Sono ferree le leggi che sentiamo oggi: affermazioni dure, imperativi secchi, sentenze senza appello. Frasi aspre, ruvide, che turbano la mia sensibilitร . Mi lascio urtare dalle parole di questo maestro ebreo, dalla sua storia cosรฌ irriducibilmente lontana dalla miaโคโคโค
Qualcosa in me si ribella.
Stando in questa tensione, sento risuonare ancora le parole del Vangelo e timidamente inizio a riconoscere le tracce di una buona notizia: dietro questi comandi severissimi intravedo i tratti dei miei desideri piรน profondi.
Io non voglio fare il bene perchรฉ โbisognaโ e trattenermi dal male perchรฉ โnon si faโ, per mantenermi pulito allโapparenza. Io voglio un cuore abitato fin nel profondo dallโamore e dalla bellezza, capace di guardare allโaltro sempre come fine e mai come mezzo; un cuore completamente libero dalle ansie del possesso, dalle gelosie, dalle tristezze inappagate. Voglio essere vero.
Io non voglio una vita in cui sta dentro tutto e il contrario di tutto, in cui un occhio guarda qui e lโaltro altrove, in cui una mano dร e lโaltra mette da parte, โperchรฉ non si sa maiโโคโคโค Io voglio essere libero da tutte le mie ambiguitร , da tutte le mie mezze misure. Voglio vivere di un Amore per cui valga la pena di tagliarmi occhi e mani, senza vie di fuga e piani di riserva. Voglio essere uno.
Harambet
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato



