Proseguiamo il nostro cammino dietro a Gesรน (โGesรน prese la ferma decisione di mettersi in camminoย verso Gerusalemmeโ, Lc 9,51, XIII domenica โ 26 giugno). Desidero ribadire questo concetto in quanto tutto il van gelo di Luca รจ un cammino, un pellegrinaggio verso la Cittร Santa, dove Gesรน darร la sua vita per noi. Eโ lungoย questo cammino che Egli educa, fa miracoli, predicaโฆ Il nostro stare dietro a Lui, di domenica in domenica, รจ dunque uno stare in amicizia con il Signore; un imparare da Lui per poter vivere come Lui.ย Ormai mancano quattro domeniche al termine dellโAnno Liturgico: conclusione del cammino liturgico, ma simboloย del termine del cammino della vita, dove Gesรน โ Re โ ci accoglierร in Cielo.ย ย
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Il tempo dunque stringe, e Gesรน sta educando i discepoli, e oggi ciascuno di noi, ad andare allโessenziale. A con centrare lโattenzione su ciรฒ che conta pur di essere accolti nella sua Casa.ย ย
In queste ultime domeniche siamo stati invitati a sintonizzarci col cuore stesso di Dio, che รจ Misericordia (XXIV-XXVIย domenica). A questo paradosso che ci coglie sempre impreparati, sono seguite due domeniche dedicate al temaย della fede (XXVII-XXVIII domenica), senza la quale difficilmente si puรฒ comprendere lโagire di Dio. E quindi il tema dellaย preghiera (XXIX e oggi), esperienza di amicizia a tu per Tu con lโAmico Dio, a tu per Tu con lโInfinito a cui posso abbandonarmi. Una triade che bene esprime le colonne portanti che dovrebbero contraddistinguere ogni discepoloย di Gesรน.
Un uomo/donna sedotto dalla misericordia di Dio e per questo animato a coltivare un rapporto con Lui (รจย la fede), coltivato in un costante dialogo di amicizia (preghiera). Ma cโรจ un dato che Gesรน sta facendo emergere.ย Non basta dire di essere misericordiosi, di aver fede o di pregareโฆse poi non riempiamo di contenuto queste parole. In fondo, se ricordiamo, il serpente sapeva ben parlare con Adamo ed Eva, ma nel suo gioco di parole cโeraย lโinganno (cfr Gen 3). Cosรฌ Gesรน ci sta educando a coltivare la veritร delle cose, ci insegna ad andare al cuore di ogniย esperienza.ย ย
Lโodierno testo del vangelo viene preceduto dalla prima lettura tratta dal libro del Siracide: โIl Signoreโฆper lui nonย cโรจ preferenza di personeโฆ Non trascura la supplica dellโorfano, nรฉ la vedovaโฆ La preghiera del povero attraversa leย nubiโ. E nel salmo, preghiera di risposta alla prima lettura, lโautore cosรฌ si esprime: โIl Signore รจ vicino a chi ha ilย cuore spezzato, egli salva gli spiriti affrantiโฆ non sarร condannato chi in lui si rifugiaโ.ย ย
Con questa chiave di lettura, entriamo cosรฌ nel testo del vangelo.ย ย
9: โDisse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altriโ.
Domenica scorsa รจ stato introdotto il tema sulla necessitร di pregare sempre (Lc 18,1-8). Oggi, ripartendo dalloย stesso punto in cui ci siamo interrotti domenica scorsa, il Signore aggiunge che non basta โpregare sempreโ se poiย interiormente coltiviamo sentimenti sbagliati: โDisse questa parabola per alcuni che avevano lโintima presunzione diย essere giusti e disprezzavano gli altriโ. Se non cโรจ un atteggiamento corretto a nulla vale la preghiera che diventaย ostentazione della propria presunzione!ย ย
10-14: 10“Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava cosรฌ tra sรฉ: “O Dio, ti ringrazio perchรฉ non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adรนlteri, e neppure come questo pubblicano. 12Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. 13Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si battevaย il petto dicendo: “O Dio, abbi pietร di me peccatore”. 14Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornรฒ a casa suaย giustificato, perchรฉ chiunque si esalta sarร umiliato, chi invece si umilia sarร esaltato”.ย
I protagonisti di questa parabola sono un fariseo e un pubblicano: entrambi salgono al tempio a pregare, ma colti vano due sguardi differenti.ย ย
Il fariseo sta in piedi, nella posizione di chi รจ sicuro di sรฉ, e in una sorta di monologo elenca con sicurezzaย le sue bravure. Sono parole in cui si cela uno stravolgimento della preghiera, il suo sguardo รจ rivolto a se stesso,ย non a Dio. Il fariseo sostituisce il suo ยซioยป a ยซDioยป e rende grazie non per ciรฒ che Dio, nel suo amore fedele, ha fattoย per lui, ma per ciรฒ che lui stesso ha compiuto per Dio! ร come se si guardasse allo specchio auto celebrandosi:ย โdigiunaโฆpaga le decime/le offerteโฆโ. Si comporta esteriormente secondo la Legge, ma รจ solo facciata! La fedeย non รจ un privilegio e lโosservanza della legge non รจ garanzia per sentirsi giusti o superiori agli altri! Una preghieraย che Gesรน bollerร come non gradita e che bene richiama un passo dellโevangelista Matteo: โSignore, Signore, nonย abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demรฒni nel tuo nome e compiuto miracoli nel tuo nome? Io perรฒ dichiarerรฒ loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquitร โ (Mt 7,22-23). ย
Diverso รจ lo sguardo del pubblicano: non osa alzare gli occhi verso Dio, vede se stesso nella propriaย veritร di peccatore, si batte il petto. Possiamo dire che prova lo stesso sentimento di Pietro di fronte alla santitร diย Gesรน: โSignore, allontanati da me che sono un peccatore!ยป (Lc 5,8). A suggerirci che lโautentico incontro con Dio e conย Gesรน Cristo coincide con lo svelamento allโuomo del proprio essere peccatore, ed ecco perchรฉ la preghiera: โO Dio,ย abbi pietร di me peccatoreโ รจ quella che meglio esprime la nostra condizione: siamo chiamati a riconoscere le nostreย cadute e ad accettare che Dio le ricopra con la sua inesauribile misericordia, lโunica cosa veramente necessariaย nella nostra vitaโฆ Per capire ancor di piรน questo atteggiamento, pensiamo a un altro sguardo, quello sul Calvario,ย dove la folla โche ha visto Gesรน morire come un giustoโ si batte il petto: la gente si sente guardata da questโuomoย innocente che dร la vita e di conseguenza riconosce il proprio peccato (cfr Lc 23,48).ย ย
Se domenica scorsa siamo stati invitati a pregare sempre, con insistenza, oggi veniamo educati al โcome pregareโ.ย E la prima cosa che emerge รจ che la vera preghiera nasce dal lasciarsi guardare dal Signore Gesรน che รจ morto perย noi, figli prodighi. La preghiera nasce dallo stupore di fronte a un Dio che mi aspetta, mi cerca e muore per me!ย Uno stupore che si fa contrizione di cuore (battersi il petto). Che si fa mendicante di amore (โAbbi pietร di me peccatoreโ).ย
Gesรน concluderร dicendo che solo il pubblicano tornerร a casa giustificato. Una conclusione che richiama lโesperienza dellโofferta-preghiera dei fratelli Caino e Abele: il Signore Dio che scruta il cuore, accolse con favore quellaย di Abele, ma non quella di Caino, tanto che lui โne fu molto irritatoโ (cfr Gen 4,1-4). Lโinvidia, purtroppo, acceca e faย emergere ciรฒ che di brutto uno si porta dentro: Caino, infatti, ucciderร il fratello. Come il fariseo, che uccide il fratello pubblicano con il suo tagliente giudizio.ย ย
La preghiera, insegna oggi Gesรน, non รจ un parlarsi addosso, un riconoscere quante cose di buono ho fatto, ma unย guardare al Signore e riconoscere quanto Lui di buono ha fatto per me! Si tratta di lasciarsi sedurre dallo sguardoย del Signore, il solo capace di cambiare il cuore e quindi la vita. Un invito affidato alla nostra libertร che puรฒ dire diย si – โMi hai sedotto, Signore, e mi sono lasciato sedurreโ (cfr Ger 20,7) โ ma anche di no – โโฆse ne andรฒ via tristeย perchรฉ aveva molti beniโ (cfr Mc 10,21).ย ย
Solo chi ha ยซil cuore spezzatoยป (Sal 51,11) perchรฉ consapevole di essere stato โguardato con misericordiaโ, puรฒย rivolgere a Dio ยซla preghiera dellโumile che penetra le nubiยป (Sir 35,17, prima lettura).ย ย
Recuperando la โtriadeโ con la quale abbiamo iniziato la nostra riflessione, lโesperienza della fede รจ proprio quellaย di sapere di aver bisogno dellโamicizia con il Signore, di sentire il bisogno di averLo al proprio fianco, di poter stareย e dialogare con lui (preghiera) sapendo di essere accolti e capiti non per ciรฒ che si vuol mostrare, ma per ciรฒ che siย รจ, perchรฉ Dio รจ Misericordia.
Il commento al Vangelo di domenica 23 ottobre 2022 curato da don Andrea Vena. Canale YouTube.



