Covo di ladri o dimora di Dio?
Molto scarno, essenziale il racconto di questo episodio in Luca:
dei venditori abusivi,
il luogo della presenza del Signore stravolto a dimora di ladri
e ricondotto a spazio per lโannuncio quotidiano del Vangelo,
trame di morte e parole di vita a cui aggrapparsi.
Luca non dice nulla sulla natura e la liceitร o meno della merce venduta nel tempio:
vendono pesi troppo grevi che loro non osano spostare nemmeno con un dito?
O vendono fumo, illusioni, false aspettative?
Non sappiamo.
Sappiamo invece che Luca qualifica i venditori come ladri.
Eย โladroโ รจ chi si impossessa indebitamente di ciรฒ che non รจ suo,
chi usurpa uno spazio di preghiera destinato a tutti,
o chi ritiene di poter mettere le mani su un Dio che a tutti si dona e dona la vita.
E โladroโ รจ anche chi si fa pagare in modo ingiusto,
chi erige lโiniquitร a criterio di scambio,
chi ruba la speranza del povero.
Scacciati i ladri, โGesรน ogni giorno insegna nel tempioโ.
Il versetto successivo al nostro brano indica che questo insegnamento altro non รจ che lโannuncio del Vangelo, lโevangelizzazione del popolo.
Ed รจ questa buona notizia a suscitare reazioni opposte: intrighi di morte oppure un ascolto che โsospendeโ tutto lโessere umano โ anima, corpo e spirito โ nello spazio del Signore Dio.
Gesรน, ancora una volta, riporta gli eventi, i luoghi, le persone, le leggi allโintenzione del Legislatore,ย riconduce tutto e tutti nello spazio vitale di Dio, nel suo modo di pensare e di agire. Le parole che qui pronuncia non sono sue, appartengono ai profeti che lo hanno preceduto e, come tali, appartengono in ultima istanza a Dio.
Gesรน, nella casa di preghiera voluta da Dio,ย ristabilisce il primato della Parola di Dio e lโatteggiamento di ascolto verso la buona notizia.
Sarebbe giร molto se nelle nostre comunitร noi riuscissimo a custodire e a rinnovare ogni giorno questo primato e questo ascolto: vedremmo le energie di morte scacciate via e lo spazio della caritร dilatarsi fino ad abbracciare lโamore stesso di Dio.
fratel Guido
Per gentile concessione del Monastero di Bose
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