Don Joseph Ndoum – Commento al Vangelo del 6 Marzo 2022

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Le sfide del potere e del benessere

Con lโ€™imposizione delle ceneri mercoledรฌ scorso, abbiamo iniziato un cammino di penitenza e di purificazione verso la Pasqua di Cristo. Si tratta del tempo forte della Quaresima, che รจ chiamata anche โ€œsegno sacramentale della nostra conversioneโ€, poichรฉ per quaranta giorni e i riti che in essi celebreremo sono richiamo e manifestazione del nostro impegno a rivedere la nostra vita e a aprirci umilmente e totalmente alle esigenze del vangelo: cioรจ alla proposta di un Dio che per cercare lโ€™uomo si fa uomo, si fa disponibile fino alla morte di croce, e risorgendo diventa speranza e certezza per ogni uomo che crede in lui.

Questo itinerario quaresimale appare quindi il fatto di un โ€œmorireโ€ e di un โ€œrisorgereโ€ con Cristo, il โ€œnuovo Adamoโ€ dal quale viene una sovrabbondante ricchezza di grazia che ci riconcilia con Dio. Si tratta in fine dei conti di un โ€œcammino di conversioneโ€, che consiste in un cambiamento radicale, in un mutamento totale, in un rinnovamento intimo del lโ€™uomo, del suo sentire, del suo giudicare e del suo vivere. Lโ€™invito alla conversione รจ, in fondo, invito a credere: credere che Dio รจ dentro la mia storia, che Egli ha la sovranitร  sulla mia vita; una fede che quindi diventa principio di vita e che coinvolge alle pratiche concrete, alle buone opere, che sono valide davanti a Dio nella misura in cui sono espressione di questo interiore coinvolgimento.

La liturgia della parola di questa prima domenica del tempo di Quaresima, nella prima lettura dalla Genesi, ci rivela che a motivo del demonio e del consenso dellโ€™uomo alla sua suggestione, il peccato รจ entrato nel mondo. Il peccato appare qui un atto di diffidenza nei confronti di Dio e un atto di autocompiacenza. Il risultato di questa scelta dellโ€™uomo รจ la scoperta della propria nuditร , simbolo della propria miseria. Questo racconto di tentazione, collocato alle origini, intende inoltre ricordarci che la tentazione รจ qualcosa di legato alla fragilitร  della natura umana; ma intende anche ricordarsi che lโ€™uomo รจ libero, capace di progettare il bene, e nello stesso tempo รจ responsabile delle sue scelte. Paolo nella seconda lettura prolunga questa riflessione sul peccato delle origini, e ci ricorda che dove il peccato aveva portato morte, Gesรน ha portato qualcosa di ben piรน potente: la grazia e la vita.

La pagina del vangelo ci presenta le tentazioni di Gesรน nel deserto. Egli non cede come avevano fatto Adamo ed Eva. Si preoccupa di ascoltare solo la parola di Dio. Gesรน si ritira per quaranta giorni nel deserto, che รจ luogo dellโ€™incontro con Dio, dellโ€™intimitร  e del dialogo contemplativo con Lui. La cifra โ€œQuarantaโ€ designa il tempo necessario al maturare di qualche evento importante o situazione di vita. Gesรน vi era giunto condotto dallo Spirito. Di sicuro per raccogliersi in preghiera, in dialogo col Padre, e per ravvivare la sua consapevolezza di Verbo incarnato tra gli uomini con una missione specifica di salvezza. Gesรน volle quindi scegliere gli atteggiamenti fondamentali e fissare le coordinate della sua azione. Gesรน sceglie anzitutto il digiuno, quel atteggiamento di dipendenza nei confronti di Dio.

Il Digiuno di Gesรน, e soprattutto nel deserto, costituisce un atto di abbandono fiducioso nel Padre solo, al momento di inaugurare la propria missione. Ed ecco, al termine dei quaranta giorni, lโ€™episodio sconcertante della tentazione e del tentatore. โ€œTentareโ€ significa โ€œprovareโ€ una cosa o una persona, quasi per saggiarne la resistenza, per controllarne la consistenza. Nella tentazione di Gesรน nel deserto, il Tentatore per eccellenza cerca di separarlo dal progetto del Padre, cioรจ dalla strada della redenzione da un Messia sofferente, umiliato e rifiutato, per fargli prendere un cammino di facilitร , di successo e di potenza. Gli suggerisce di servirsi della sua potenza divina (se Egli รจ il Figlio di Dio) per soddisfare le proprie necessitร  o per andare incontro alle attese terrene della gente. Il piano del Tentatore รจ chiaro: egli sembra non ben sicuro che Gesรน sia veramente il Figlio di Dio (Dio gli avrebbe nascosto il momento dellโ€™incarnarsi del suo Figlio; Satana vuole allora togliere ogni dubbio), teme lโ€™avvento del Messia promesso che gli strapperร  dalle mani il dominio incontestato delle anime (che erano nelle catene del peccato e della morte) con lโ€™opera della Redenzione. Vuole allora sviare il progetto di Redenzione proponendo a Gesรน di prostrarsi e di adorarlo.

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La scelta di Gesรน รจ giร  fatta e non la cambierร  mai. Egli ha deciso di essere il โ€œServo del Padreโ€ e ci propone un modello che rifiuta di limitare la prospettiva dellโ€™uomo allโ€™orizzonte del pane (โ€œNon di solo pane vivrร  lโ€™uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dioโ€), allโ€™orizzonte dello spettacolare o del sensazionale, buttandosi dal pinnacolo del Tempio (โ€œSta scritto anche: non tentare il tuo Dioโ€) e allโ€™orizzonte del potere e dominio (โ€œVattene, Satana! Sta scritto: adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi cultoโ€).

Gesรน vince le seduzioni del tentatore, che sono anche le nostre, e ci insegna la dinamica per riuscire anche noi vittoriosi nelle tentazioni. Dobbiamo affrontare Satana con la potenza della parola di Dio. Essa รจ un dono cosรฌ grande ed efficace per allontanare ogni male.

Don Joseph Ndoum