p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 12 Gennaio 2023

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Un lebbroso: una persona che vive in perpetua sofferenza morale e fisica, che vive in perpetuo isolamento. Nel vangelo di oggi trasgredisce la legge questo lebbroso, per questo puรฒ incontrare qualcuno. Il lebbroso รจ un intoccabile, un inavvicinabile.

Pensando a questo lebbroso, mi vengono in mente le tante persone che non hanno diritto di vivere e di essere. Mi vengono in mente le centinaia di milioni di emarginati di cui la nostra societร  ha bisogno per vivere. Le bidonville strapiene di gente che ha una sua dignitร , anche se noi non gliela riconosciamo, che ha una sua vita. Le tantissime persone che vivono sotto la cosiddetta soglia di povertร , ma che vivono con dignitร  questo loro stato. Persone isolate che sanno trarre dal loro stato comunque un senso alla loro vita. Che mostrano il loro attaccamento alla vita. Persone che nella loro emarginazione e nella loro dignitร  vivono del loro desiderio di vita.

Mi venivano in cuore le tante persone che vivono continuamente nella sofferenza fisica, che non hanno piรน alcuna speranza, che non desiderano piรน nulla, che faticano anche ad aspettare la morte, che sono martoriate da un sistema sanitario che il piรน delle volte le usa per sopravvivere a se stesso.

Quante persone che vivono escluse dalla societร , cioรจ da noi; che ci danno fastidio. Non hanno diritti, come se non fossero mai esistite. Tutte queste persone oggi, nella persona del lebbroso, si presentano a Gesรน, si presentano a noi e ci dicono: โ€œSe vuoi, puoi guarirmiโ€. Quale รจ la nostra reazione di fronte a una richiesta del genere?

Forse non abbiamo piรน tempo per ascoltarlo questo grido! Forse non abbiamo piรน nemmeno la capacitร  di sentirlo: il nostro cuore รจ chiuso e arido, ha paura di essere travolto da questa massa che spinge ai confini delle nostre nazioni e alle nostre porte continua a bussare. Forse anche il nostro udito รจ abituato a fare orecchio da mercante, a non individuare piรน la voce di un fratello che grida a noi: aiuto! Forse la nostra capacitร  di attenzione รจ talmente compressa da essere continuamente distratta, persa nei suoi pensieri! Abbiamo tante preoccupazioni sul lavoro: come si fa a porre attenzione ai poveri, ai figli, alla moglie, al marito, ai genitori, ai nonni, al parroco, alla vecchietta, al marocchino, alla prostituta, al morto di fame, allโ€™ubriacone che incontriamo per strada e che, se non stiamo attenti, ci vomita addossoโ€ฆ umanitร ? Sarebbe meglio fare una pulizia radicale di tutte queste persone cosรฌ che noi non siamo piรน disturbati!

Queste persone gridano a noi: โ€œSe vuoi, puoi guarirmi!โ€. Sentiamo il loro grido? Ci permettiamo di avere compassione di loro come Cristo ha avuto compassione del lebbroso? Compassione, la traduzione letterale direbbe โ€œAdiratosiโ€, abbiamo ancora forza per adirarci di fronte alle ingiustizie? Abbiamo ancora fiato per gridare a nome di quegli oppressi che fiato non hanno piรน? Riusciamo ancora a dire col nostro cuore: โ€œLo voglio, guarisci!โ€?

รˆ vero non possiamo risolvere i problemi del mondo intero! Ma ogni giorno ognuno di noi puรฒ andare incontro ad un povero, ad una persona bisognosa ad un lebbroso di ogni genere e risolvere quel poco che ogni giorno ci viene chiesto. Non possiamo nasconderci dietro al fatto che ce ne sono tantissimi altri: tu aiuta quello che puoi aiutare. Dietro ogni volto cโ€™รจ una persona, dietro ogni problema cโ€™รจ una vita. Bando ogni volontร  di onnipotenza, largo alla forza dellโ€™amore per quella persona che oggi si presenta a me chiedendomi di toccarla e dire con tutta la mia persona: โ€œLo voglio, guarisci!โ€.

Una domanda: รจ piรน importante arrivare puntuali ad un incontro, o fermarsi a dare una mano ad una persona che ha bisogno?

La guarigione di una malattia che era ritenuta maledizione di Dio, diventa segno dei tempi messianici, diventa benedizione di Dio. Noi, guarendo questa malattia, diventiamo persone che fanno crescere il Regno di Dio, che fanno Eucaristia, siamo benedizione per i nostri fratelli: li benediciamo con il nostro adirarci contro ogni malattia ed ingiustizia, li tocchiamo, diciamo loro che vogliamo che guariscano, comunichiamo loro benevolenza di cuore, diventiamo persone contagiose nel bene.

Questi poveri, sono loro che toccati da Cristo attraverso di noi, annunceranno la buona novella agli altri poveri. La annunceranno semplicemente vivendo, mostrando agli altri la loro guarigione, la loro vita nuova. Avendo sperimentato lโ€™incontro con Cristo, grazie a noi, non potranno piรน tacere, per questo โ€œcominciรฒ a proclamare e a divulgare il fattoโ€. Gesรน รจ un fatto, รจ concretezza, รจ corpo, lo possiamo toccare, non รจ incenso che si disperde alla prima folata di vento, รจ vita: accogliamo questo grido di vita che ci arriva dai lebbrosi di oggi, e rispondiamo nel nostro piccolo, nel nostro quotidiano, troviamo il tempo per fare questo: ce lโ€™abbiamo, diamogli prioritร , e il mondo si sveglierร  ogni giorno piรน bello.

AUTORE: p. Giovanni Nicoli

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