Nei giorni che seguono il Natele la Chiesa ci propone la memoria dei โcomites Christiโ, i discepoli di Gesรน, coloro che erano piรน vicini nel suo percorso terreno e primi a renderne testimonianza, anche con il martirio: Santo Stefano, Giovanni Evangelista, i Santi Innocenti. Nonostante lo celebriamo ogni anno il passaggio dalla festa di nascita di Gesรน Bambino al martirio di Santo Stefano puรฒ suscitare alquanto sgomento. Dalla nascita del Salvatore alla morte dei suoi fedeli. Dov’รจ la buona novella? La vediamo soltanto alla luce di un incontro con Dio che รจ cosรฌ travolgente da non far temere piรน neanche la morte.
Possiamo esserne sicuri per la vita di Santo Stefano, ma รจ possibile anche per noi oggi? Nel Vangelo Gesรน dice che arriveranno tanti momenti di prova e di sconforto, di abbandono e di sofferenza, ma non resteremo soli.
I martiri sono quelli che hanno sofferto pene ingiuste e inimmaginabili per Gesรน, ma nonostante tutte le sofferenze sono riusciti a mantenere la pace, la gioia e la fede grazie a una profonda comunione con Dio e l’apertura all’azione dello Spirito Santo. Il volto di Stefano, come quello di Mosรจ quando andรฒ a pregare sul monte Sinai, diventa radioso, cosรฌ che le persone faticano a guardarlo.
L’incontro con Dio puรฒ essere cosรฌ intenso da lasciare un segno sul nostro volto eโcosa ancora piรน importanteโda cambiare il nostro modo di stare al mondo, relazionarsi con gli altri e affrontare le avversitร della vita. E questo รจ il senso della vita di fede. Anche noi siamo in grado di accostarci a Dio che ci dona gioia, forza, sapienza e coraggio affinchรฉ nelle nostre sfide e martiri quotidiani sappiamo essere le persone attraverso le quali si vede Dio.
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per lโEvangelizzazione e la Catechesi
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Il commento di oggi รจ proposto da Gabriela Rogowska.



