La narrazione dellโesperienza di Elia sul monte, della sua desolazione e dellโincontro inatteso con Dio che si fa sentire nel silenzio รจ una tra le pagine piรน intense del Primo Testamento. โโฆ il Signore passรฒ davanti a luiโ ma il Signore non passa nรฉ nel terremoto, nรฉ nel fuoco, nรฉ nel fragore di un vento impetuoso. La presenza di Dio si fa vicina nella voce di un impalpabile silenzio che non lascia spazio ad alcuna pretesa di possedere Dio, di pronunciarne il nome o di farne un idolo.
Elia si copre il volto con il mantello e con questo gesto dice lโesperienza del suo stare davanti al volto di Dio. Aveva vissuto la sua testimonianza, si era scontrato con i profeti di Baal, si era attirato lโira del re preoccupato di avere una religione a servizio dei suoi interessi. In una condizione di solitudine e di desolazione vive la sconvolgente esperienza del farsi vicino di Dio: la โvoce di un leggero silenzioโ giunge ad Elia nel deserto aprendo il suo cuore ad una promessa di futuro e con lโinvito a riprendere il cammino.
Dio non si fa incontrare in eventi sconvolgenti, ma in punta di piedi si avvicina nel momento del deserto, sul monte. Non รจ lร dove si pensa che egli sia, ma si comunica a noi silenziosamente in modo nascosto, rivolge la sua chiamata in modo discreto, non segue le logiche del clamore o dellโentusiasmo religioso.
Questa pagina racchiude certamente una critica ad una religiositร che confonde Dio con gli elementi della natura per dire che Dio รจ il totalmente altrimenti, ma รจ anche e soprattutto una grande proposta di una fede liberata dalla pretesa di possedere Dio stesso. La sua presenza รจ come soffio, il suo nome รจ silenzio che rinvia ad un cammino, ad una ricerca ad un futuro da accogliere.
Elia scopre che il Dio che lo chiama รจ un Dio nascosto, i suoi pensieri non corrispondono ai pensieri di grandezza e di potenza umani. La sua promessa apre ad un โoltreโ e ad un โaltroveโ. Elia deve convertirsi ad un nuovo volto di Dio che lo costringe ad una sempre nuova conversione, aย riprendere il cammino che lo porterร ad incontrare in modo nuovo gli altri.
Nella pagine vangelo Gesรน dice: โCoraggio, sono io, non abbiate pauraโ. Afferra Pietro e lo richiama: โperchรฉ hai dubitato?โ
Sulla barca di fronte alle forza del male simboleggiate dallo sconvolgimento del mare, la paura รจ vinta da una parola di Gesรน parola che รจ promessa di presenza e vicinanza. La sua parola vince le onde e rinvia ai prodigi dellโesodo quando Dio fece passare a Israele il mare (Es 15,8.16). Al mare, simbolo delle forze della morte, dice โTaci, calmatiโ. Nella risurrezione ha sconfitto il buio del male, ed ha portato la pace. Invita i suoi ad avere fede che รจ abbandono in un incontro: รจ la fiducia di essere tra le mani del Padre buono, che ha cura di noi, ci libera da ogni male e ci rende responsabili di liberazione per gli altri.
Fonte: il sito di don Alessandro Cortesi
p. Alessandro Cortesi op
Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโIstituto Superiore di Scienze Religiose โsanta Caterina da Sienaโ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โGiorgio La Piraโ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ Firenze.




