ยซLโuomo contemporaneo ascolta piรน volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perchรฉ sono dei testimoniยป. (San Paolo VI)
Anche nella religione esistonoย fondamentalismiย eย fanatismi,ย delleย persone pie e devoteย che si sentono a posto con la propria coscienza, al punto da disprezzare gli altri, sentendosi superiori e piรน vicini a Dio. In quale Dio crediamo? Quando preghiamo, dentro la preghiera, vediamo con gli occhi di Dio compassionevole? Di quale Dio parliamo agli altri? Se non si vuole banalizzare questa parabola, occorre evitare facili risposte.
La preghiera atea
Non parlava se non inย paraboleย Gesรน, cosรฌ da porgereย la veritร di Dio e dellโuomoย attraverso le immagini della vita ordinaria. Si sale verso il Tempio, non insieme ma distanti, un paradigma dicotomico rappresentato da unย fariseoย e unย pubblicanoย che si recano per pregare, due vite lontane, atteggiamentiย differenti, e preghiere diverse. La presunzione in regola, di chiย fa i conti delle opere buone, del cuore orgoglioso, che contempla vanitosamente se stesso e disprezza lโaltro. Poi cโรจ la preghiera di chi non riesce ad alzare lo sguardo, cade tra le braccia di Dio, una preghiera breve ed essenziale.ย Facile per noi ascoltatori contemporanei scegliere lโumile pubblicano!
La preghiera verso se stesso รจ quella di chi si fa Dio, esalta il proprio io, รจ il dramma di Narciso che affoga nellโimmagine che contemplava, di chi sfugge a fare veritร in sรจ stesso. La vita di fede invece chiede di entrare nellโabisso di se stessi, la preghiera umile di chi riconosce il proprio peccato, una preghiera breve, di chi si abbassa,ย non io ma Dio.
Dio giustifica
A furia di autocertificarsi, ci si mette al posto di Dio, fino a guardare gli altri come se si fosse al posto che compete solo allโAltissimo. Questo รจ il rischio di chi mette a nudo una religiositร dei meriti e dei premi, di chi cerca di placare le proprie angosce con riti e catene di preghiere ininterrotte. Gesรน ricorda che ciascuno puรฒ fareย lโesperienza di essere giustificatoย solo nella misura in cui riconosce di non essere giusto, ma di essere amato e perdonato, di chi opta per unaย spiritualitร del quotidiano, del frammento, la bellezza della ferialitร dellโincontro con Dio.
Il fuoco della caritร
Laย nostra preghieraย rispecchia la vita che conduciamo, neiย frammentiย delle nostre giornate e della nostra povera carne. Se รจ sincera e autentica, anche la preghiera รจ coerente, eย Dio si crea un varco, non nel cuore di chi presume di essere giusto. โIn realtร , il cristiano sta giร vivendo la propria spiritualitร ogni qualvolta, in tutto ciรฒ che pensa, che dice e che opera, si scopre sempre al di lร di se stesso e al contempo affascinato della domanda del mistero piรน grande che lo raggiunge in forma anonima e silenziosa nel quotidiano della sua attivitร e che chiamiamo Dio. (..) Si tratta di una esperienza spirituale di apertura a Dioโ (F.C).
Se si vuole trovare unaย differenzaย nei due atteggiamenti, รจ la mancanza nellโuno di unaย relazione di alteritร , e nellโaltro emerge unaย vulnerabilitร ย che si interpella e non si chiude alla possibilitร della conversione.
SIGNORE TU PUOI RENDERMI GIUSTOย
- Da che parte sta Dio? E tu? Disprezzi gli altri?ย
- La preghiera accende il fuoco della caritร ? Nella preghiera ci apriamo a Dio?
Siamo viandanti che camminano nella notte, siamo sentinelle che scrutano lโaurora, siamo veglianti e vigilanti in attesa dello Sposo. Siamo la lanterna della vita e della fede, e ogni giorno รจ un passo verso il Cielo. Siamo lโimpossibile che diventa possibile, perchรฉ lโodio possa trasformarsi in amore, il buio in luce, la guerra in pace, la tristezza in gioia, il pianto in sorriso. Siamo tutte le cose, siamo i colori dellโarcobaleno.

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Don Vincenzo รจ nato il 7 giugno 1973 a Taurianova. Dopo la laurea in Economia Bancaria Finanziaria ed Assicurativa nellโUniversitร Statale di Messina conseguita nel 1999, ha frequentato il Collegio Capranica a Roma dal 2001 al 2006. Ha studiato filosofia e teologia presso la Pontificia Universitร Gregoriana di Roma dal 2001 al 2006 retta dai padri gesuiti della Compagnia di Gesรน. […]



