Secondo il nostro modo di vedere sarebbe giร una grande cosa se riuscissimo ad assaporare il ravvedimento di chi ha sbagliato. E, tuttavia, secondo il vangelo, questo non basta. Non basta restare spettatori compiaciuti di un eventuale percorso di conversione intrapreso da chi ha compiuto il male. Non basta riaccogliere chi ci ha fatto del male. La giustizia della quale il Signore ci chiede di essere amministratori si dispiega nel facilitare un tale percorso, nel renderlo possibile. Per questo Gesรน chiede di creare una nuova opportunitร nei confronti di chi โha qualcosa verso di noiโ. A noi il primo passo, se davvero abbiamo compreso qualcosa di quel Padre che โnon ci tratta secondo i nostri peccati e non ci ripaga secondo le nostre colpeโ.
โVaโ prima!โ. Non serve a nulla salire i gradini di un altare per offrire qualcosa a Dio, se prima non abbiamo deciso di varcare la soglia di chi puรฒ averci fatto del male. Senza questo โprimaโ, ogni vita religiosa รจ una esistenza idolatrica che nulla ha da spartire con il Padre di Gesรน Cristo. Si tratterebbe di un Dio opera dellโuomo il quale benedirebbe i nostri percorsi di allontanamento. Per il nostro Dio, invece, non basta trovarsi ai piedi di un altare e lontani dal cuore dellโaltro.
Non basta non uccidere, occorre piuttosto creare occasioni perchรฉ lโaltro possa vivere di piรน e meglio. Infatti, abbiamo sempre inteso lโesperienza del perdono come un mettere un freno al male giร inferto. Nellโintenzione e nel desiderio del Signore, la disponibilitร alla riconciliazione รจ anzitutto in vista di un incremento di bene.
Non basta non uccidere, รจ invece necessario evitare di giungere al fare come se lโaltro non vi fosse piรน sebbene egli si rapporti a me come se io non esistessi.
Non basta non uccidere, occorre far sรฌ che lโavversario non diventi mai un nemico.
Essere come il Padre, รจ questo il senso della giustizia superiore. Come il Padre, ovvero, non preoccupati della difesa delle proprie prerogative ma capaci di far sรฌ che chiunque possa ritrovare lโarmonia perduta.
La liturgia di questo venerdรฌ ci porta nel cuore stesso di Dio lร dove il Signore, interrogandosi, dice ciรฒ di cui ha โpiacereโ: non certo della morte di chi ha sbagliato. E io di cosa ho piacere?
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AUTORE: don Antonio Savone
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