don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 11 Settembre 2022

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Nel vangelo di domenica scorsa Gesรน indicava tre condizioni per essere suoi discepoli: vivere la relazione sana e matura con lui rinunciando a creare legami di dipendenza con gli affetti familiari, a gettare la croce addosso agli altri, a trattare gli altri come beni di consumo. Alla rinuncia segue lโ€™atto di fiducia, di adesione e di comunione con Dio e i fratelli, lโ€™accettazione serena della propria condizione di fragilitร  e lโ€™umile obbedienza alla parola di Gesรน e infine lโ€™uso dei beni finalizzata alla caritร  fraterna.

Tra coloro che sono con Gesรน ci sono quelli che vanno da lui per ascoltarlo e coloro che lo scrutano per criticarlo aspramente. I pubblicani e i peccatori da una parte e dallโ€™altra ci sono i farisei e gli scribi.ย 

I farisei erano gli aderenti al gruppo di israeliti laici che si distinguevano per la scrupolositร  con la quale eseguivano i precetti della legge mentre gli scribi erano gli esperti delle Scritture, soprattutto della tradizione legislativa. Entrambe le categorie sโ€™ispiravano alla figura di Mosรจ, il profeta e legislatore. In virtรน di tale autoritร  morale essi si arrogavano il diritto di discernere chi fosse uomo di Dio e chi no. Essi stigmatizzavano lโ€™atteggiamento di Gesรน di accogliere i peccatori e condividere con loro il pasto perchรฉ confondevano la comunione fraterna con la connivenza. La mormorazione sulla loro bocca non รจ solo una critica, ma รจ il tentativo di screditare Gesรน per allontanare da lui quelli che lo seguivano.ย 

I detrattori di Gesรน, non sono solo suoi avversari, ma sono i veri nemici del popolo perchรฉ, vestendo i panni dei giusti, creano una confusione che provoca dispersione, inquina il clima di comunione nella Chiesa. Gli scribi e i farisei sono nella chiesa coloro che accusano gli altri, per esempio il Papa, i vescovi, i preti, i cristiani in quanto tali, di essere il male della Chiesa, la causa del suo indebolimento. La mormorazione si distingue dalla critica costruttiva in base al modo col quale si compie. Una cosa, infatti, รจ confrontarsi ed esprimere le proprie contrarietร  con rispetto e apertura al fratello, altra cosa รจ parlare in modo da creare agitazione e confusione, senza per altro giungere ad una conclusione o soluzione del problema.

La prima lettura presenta la figura di Mosรจ che prega per il suo popolo peccatore, si schiera dalla sua parte. La posizione di Mosรจ non รจ quella del giudice che, riconosciuta la colpevolezza del reo, non puรฒ che infliggere la pena, ma quella dellโ€™avvocato che si appella allโ€™amore fedele e misericordioso di Dio. Mosรจ non misconosce il peccato del suo popolo giustificando la sua colpa, ma chiede a Dio di essere giusto svuotando il suo cuore dallโ€™ira per riempirlo di misericordia. La supplica di Mosรจ mira a distogliere lo sguardo di Dio dal peccato per rivolgerlo verso il peccatore.ย 

Chi svuota il suo cuore dallโ€™ira, che si alimenta al ricordo del torto subito, รจ capace di non vomitargli addosso tutto il suo disprezzo, ma di baciarlo con i baci di padre, madre, figlio, coniuge. Attraverso il bacio si condivide lo spirito, lโ€™umanitร  che ci abita.ย 

Gesรน รจ il vero Mosรจ che dalla croce invoca il Padre. Egli dallโ€™alto del patibolo non ha lanciato sentenze di condanna ma ha donato al mondo lo Spirito Santo, che ricrea lโ€™uomo a Sua immagine e somiglianza.

Il vangelo mette in evidenza la gioia con la quale Dio crea e ricrea lโ€™uomo. I soggetti delle tre parabole sono un pastore, una donna e un padre. Tutti e tre protagonisti di vicende segnate da una perdita iniziale: di una pecora su cento, di una moneta su dieci e del figlio minore; ma poi finalmente ciรฒ che รจ perduto รจ recuperato e il ritrovamento รจ coronato da grandi festeggiamenti a cui tutti sono invitati. Le prime due parabole dicono qualcosa che la terza tace e lโ€™ultima parabola approfondisce alla fine ciรฒ a cui le precedenti non accennano. Sia il pastore che la donna si mettono alla ricerca della pecora e della moneta smarrita, cosa che invece non fa il padre con il figlio minore quando va via sbattendo la porta. Il silenzio riguarda quello che il padre fa mentre suo figlio piccolo, lontano da casa, si dร  prima ai piaceri e poi cade in disgrazia. Ma tale vuoto narrativo รจ colmato dallโ€™atteggiamento del pastore e della donna che con ansia cercano ciรฒ che รจ perduto, come Giuseppe e Maria, quando Gesรน rimase a Gerusalemme a loro insaputa.ย 

Lo smarrimento, la perdita, il distacco suscitano unโ€™angoscia che puรฒ trasformarsi in rabbia che ispira pensieri di violenza oppure desiderio di riconciliazione che fa fare anche cose strane rispetto alla logica mondana.ย 

Infatti il โ€œvoiโ€ delle prime due parabole รจ quello degli scribi e farisei che ragionano secondo la logica della retribuzione per cui Dio รจ giusto nella misura in cui dร  allโ€™uomo quello che si merita. In questa logica lโ€™uomo รจ ciรฒ che fa: รจ buono se rispetta le norme della legge รจ cattivo se le viola. In veritร  nessuno รจ giusto se si raffronta alla legge, ma lo diventa solamente se si lascia amare da Dio.

La ricerca รจ dettata solamente dal desiderio della riconciliazione e di ritrovare la comunione. Il dolore della separazione va curato con la terapia della sana inquietudine che fa percorrere ogni via e fa sperimentare ogni tentativo pur di salvare la relazione e ricostruire la comunione.

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Ciรฒ che accomuna tutte tre le parabole รจ la festa nella quale la gioia di Dio coinvolge i vicini e i parenti, i servi e perfino il figlio maggiore. La mormorazione degli scribi e dei farisei riappare sulle labbra del figlio maggiore il quale รจ invitato anche lui alla festa e a partecipare alla gioia del padre.ย 

Essere obbedienti alla legge, senza essere obbedienti a Dio, di per sรฉ puรฒ al massimo procurare il piacevole orgoglio di essere migliori degli altri; presto il piacere si trasforma in triste delusione.ย 

Il figlio maggiore รจ un servo triste del padre; obbedisce ai suoi comandi covando dentro di sรฉ lo stesso desiderio di libertร  malata del fratello. Il dovere per il dovere mortifica la gioia del servizio inasprendo lโ€™animo fino al punto di essere aggressivi, giudicanti, sprezzanti verso gli altri.

I servi della casa partecipano alla gioia del padrone eseguendo i comandi dati dal padre che sembra impazzito dalla gioia. Scegliere il vestito piรน bello e farlo indossare, mettere lโ€™anello al dito e i calzari ai piedi, ammazzare il vitello grasso e fare festa sono i comandamenti della gioia a cui i cristiani devono attenersi con scrupolositร . I servi di Dio non sono tristi esecutori di ordini incomprensibili, ma sono collaboratori dellโ€™amore e della gioia del Signore.ย 

I loro gesti traducono la misericordia di Dio che ha il potere di far rinascere come creature nuove. La Chiesa รจ a servizio della gioia del suo Signore; nei suoi gesti e nelle sue parole non cโ€™รจ spazio per la condanna e per il giudizio ma solamente per la misericordia che recupera chi รจ perduto e richiama alla vita chi รจ morto.

Quando la chiesa si prende cura dellโ€™uomo aiutandolo a rivestirsi della dignitร  di figlio di Dio e collaboratore gioioso della sua misericordia, tinge di cielo la terra.ย ย 

La gioia per la Paternitร  e la fraternitร  ritrovata

Davanti al peccatore cโ€™รจ chi chiede giustizia, intesa come punizione e condanna o chi, come Mosรจ, implora pietร . La preghiera del Profeta punta a infuocare la misericordia di Dio mediante il ricordo della promessa dโ€™amore fatta allโ€™uomo. Ricordare il proprio impegno dโ€™amore vuol dire alimentare il fuoco della misericordia che il peccato dellโ€™uomo rischia di spegnere. Gesรน รจ il profeta che ricorda al Padre che รจ Lui la fonte dellโ€™amore e agli uomini di essere terra fecondata dallโ€™acqua della Sua misericordia. La preghiera converte il cuore di Dio e ha il potere dโ€™invertire le sorti dellโ€™uomo che con il peccato si autocondanna a perdersi. Chi si avvicina a Cristo, lo segue ed entra in amicizia con lui si converte e trasforma la condanna per il suo peccato in festa per la sua scelta di vivere come Gesรน, il figlio di Dio. Il Vangelo รจ il canto della gioia del Padre che ritrova suo figlio e la gioia dei figli che ritrovano la fraternitร .ย 

Paolo รจ testimone della forza con la quale la Grazia di Dio ha agito in lui. La misericordia lo ha reso servo di Dio lui che prima era schiavo del peccato di egolatria. Lโ€™apostolo riconosce gli effetti salvifici della Pasqua che in lui diventano segno di speranza per tutti coloro che sono chiamati alla fede mediante la sua predicazione. Essa non รจ fatta innanzitutto di discorsi ma dalla condivisione delle esperienze di vita, molte delle quali dolorose, che lo hanno conformato a Crocifisso, Sposo dellโ€™umanitร . Dalle parole di Paolo traspare la gioia della conversione, esperienza della misericordia di Dio che cambia il cuore perchรฉ si sia capaci di misericordia.

รˆ inimmaginabile la gioia di Dio per ciascun uomo che si converte dalla schiavitรน del peccato alla libertร . Dio vuole contagiare di gioia i giusti. Anchโ€™essi devono convertirsi, sรฌ, convertirsi alla gioia di Dio. Una giustizia che si riduca alla semplice applicazione di norme ma che non si traduce in relazioni di amore fraterno di accoglienza e di compartecipazione, non รจ giustizia di Dio.ย 

Tutti siamo peccatori. Cโ€™รจ chi nelle parole e nelle azioni e chi nei pensieri, anche se nellโ€™apparenza si รจ giusti. La beatitudine, simboleggiata dalla festa, non รจ il premio ai meritevoli ma รจ un dono che fa sperimentare la gratuitร  dellโ€™amore di Dio ed educa a vivere i rapporti fraterni con misericordia.ย La gioia del Vangelo รจ molto diversa da quella mondana e della quale di solito gli uomini si accontentano. Comunemente la gioia รจ legata al possesso di qualcosa mentre per Dio รจ unita allโ€™amore, quello che non si arrende davanti a nulla e che ricerca ostinatamente la comunione. Gioire per un peccatore convertito รจ ciรฒ che di piรน โ€œinutileโ€ ci possa essere. Su questo convengono Gesรน e coloro che mormorano contro di lui anche se il significato dellโ€™inutilitร  di quella gioia dipende dal punto di vista con il quale si osserva lโ€™altro e dalla qualitร  dellโ€™amore. Lโ€™amore vero รจ di per sรฉ โ€œinutileโ€ perchรฉ non suggerisce la ricerca del proprio interesse ma orienta il desiderio della riconciliazione e della comunione verso cui tende ogni sforzo e impegno. Solo la nostalgia dellโ€™unitร  motiva scelte che agli occhi dei piรน appaiono scandalose. Eppure, basterebbe assumere il punto di vista di chi si รจ smarrito, per avvertire la gioia di sentirsi amati gratuitamente e senza una finalitร  ulteriore che sia la propria felicitร . La gioia di chi ama รจ tanto piรน grande quanto lo รจ quella di chi sperimenta lโ€™amore che perdona, sana e libera. Chi rimane tra coloro che si ritengono giusti e non bisognosi di aiuto, ma piuttosto meritevoli di attenzioni o riconoscimenti, difficilmente sarร  capace di una gioia sincera e soprattutto di condividerla con gli altri.ย 

Signore Gesรน, Tu sei il Vangelo della gioia perchรฉ in Te Dio si fa pellegrino in ricerca dellโ€™uomo perduto per recuperarlo alla comunione. Ti ringrazio perchรฉ con il tuo amore rispondi al mio piรน intimo desiderio di pace e fraternitร . La tua Parola mi aiuti a riconoscere la mia dignitร  di figlio di Dio, a scoprire la mia vocazione, ad esprimere la mia preghiera con la quale invocare la misericordia del Padre per lasciarmi trovare e farmi curare da Lui. Il tuo Spirito mi renda missionario della gioia che non richiede alcun prezzo da pagare se non quello della rinuncia alla presunzione di salvarsi da sรฉ e allโ€™orgoglio che allontana e scandalizza i piรน piccoli, i prediletti del Padre.ย 

Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
La parrocchia Mater Ecclesiae รจ stata fondata il 2 luglio 1968 dallโ€™Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirร  ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di etร … [Continua sul sito]