Per dare senso al deserto che stiamo vivendo, per incamminarci verso la resurrezione da tutto ciรฒ che in noi odora di morte siamo invitati a riprendere in mano la nostra vita di preghiera. Dopo averci consegnato il Padre Nostro, la preghiera dei figli, il Signore oggi ci invita a riflettere sul senso profondo della nostra preghiera.
Cosa รจ per noi la preghiera? Una richiesta? L’insistenza per convincere una sorta di divinitร insensibile e dispotica? Dio, che potrebbe aiutarci, che potrebbe guarirci o sanare una situazione cosรฌ palesemente ingiusta tentenna, nicchia, si volge dalPaltra parte? Quante volte obiettiamo a Dio che non si occupa di noil O che non agisce! Gesรน ci provoca: quale idea di Dio abbiamo mentre preghiamo? E risponde: il Dio che egli prega รจ un padre che sa bene di cosa abbiamo bisogno, che ci conosce.
Non darebbe mai una pietra al figlio che gli chiede del pane, o una serpe al posto del pesce. E se noi sappiamo dare cose buone ai nostri figli, quando ce le chiedono, perchรฉ non dovrebbe farlo lui? Allora chiediamoci: รจ davvero “buono” ciรฒ che gli sto chiedendo? ร, sul serio, davvero, il mio bene?
Certo: chiedere di superare una malattia รจ una cosa buona, ma la malattia fa parte del nostro percorso di vita, รจ il modo che il nostro corpo ha di segnalare un disagio. Certo: chiedere la pace nel cuore e nel mondo รจ una cosa giusta, ma siamo noi per primi a doverla realizzare intorno a noi. Spesso le nostre preghiere chiedono cose che potremmo fare noi, perciรฒ Dio non risponde.
Oppure attende a darcele perchรฉ in noi cresca piรน forte il desiderio. Gesรน si fida del Padre e chiede a noi di fidarci, di uscire fuori dagli stereotipi in cui, spesso, lo rinchiudiamo, Chi cerca trova, dice il Maestro, a chi bussa verrร aperto. Spesso ho chiesto e non ho ottenuto ma, guardandomi indietro, mi rendo conto di non avere ricevuto quanto chiedevo ma tutto ciรฒ che desideravo, senza saperlo.
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Sรฌ, oggi mi voglio fidare di Dio e convertire la mia preghiera che non viene esaudita, spesso, perchรฉ sbaglia destinatario.
Fonte: Il mensile “Amen – la Parola che salva“
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