Una pagina che ha un fascino unico, quella consegnata a noi in questa liturgia. Sa di inizi, di attese, di speranze, di germogli, di nuove possibilitร , di vita che pulsa.
Pagina che delinea i tratti della nostra identitร e della nostra azione.
Pagina che fa intravedere e sognare una comunitร cristiana agile, pronta, non arroccata, partecipe dello sguardo di Dio, disposta al cammino.
Chi siamo? Uomini e donne degni della fiducia di Dio, se รจ vero che รจ a noi che Dioย consegna il suo desiderio di raggiungere ogni uomo sulla terra (ogni cittร e villaggioโฆ qualunque casaโฆ i luoghi del privato e i luoghi del pubblico).
Chi siamo? Uomini e donne partecipi del desiderio di accorciare le distanze, di manifestare un Dio che si fa vicino e che scrive i nostri nomi nel libro della vita. Cโรจ di che rallegrarsi! E perchรฉ questo possa accadere, Gesรน offre le indicazioni circa lo stile da assumere. Uno stile, infatti, non vale lโaltro. E lo stile non รจ altra cosa rispetto al messaggio che siamo chiamati a recare.
A due a dueโฆ anzitutto. Si raggiunge lโaltro attraverso lo stile della comunione, mettendo da parte la competizione, lโinvidia, la vanagloria, tutto ciรฒ che mina tanto nostro operare in modo pure lodevole.
A due a dueโฆ ovvero imparando a ridimensionarsi per fare posto allโaltro ed esercitandosi a vivere il comandamento dellโamore fraterno.
Cโรจ una nota che mi colpisce di queste indicazioni: non spetta ai discepoli scegliere i luoghi verso cui incamminarsi ma riconoscere quelli verso i quali il Signore vuole recarsi. In questo andare non ci sono zone off limits e tantomeno luoghi privilegiati. Compito dei discepoli รจ solo quello di preparare lโaccoglienza, facilitare lโincontro, favorire il passaggio. Discepoli, ovvero facilitatori di incontri. Discepoli, ovvero uomini abitati da una grande fiducia nel โSignore della messeโ: a lui per primo, infatti, sta a cuore il fatto che gli uomini sperimentino pienezza di vita. La fiducia nel Padre รจ ciรฒ che permette leggerezza e libertร rispetto alle cose: โnรฉ borsa, nรฉ sacca, nรฉ sandaliโ e persino rispetto a se stessi. Liberi di cose, liberi di sรฉ.
Lo stile dei discepoli sembra perdente in partenza stando a quanto suggerisce quellโessere inviati come agnelli in mezzo ai lupi, ovvero senza contrapposizioni. Eppure, Gesรน non cessa di ricordare che il male si vince con il bene, non altrimenti. Alla povertร dei mezzi che deve contraddistinguere i discepoli, va accompagnata quella piรน difficile, la povertร del potere. Poveri di potere.
Gesรน mette sullโavviso: i lupi esistono e sono le varie declinazioni mediante le quali oggi il male si manifesta. E molte volte รจ un lupo che si maschera da agnello e perciรฒ piรน difficile da riconoscere e da affrontare.
Certo, secondo una logica mondana, si tratterebbe di un rapporto impari, ma non secondo la logica di Dio il quale fa sรฌ che proprio lโesperienza del rifiuto e della non accoglienza diventi lโoccasione attraverso la quale Dio opera grandi cose. Sempre cosรฌ. Il vangelo si fa strada tra le pieghe della storia non con il plauso e il consenso ma mediante i momenti di difficoltร , allorquando deponendo atteggiamenti di forza, traspare la differenza cristiana di chi ad aggressione non oppone aggressione, a violenza non risponde con violenza. La tentazione di diventare lupi tra i lupi รจ dietro lโangolo in ogni circostanza, ma non รจ questa la strada indicata e intrapresa dal Signore Gesรน.
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Il vangelo, infatti, non si annuncia ricorrendo alla forza ma attraverso uno stile mite, mediante un cuore capace di benedire e di donare pace proprio quando si dovesse incontrare ostilitร . โIl credente non รจ mai arroganteโ, ci ha appena ricordato papa Francesco nella sua prima enciclica. Lโamore di Dio verso lโumanitร si รจ manifestato nel luogo del suo contrario, proprio mentre imperversava lโodio omicida. Nelle relazioni conflittuali lโaltro non diventa mai un nemico da cui prendere le distanze ma uno verso cui continuare a incamminarsi con la stessa magnanimitร di Dio.
Lo stile dei discepoli รจ quello di chi porta la pace non con proclami ma con lโapertura del cuore, proponendo e mai imponendo.
Dio va dettoโฆ ma con il suo stesso stile.
AUTORE: don Antonio Savone
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