Ci sono case che frequentiamo piรน che volentieri, soprattutto quando in esse si gioisce della nostra presenza o quando vi riconosciamo persone che per noi sono particolarmente significative. Oggi il vangelo ce ne indica una verso la quale affrettare i nostri passi piรน spesso di quanto facciamo cosรฌ da ritrovare il senso di tante nostre cose. ร la casa di Marta, Maria e Lazzaro. Una casa verso la quale lo stesso Gesรน piรน volte ha diretto i suoi passi ricercando il conforto dellโamicizia. Sarร stato cosรฌ anche quel giorno. Avrร avuto bisogno anche lui di fermarsi mentre era in cammino con i suoi discepoli. Persino Gesรน ha conosciuto la sosta e la necessitร di un conforto.
Quella che si presenta davanti a noi รจ una scena domestica con parole domestiche, non religiose. In quella casa Gesรน trova una pronta accoglienza. Marta รจ davvero una persona che sa accogliere generosamente. La sua รจ una casa aperta: Gesรน sa di potervisi recare con libertร . ร di casa, noi diremmo. Ci tornerร anche prima della passione.
Tuttavia Marta ha un difetto di prospettiva: รจ talmente presa dalle sue cose da preoccuparsene piรน di quanto non si occupi di colui al quale le sue azioni sarebbero indirizzate. Ecco lโerrore di Marta. Il rimprovero che Gesรน le usa, vorrebbe portarla a scoprire che, in fondo, si sta dedicando a se stessa. Troppo presa dal bisogno di fare, non ha compreso che cโรจ altro da fare: lasciar fare.
Maria non sente il bisogno di fare nulla: รจ solo intenta ad ascoltare la parola dellโamico che le ha visitate. A lei sta a cuore non ciรฒ che bisogna fare perchรฉ lโaltro stia bene, ma aprirsi al dono che lโaltro รจ e rappresenta per la sua vita. Ha capito anzitutto che con quellโuomo sono superate persino le convenzioni sociali che volevano che una donna non potesse stare nella stanza riservata agli uomini, figuriamoci poi farsi discepola di un rabbi. Lโessersi messa in ascolto dellโamico ha fatto sรฌ che Maria bruciasse ogni ostacolo.
E comโรจ ovvio Marta si lamenta di questo evidente disinteresse della sorella per i doveri di una donna. Addirittura rimprovera lโamico perchรฉ non si cura del fatto che lei sia stata lasciata sola. Mai parole piรน vere sulla bocca di Marta. Marta รจ sola. Non si รจ accorta che quanto sta facendo non solo la distoglie dallโamico e da sua sorella ma persino da se stessa.
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Tutto era cominciato molto bene nel segno di una accoglienza premurosa: al centro cโera lโamico e ciรฒ che bisognava fare per lui. In quel quadro armonioso in cui ciascuna delle sorelle mette Gesรน al centro della propria attenzione qualcosa si rompe quando Marta dapprima sposta lo sguardo da Gesรน a Maria e a ciรฒ che non sta facendo per poi finire di mettere al centro se stessa e la sua solitudine. Lc, molto finemente, annota che Marta si fece avanti. Tutto รจ capovolto: Marta ha messo al centro il suo punto di vista. Non ce nโรจ altri. E vuole che persino Gesรน faccia in modo che prevalga il suo punto di vista.
Pur dandosi da fare nel servire, Marta osserva se stessa, per questo si agita. Paradossalmente, proprio il suo servire Gesรน finisce per allontanarla da lui: pur lavorando per lโamico non si cura di averlo lasciato in disparte convinta di sapere giร in partenza ciรฒ che egli potrebbe gradire. Maria non guarda se stessa, guarda lโamico: al centro cโรจ lui e la sua parola, la sola che pur nella molteplicitร delle cose da fare consente di non essere interiormente divisi.
Al Maestro non importa che si lavori per lui ma che si lavori con lui.
Di una cosa sola cโรจ bisogno. E io per che cosa mi sto dando da fare? ร davvero la cosa giusta ciรฒ che sto facendo?
Il problema non รจ scegliere una realtร particolare facendo la quale si รจ al sicuro, mentre chi sceglie altro รจ ad un livello inferiore. Il problema, semmai, tanto per chi sceglie la preghiera quanto per chi fa dellโaltro, รจ non smettere di rimanere discepoli. Quello che sto facendo ora โ qualunque cosa essa sia โ lo sto vivendo da discepolo di nuovo bisognoso di ripartire dal Maestro o son convinto di sapere giร in partenza in che modo viverlo?
FONTE – Lasciar fare โ SS. Marta, Maria e Lazzaro
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