Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 5 Ottobre 2022

508

I Discepoli tormentati dal dubbio di non aver ancora compreso cosa sia la preghiera, e ammirati dall’intensitร  e potenza che si sprigionano nel raccoglimento in preghiera di Gesรน, chiedono: โ€œInsegnaci a pregareโ€. Insegnaci come si entra in quel tempo di ascolto fertile, senza luogo nรฉ materia, leggero e denso, intimo e vibrante, che รจ la preghiera.

L’unica preghiera che Gesรน insegna descrive la cornice ideale nella quale vivere tutta l’esperienza di preghiera, una preghiera universale che parla a nome di tutti: Padre, il nome piรน intimo, memoria di nascita ed infanzia, parola di tenerezza, fiducia, abbandono, memoria, identitร . Filo che allaccia la promessa alla speranza.

Pane, bene primario, che da prima necessitร  diventa atto d’amore. Un pane donato, condiviso, simbolo di compagnia e amicizia, di festa e di gioia, la vita che si libera, lievita e cresce solo se si nutre del nome Santo di un Padre; il perdono, necessario come il pane, che permette l’esperienza dell’amore e del poter ricominciare; della cura e della compassione con la debolezza e la fragilitร  di cui l’essere umano รจ intriso.

Imparare a pregare significa fare l’esperienza del Padre, la vera preghiera non รจ un’azione che facciamo noi, ma un qualcosa che permettiamo che Cristo faccia in noi. Pregare รจ arrendersi all’amore di chi ha deciso di amarci ancor prima di chiederci di amare. La preghiera, prima che richiesta, diventa silenzio, accettare di stare, senza imbarazzo, in un lungo abbraccio tra innamorati.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per lโ€™Evangelizzazione e la Catechesi

- Pubblicitร  -

I commenti di questo mese sono curati da Centro Diocesano per le Vocazioni di Pisa