ la profonditร del suo essere credente, la radicalitร del suo essere cittadina. Vedendo a fondo lโintreccio, ella ha saputo esprimere lโindignazione sia per quelle visioni religiose che avevano scelto, legittimato e incrementato le vie dellโesclusione, sia per quegli abbozzi distorti di progetti e di programmi politici che dellโesclusione e dei privilegi fanno la base di raccolta per pescare nel bacino dei consensi. (โฆ) La sua traiettoria dalla teologia alla politica passava attraverso lโesperienza narrativa, fatta di volontร di comunicazione, letteraria e oltre. Cosรฌ come il suo afflato politico le metteva sottโocchio il vissuto scabroso di quella parte di umanitร dolente, esclusa, marginalizzata e le faceva trovare il linguaggio dei diritti da difendere e per cui battersi, come riflesso di quella luce, pathos di quel gemito e coscienza di quella porta, di cui lei, attraverso i testi biblici al suo funerale ancora avrebbe voluto parlarciโ (A. Autiero, Le due voci del cuore di Murgia. Politica e religione per un unico sogno, โLa Stampaโ 15 agosto 2023).
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Fonte: il sito di don Alessandro Cortesi
p. Alessandro Cortesi op
Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโIstituto Superiore di Scienze Religiose โsanta Caterina da Sienaโ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โGiorgio La Piraโ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ Firenze.




