Paolo de Martino – Commento al Vangelo del 27 Febbraio 2022

766

Occhio alle guide

Nellโ€™ultima parte del discorso della pianura, Luca ha raccolto diverse sentenze che definisce โ€œparaboleโ€ e che riguardano soprattutto la vita dei credenti nelle comunitร . Queste brevi sentenze sono espresse con delle coppie: due ciechi, discepolo e maestro, due fratelli, due alberi, due uomini, due case. Era una tecnica retorica per facilitare lโ€™imprimersi delle parole nella mente degli ascoltatori.

Ciechi
La parabola del cieco che guida un altro cieco รจ la piรน breve delle parabole, occupa una sola riga.
Unโ€™altra pagina provocante. Tutti seguiamo delle guide, piรน o meno consciamente. Tutti siamo vittime degli influencer siano essi politici, scrittori, cantanti, pretiโ€ฆma ยซpuรฒ forse un cieco guidare un altro cieco?ยป. Lโ€™ammonimento รจ evidente, ma a chi รจ indirizzato? A ogni discepolo, tentato di non riconoscere le proprie incapacitร , eppure abitato dalla pretesa di voler insegnare agli altri. Gesรน si propone come unica guida, lโ€™unico che sa dove condurci. Il problema, รจ quando pensiamo di diventare maestri degli altri.

Gesรน non sta parlando solo dei โ€œciechiโ€ di allora (farisei, scribi, sadducei ecc.), questo lo farร  Matteo. Luca vuole scuotere la sua comunitร , e quindi noi. Nella comunitร  ci dovevano essere dei problemi interni: qualcuno si riteneva superiore agli altri ed esprimeva giudizi come se la fede fosse qualcosa โ€œper gli altriโ€, e non per se stessi in primo luogo.

Eโ€™ il rischio che corriamo (noi, non gli altri) quando siamo investiti di un ruolo di responsabilitร , di un ministero. Il rischio รจ diventare giudici degli altri, insomma il problema รจ quando ci sostituiamo al Maestro e facciamo passare nostre convinzioni come fossero sue parole, pensando, in fondo, di possedere la veritร . Voler guidare gli altri puรฒ sembrare un gesto di amore, ma quando si รจ ciechi e si pretende di essere guide, lโ€™ amore puรฒ condurre le persone nella buca.

Ipocrisia
Il Maestro, con una buona dose di humor, parla dellโ€™ipocrisia. Nella Grecia classica, lโ€™ipocrita era lโ€™attore di teatro, il quale saliva sul palcoscenico per recitare una parte. Contro gli ipocriti (che alla fine si rivelano per quello che sono), viene spontaneo dire: โ€œSenti chi parla. Da che pulpito viene la predica!โ€. Lo hai notato amico lettore? Eโ€™ unโ€™espressione che allude agli ambienti clericali, dove, spesso โ€œsi predica bene, ma si razzola maleโ€œ. I proverbi ci ricordano che lโ€™ambiente ecclesiastico non gode di ottima fama. Lโ€™ipocrita pretende di possedere capacitร  e virtรน che ha solo in apparenza. Diceva Oscar Wilde: ยซGli uomini sono sempre sinceri. Cambiano sinceritร , ecco tuttoยป.
Gesรน รจ chiaro: non guardare alla pagliuzza nellโ€™occhio dellโ€™altro, tu che hai una trave nel tuo.
Questa immagine paradossale ricorda una favola antica. Esopo racconta che ogni uomo, entrando nel mondo, si trova due bisacce appese al collo: davanti, quella piena dei vizi altrui; dietro, quella dei vizi propri; ovviamente vede e stigmatizza quelli degli altri, e non vede invece i propri.

- Pubblicitร  -

Immagino che siamo giร  pronti a giustificarci volgendo lo sguardo al peggio che cโ€™รจ nel mondo: non uccido, non rubo, insomma sono certamente migliore di altri. Vado tutte le domeniche in chiesa, sono prete, diacono, non sarรฒ certo peggiore degli altri. Eppure Gesรน invita a leggere la vita puntando in alto, guardando al capolavoro che sono agli occhi di Dio.

Quanta fatica facciamo a riconoscere i nostri errori. Ciรฒ che vediamo negli altri come โ€œtraveโ€, lo viviamo in noi come pagliuzza; ciรฒ che condanniamo negli altri, lo perdoniamo a noi stessi. Benevoli con noi stessi, spietati con gli altri. Sappiamo che la critica gratuita corrode profondamente il tessuto di una comunitร , di un gruppo, una famiglia, una parrocchia.

Cโ€™รจ perรฒ una tentazione da evitare: dire tutto, sempre e comunque, in nome della veritร . Oggi sembra che la virtรน della discrezione sia merce rara ma essere discreti non significa essere reticenti.

Giudizi
Lo so cosa stai pensando, amico lettore: allora devo evitare di giudicare qualsiasi cosa? Con il rischio di non dare nessun valore a nulla? No, Gesรน ci offre un criterio: giudichiamo tutto e tutti con gli occhi di Dio. Il nostro agire รจ la conseguenza dellโ€™incontro che abbiamo avuto con Lui. Non si tratta di non giudicare le situazioni ma di vederle con lo sguardo del Padre. Sinceritร  e ipocrisia sono gli argini dentro i quali scorrono le nostre relazioni. Una religiositร , che non รจ impregnata di misericordia, รจ semplice ipocrisia.

Frutti
Luca ricorda che dai frutti si riconoscono gli alberi. Frutto buono, albero buono: รจ cosรฌ semplice. Lโ€™albero รจ simbolo della vita, perchรฉ prende ciรฒ che non รจ vivo (la terra, lโ€™acqua, lโ€™aria e la luce) e li trasforma in vita. Ma รจ simbolo anche dellโ€™uomo perchรฉ ha radici sotto terra, ma si erge in modo eretto sopra la terra, proteso verso il cielo. Gesรน ci sta dicendo che ognuno agisce secondo la propria natura: un albero di mele produrrร  necessariamente mele, non si deve sforzare. Come riesco a capire se vivo il mio essere โ€œfiglio di Dioโ€? Dai frutti. Se i miei frutti sono amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontร , mitezza, dominio di sรฉโ€ฆ allora vuol dire che lโ€™albero della mia vita ha radici di misericordia. Non cโ€™รจ da sforzarsi nel fare il bene perchรฉ se siamo buoni (cioรจ se ci facciamo raggiungere dal Suo amore) facciamo necessariamente il bene.

Cuore
Dove si trova il principio del bene e del male? Nel cuore. Tutte le cose sono buone. Non cโ€™รจ una cosa cattiva al mondo perchรฉ ha fatto tutto Dio. รˆ lโ€™uso che noi ne facciamo che รจ buono o cattivo. ยซUn uomo vale quanto vale il suo cuoreยป (Gandhi). Il cuore buono produce il bene. Il cuore cattivo (letteralmente โ€œputrido, marcioโ€) produce morte. Ma ecco la bella notizia: proprio nel male comprendo il bene che Dio mi vuole. Il male puรฒ diventare il luogo della misericordia.

Nel finale una sorpresa. Il primo frutto del cuore รจ la parola: ยซLa sua bocca, infatti, esprime ciรฒ che dal cuore sovrabbondaยป. Le azioni principali dellโ€™uomo non sono opere ma parole perchรฉ tutti i nostri rapporti sono retti dalle parole. Gesรน chiederร  di continuare quel ministero della Parola che aveva formato la sua principale attivitร . Lo so cosa stai pensando amico lettore: รจ possibile cambiare il mondo con la parola? Per noi ammalati di efficientismo, sembra roba da ingenui, eppure non cโ€™รจ nulla di piรน forte della parola perchรฉ si rivolge allโ€™intelligenza e alla libertร  dellโ€™uomo. A noi, per quanto sgangherati, il Signore affida il vangelo, come tesoro custodito in fragili vasi di creta. Quando annunciamo il vangelo, diciamo parole infinitamente grandi perchรฉ hanno sapore dโ€™eternitร .
Unโ€™ultima domanda amico lettore: e le tue scelte, il tuo lavoro, il servizio in parrocchia, che frutti danno?
La bella notizia di questo brano? Abbiamo tutti un tesoro buono custodito in vasi dโ€™argilla.

Fonte: il blog di Paolo de Martino | CANALE YOUTUBE | PAGINA FACEBOOK