Ai discepoli di sempre รจ richiesta la fermezza non nel tenere alla larga o allontanare chi immediatamente non si riconosce attorno alle nostre bandiere, ma nel recidere il male oscuro che abita nel nostro cuore. Lโostacolo รจ dentro di me, non anzitutto fuori di me.
Accade sovente, infatti, di tenere insieme un percorso di sequela e una vita fatta di banalitร che finiscono per ottundere il cuore, giustificando tutto sotto la convinzione che non ci sia nulla di male. Cโรจ qualcosa che inciampa il nostro incedere mentre ci concediamo larghi sconti nel nostro stile di vita, nel nostro modo di pensare. Suonano forti le parole del vangelo: Togli! Taglia! E il togliere, si sa, richiede un gesto deciso, non certo accomodante.
Certo, il linguaggio usato da Gesรน รจ un linguaggio figurato. Ma cosa vorrebbe esprimere?
Lโocchio che non sa piรน riconoscere e gioire del bene, รจ un occhio che non ti aiuta piรน a riconoscere la presenza di Dio nelle pieghe della storia. Questโocchio รจ da togliere!
La mano usata soltanto per prendere e per accreditarsi garanzie, รจ una mano divenuta incapace di condividere. Questa mano รจ da togliere!
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Il piede che sovente arretra o si arresta sulle sue posizioni, รจ un piede incapace di frequentare i sentieri verso i quali lo Spirito lo conduce. Questo piede รจ da tagliare!
Il cuore che difficilmente si mette in gioco e, se lo fa, lo fa comunque con riserva, รจ un cuore che non รจ disposto ad affidare al Signore lโorientamento della propria storia. Questo cuore รจ da togliere!
Perchรฉ tutto questo possa accadere non basta agire solo su alcuni atteggiamenti esteriori (quella che altre volte abbiamo definito โevangelizzazione dei comportamentiโ). ร necessario evangelizzare il profondo, permettere, cioรจ, che il mio cuore sia plasmato sulla misura del cuore di Cristo. Se questo non accade, il recidere che pure possiamo mettere in atto, รจ solo unโoperazione estetica, peraltro non delle migliori.
A Giovanni e agli altri preoccupati di chiarire appartenenze, Gesรน propone di rendere limpida la propria esistenza perchรฉ sia riconoscibile senza chissร quali insegne che essa รจ di Cristo. Non รจ infatti un vessillo esibito a stabilire a chi apparteniamo ma una vita riconoscibile perchรฉ come quella del Signore Gesรน.
Certo, quello usato da Gesรน รจ un linguaggio estremo che viene a ricordarci la serietร della posta in gioco. Ciascuno รจ richiamato alla propria responsabilitร : il tuo occhio, la tua mano. Ciascuno coincide con il proprio rischio. Non รจ possibile riversare in maniera proiettiva le colpe su altri.
ร necessario vigilare sul proprio agire (mani), sul proprio comportamento (piedi) e sulle proprie reazioni (occhi) per non divenire un ostacolo alla vocazione e al cammino di fede dellโaltro. La soluzione del male, tuttavia, non รจ una mano tagliata ma una mano convertita. Tagliare e cavare non sono disumane direttive da applicarsi letteralmente, ma indicazioni realistiche di una lotta da combattere ogni giorno per purificare il proprio cuore e aderire al vangelo con maggiore libertร .
ร necessario salare la nostra vita se vogliamo che la nostra vita abbia un gusto e soprattutto non marcisca proprio mentre cerchiamo di viverla senza assaporarla.
Il sale della vita รจ essere in pace con tutti anche se dovesse costare un prezzo salato. Facendo questo tutto ritrova il suo gusto e il suo senso. Meglio essere monchi, zoppi, ciechi che insensati.
AUTORE: don Antonio Savone
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