Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 30 Gennaio 2023

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Che strano racconto!

Che strano racconto! Sembra una favola popolare e istintivamente la relegheremmo nei vangeli apocrifi e invece figura in tutti e tre i vangeli sinottici. Che cosa ha da dirci questo strano testo ricco di dettagli paradossali?

Ci troviamo in un territorio pagano e dunque impuro, in un luogo dimora di morti, un cimitero. Cโ€™รจ un uomo senza nome, definito solo come โ€œposseduto da uno spirito impuroโ€; vive dove non cโ€™รจ piรน vita, รจ un disperato, uno dei tanti disperati che hanno abitato e abitano la nostra terra. Tommaso dโ€™Aquino spiegava il termine latino desperatio collegandolo a pes, piede; รจ il venir meno del piede lungo il cammino, non si ha piรน la forza di andare avanti. Questโ€™uomo sa di aver bisogno dellโ€™aiuto degli altri e contemporaneamente li teme come minaccia. Del resto ha giร  sperimentato quale aiuto sanno dargli gli altri; forse benintenzionati, per cercare di impedirgli di fare e di farsi del male, hanno tentato di legarlo con ceppi e catene, ma non hanno tentato di ascoltare il suo grido, un urlo che si leva giorno e notte.

Lโ€™urlo dei sofferenti dร  fastidio e si cerca di emarginarli. Il malato รจ arrivato a un grado di disumanizzazione totale, di disintegrazione; non riesce piรน a parlare a nome proprio, a dire โ€œioโ€; rigettato dagli altri, non riesce a volersi bene, fa del male a se stesso. Corre da Gesรน e ci aspetteremmo che gli chiedesse la guarigione, e invece, come tutti noi, vuole e non vuole essere guarito; invoca e respinge chi lo potrebbe aiutare; รจ prigioniero e complice del suo male. รˆ la contraddizione che ci abita! โ€œNon tormentarmi!โ€: sembra sapere che la liberazione da qualsiasi forma di schiavitรน ha sempre un prezzo, perchรฉ non รจ facile guardare in faccia e leggere gli impulsi autodistruttivi che abitano in noi. Ma Gesรน sa ascoltare, sa cogliere il desiderio profondo di quellโ€™uomo. โ€œQual รจ il tuo nome?โ€, โ€œTu chi sei?โ€; e il malato narra la sua lacerazione interiore, i molti demoni che lo abitano. Agli spiriti impuri che ha fatto uscire dal malato Gesรน permette di entrare in una mandria di maiali che si getteranno nel mare, luogo di morte, luogo del loro annientamento definitivo.

Nella scena finale lโ€™uomo รจ seduto, vestito, in pieno possesso di sรฉ. Ma il buon senso e la normalitร  non sono la finale del racconto. Gesรน ha sconvolto il โ€œdisordine costituitoโ€ in cui รจ chiaro chi รจ sano e chi รจ malato, chi รจ dentro e chi รจ fuori, chi deve essere emarginato perchรฉ non si adatta alla vita cosiddetta normale. E la gente accorsa a vedere lโ€™accaduto vorrebbe che tutto rientrasse in quel โ€œdisordine costituitoโ€, nella normalitร  presentata come ragionevole, per la quale tutto ciรฒ che si manifesta come un poโ€™ diverso va messo in ceppi e catene. Gesรน ha dato un insegnamento nuovo con autoritร  (cf. Mc 1,21-28); lโ€™insegnamento nuovo รจ la liberazione dellโ€™uomo, anche al di fuori dei confini della terra di Israele, un insegnamento dato con โ€œautoritร  che autorizza, cioรจ, che rende autore della propria vita colui che era dilaniato da uno spirito impuroโ€ (Y. Redaliรฉ). Quellโ€™uomo

non ha piรน bisogno di difendere la propria libertร  standosene ai margini e sentendosi in colpa perchรฉ non si adegua al pensiero comune. Gesรน non gli permette di seguirlo fisicamente, vuole che prenda in mano la propria vita e racconti quello che ha vissuto. Alla fine sarร  Gesรน costretto ad allontanarsi; ha creato trambusto e danni, ha messo in discussione quella pace falsa.

sorella Lisa

Per gentile concessione del Monastero di Bose

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