Due uscite per un incontro
Lโintegrazione dei pagani nel popolo di Dio: questo il tema che unifica il brano di Isaia (Is 56,1.6-7) e il passo evangelico (Mt 15,21-28). In particolare, sia la prima lettura che il vangelo attestano la capacitร di fede dellโaltro, del non appartenente al popolo santo. Isaia parla di stranieri che โhanno aderito al Signore per servirlo e amarloโ (Is 65,6) osservando il sabato e restando saldi nella sua alleanza; nel vangelo Gesรน testimonia la grande fede (15,28) della donna cananea che vince le sue resistenze a esaudirne la richiesta.
La pericope evangelica presenta lโincontro tra una donna e un uomo, tra una cananea e un figlio dโIsraele, tra una donna straziata dal dolore per le sofferenze della figlia e il rabbรฌ Gesรน di Nazaret. La donna รจ โcananeaโ e questa specificazione la rende portatrice di una memoria storica di odio e inimicizia con i figli dโIsraele pur essendo lei totalmente estranea a una storia che lโha preceduta e di cui non ha alcuna responsabilitร . La storia ancestrale di Canaan, dalla maledizione di Cam, โpadre di Canaanโ (Gen 9,18.22; cf. 9,25: โSia maledetto Canaanโ) ai conflitti con le popolazioni installate in quella terra di Canaan promessa da Dio ai figli dโIsraele e condannate allโespulsione (Es 23,28-30; 33,2; 34,11; Gs 3,10) o allo sterminio (Es 23,23; Dt 7,1-2; 20,16-17), รจ storia di odio perpetuato e trasmesso ormai di generazione in generazione. E questa storia si riverbera impietosamente su questa donna fino a oscurare la drammaticitร del suo vissuto, il coraggio e lโostinazione della sua richiesta a Gesรน, in una parola, la veritร della sua persona. Quel โcananeaโ con cui Matteo la presenta (Marco, nel testo parallelo, parla di una donna โdi lingua greca e di origine siro-feniciaโ: Mc 7,26), catalizza verso di lei pregiudizi e proiezioni di un passato che sembra non passare mai. Di certo, lโannotazione matteana rende comprensibile lโatteggiamento di rifiuto e fastidio che dei figli dโIsraele possono provare nei confronti di questa donna.
Poste queste premesse, ci si deve chiedere: che cosa rende possibile lโincontro? Allโorigine dellโincontro vi รจ un movimento di uscita messo in atto da entrambi. Il versetto 21 annota lโuscita di Gesรน da Genesaret: โE uscito (exelthรฒn) di lร Gesรน โฆโ, mentre il versetto 22 parla dellโuscita della donna dai confini di Tiro e Sidone: โEd ecco, una donna cananea, uscita (exelthoรปsa) da quei confini โฆโ. Un medesimo movimento di uscita รจ la premessa necessaria al verificarsi dellโincontro. Gesรน esce da Genesaret (Mt 14,34) e si reca verso la zona di Tiro e Sidone mentre la donna esce dal territorio di Tiro e Sidone (15,22). Tuttavia lโuscita compiuta รจ diversa: la donna esce per lโincontro, Gesรน non vi รจ ancora pronto. Non รจ nemmeno chiaro se Gesรน si arrivi a trovare in territorio pagano o si stia solamente โdirigendo verso di essoโ: sembra che Gesรน sia ancora sulla soglia di quel territorio da cui invece la donna รจ uscita. E lโuscita della donna รจ piena in quanto รจ intenzionale e si esprime in un immediato rivolgersi a Gesรน con titoli e attributi tipicamente giudaici: lo chiama โSignoreโ (15,22.25.27) e soprattutto gli si rivolge con lโappellativo messianico โfiglio di Davideโ (15,22). Lโinvocazione โPietร di me, Signoreโ (15,22), o anche, come potremmo tradurre, โFammi misericordiaโ, โAbbi misericordia di meโ, รจ espressione frequente nei Salmi, la preghiera dโIsraele (cf. Sal 6,3; 9,14; 26,7; 30,10; 40,5.11; 55,2; 85,3; 122,3; secondo la versione greca dei LXX). La sua seconda invocazione, โAiutamiโ (15,25) รจ anchโessa tipica dei Salmi (Sal 43,27; 69,6; 78,9; 108,26; 118,86.117; sempre secondo la LXX).
Ovvero, la donna ha compiuto unโuscita non solo geografica, ma un vero e proprio esodo dal proprio mondo verso quello di Gesรน; verso lโalteritร di Gesรน, figlio dโIsraele. Gesรน invece รจ ancora a metร del guado, รจ sulla soglia, non รจ ancora sufficientemente aperto e disponibile allโincontro e il suo reiterato rifiuto di rispondere positivamente alla supplica disperata della donna lo esprime con chiarezza. La donna cananea, quasi una replica neotestamentaria della moabita Ruth che si legรฒ a Noemi accogliendo anche il suo Dio e il suo popolo, compie uno spossessamento di sรฉ e si dimostra totalmente aperta allโincontro con Gesรน con piena fiducia. Lei si fa straniera. Saprร essere riconosciuta e accolta?
Matteo scrive che Gesรน โsi ritirรฒโ verso la regione di Tiro e di Sidone. Il verbo usato (anachorรฉo) รจ frequente in Matteo per indicare situazioni in cui qualcuno cerca di sfuggire a pericoli anche mortali (Mt 2,12.13.14.22), oppure รจ detto di Gesรน dopo aver appreso dellโarresto di Giovanni il Battista (Mt 4,12), dopo che i farisei tennero consiglio per farlo morire (Mt 12,14-15), dopo aver ricevuto la notizia dellโuccisione del Battista (Mt 14,13). Nel nostro testo il ritiro di Gesรน รจ preceduto da unโaspra controversia con scribi e farisei in cui Gesรน li accusa di ipocrisia (Mt 15,1-9) e da un insegnamento sul puro e sullโimpuro in cui si scontra con lโincomprensione dei suoi discepoli (Mt 15,10-20).
Quindi, nellโandare di Gesรน, nel suo โuscireโ, vi era anche un โallontanarsiโ: forse lโโallontanarsi daโ prevaleva sullโโuscire versoโ. Forse (sottolineo il forse) Gesรน si trova in un momento in cui le categorie di nemico (Tiro e Sidone sono figure emblematiche di nemici dโIsraele: Is 23; Ez 26-28; Am 1,9-10) e di amico (popolo dโIsraele, discepoli) sono in via di ridefinizione. E la ridefinizione avverrร per via di esperienza, grazie a ciรฒ che la vita farร conoscere a Gesรน vincendo anche sue convinzioni teologiche radicate. Di certo, quellโโed eccoโ (15,22) che introduce in scena la donna cananea esprime lโinatteso, lโimpensato che coglie di sorpresa Gesรน. E forse (ancora una volta, forse) proprio questa impreparazione di Gesรน allโincontro, a quellโincontro, lo coglie senza difese e ne mostra un fianco scoperto evidenziando un aspetto che anche il lettore del vangelo รจ impreparato a ricevere.
Cโรจ un inatteso anche per il lettore: anche lui รจ sorpreso dallโatteggiamento chiuso di Gesรน, dal suo essere refrattario allโincontro, insensibile alla richiesta della donna. Un Gesรน che smentisce lโinsegnamento e la prassi di misericordia che caratterizzano la sua missione e la sua interpretazione della volontร di Dio: per due volte egli ha giร ricordato la parola di Dio trasmessa dal profeta Osea: โMisericordia io voglio e non sacrificioโ (Os 6,6; Mt 9,13; 12,7). Anzi, ha citato quella frase, espressione sintetica del volere divino, criticando i suoi avversari, i farisei, che contestavano la sua vicinanza a peccatori e pubblicani (Mt 9,10-13) e la sua libertร nellโinterpretare le tradizioni sul sabato (Mt 12,1-8).
Nellโepisodio della donna cananea, Gesรน sembra in contraddizione con se stesso. In un primo momento si rifiuta di ascoltare lโimplorazione della donna e non le risponde nemmeno una parola (15,23). Rivolgerร la parola โ una parola dura, inflessibile, che non ammette repliche โ ai discepoli che lo pregano di rinviare la donna che li infastidisce con la sua presenza petulante: โEsaudiscila (o: โmandala viaโ: cf. Mt 14,15), perchรฉ ci viene dietro gridandoโ (15,23). Gesรน oppone loro la coscienza rigorosa dellโesclusivitร della sua missione per i figli dโIsraele, โper le pecore perdute della casa dโIsraeleโ (15,24). Esclusivitร che Gesรน aveva anche trasmesso ai discepoli nel discorso di invio in missione: โNon andate fra i pagani e non entrate nelle cittร dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa dโIsraeleโ (Mt 10,5-6).
Infine Gesรน replica con parole perfino offensive alla donna che per la terza volta lo supplica: ai figli (Israele) oppone i cani (i pagani), alle pecore perdute i cani domestici: โNon รจ bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cani domesticiโ (15,26). La risposta รจ dura ma almeno per la prima volta Gesรน si rivolge alla cananea e proprio la donna, con la sua replica immediata a Gesรน, istituisce una commensalitร di parola con lui: โSรฌ, Signore, eppure anche i cani domestici mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroniโ (15,27). Gesรน risponde alla donna (15,28) e per la prima volta nel racconto la sua risposta รจ unโassunzione di responsabilitร e un prendere sul serio questa donna (cf. invece le risposte precedenti: 15,23.24.26).
Anzi, la frase della donna ha il valore di una rivelazione che apre gli occhi a Gesรน portandolo a riconoscerne la fede e provocando una svolta anche nella concezione della missione e dellโannuncio della salvezza che ormai sarร apertamente rivolto a tutti i popoli: Mt 24,14; 26,13; 28,19. Anzi, Gesรน, che ha sempre rimproverato la โpoca fedeโ, la โfede piccolaโ (oligopistรญa) dei discepoli (Mt 6,30; 8,26; 14,31; 16,8), ora riconosce la โfede grandeโ di questa donna. La cananea accetta in toto la visione di Gesรน e inserendosi nella sua visione (i figli, la tavola, i cagnolini domestici) gli chiede di spostare il punto di vista, di abbassare lo sguardo e di guardare anche a chi si trova sotto la tavola e si accontenta delle briciole. A quel punto Gesรน le dice: โAvvenga a te (ghenethรฉto soi) come tu vuoi (ลs thรฉleis)โ (15,28).
Alla luce dellโespressione del Padre nostro (โAvvenga la tua volontร โ: ghenethรฉto tรฒ thรฉlemรก sou: Mt 6,10) possiamo dire che il volere della donna viene inquadrato nel volere di Dio: gentili e figli dโIsraele sono destinatari dellโunico annuncio di salvezza, pecore perdute e cagnolini domestici possono convivere.
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A cura di: Luciano Manicardi
Per gentile concessione del Monastero di Bose



