Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 28 Aprile 2022

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Sembra esserci una chiara divisione tra quello che appartiene alla terra e quello che appartiene al cielo.

Noi apparteniamo alla terra, e nel dire questo Giovanni fa riferimento alla Genesi, dove si racconta che lโ€™uomo รจ creato dalla terra. Qui sta il punto: siamo creati, e portiamo i limiti insuperabili dellโ€™essere creati. Non possiamo sapere tutto, nรฉ possiamo fare tutto. Nonostante i progressi stupefacenti dellโ€™umanitร , ci muoviamo allโ€™interno di ciรฒ che la natura umana permette. รˆ per questo che sentiamo sempre un desiderio di โ€œdi piรนโ€.

Chi viene dal cielo รจ invece colui che non รจ costretto dai nostri limiti, e lโ€™idea di abitare il cielo come un uccello ci dร  un senso di libertร  e di leggerezza. Eppure non esiste un cielo senza terra. Entrambi sono parte di un sistema in cui uno รจ parte dellโ€™altro.

Se quindi lโ€™uomo viene dalla terra e porta in sรฉ il desiderio di liberarsi dal suo peso e appartenere al cielo, cosรฌ Dio nel suo guardare allโ€™uomo sente il desiderio di averlo con sรฉ al punto da mandare Gesรน. Lui รจ colui che unisce il cielo e la terra. Vivere come Gesรน, il testimone del Padre, vuol dire portare la terra nel cielo, e fare del cielo e della terra una cosa sola.

Leonardo Vezzani SJ

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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato