Fiducia e speranza
In questa sezione del vangelo secondo Marco Gesรน annuncia la Parola con una serie di parabole in cui riprende piรน volte lโimmagine del seme gettato sulla terra. Seminare non รจ un atto esclusivamente umano, tutte le specie vegetali hanno elaborato sofisticati sistemi di semina servendosi anche di uccelli, insetti, mammiferi per trasportare i semi e propagare la specie. Il principio della vita รจ un cardine dellโeconomia della creazione.
Eppure, considerando lโatto stesso del seminare, esso appare come pura โfolliaโ. Seminare รจ investire sul futuro contando solo su un piccolissimo seme nascosto nella terra, in balia degli animali, del gelo, delle alluvioni, della siccitร . Seminare nella prospettiva biblica รจ un atto di sole fiducia e speranza.
Oggi potremmo dire che รจ un atto profondamente sovversivo e rivoluzionario. In una societร preoccupata esclusivamente del presente, del controllo su tutto, del godimento qui e ora, la Parola del vangelo, ieri, oggi e sempre, orienta il nostro sguardo verso un futuro che non รจ dato a noi controllare e decidere. โche il seminatore dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce, come egli stesso non lo saโ.
Seminare รจ atto di fiducia e speranza, in cui alla fatica che comporta zappare, concimare e preparare il terreno fa seguito il non far nulla, lโattesa inerte.
ร atto di spoliazione in cui noi non siamo piรน il centro, il motore di tutto, ma il centro รจ il futuro; in questo senso seminare รจ atto di puro amore, perchรฉ quando smettiamo di conoscere noi stessi, quando ci svuotiamo dellโegoismo che minaccia ogni nostra azione e decisione, รจ allora che scopriamo la libertร di amare, di desiderare, di agire o non agire, di sognare e sperare il bene dellโaltro, un futuro di bene e bellezza anche per chi verrร dopo di noi.
Queste parabole ci parlano di piccolezza. Il Regno di Dio non viene in maniera eclatante, appariscente, ma รจ dentro di noi come il piccolo seme. Questa parola non รจ semplice esercizio di poesia o arte retorica, per i nostalgici di un tempo che non cโรจ piรน, ma ci interpella nel nostro oggi qui e ora, nella vita, nelle relazioni, nelle scelte e decisioni che la nostra esistenza ci pone dinanzi.
Noi seminiamo il seme del regno nella quotidianitร โbanaleโ e nascosta delle nostre relazioni. Quel piccolissimo insignificante seme รจ ogni sguardo, parola, ogni sorriso donato, oggi purtroppo solo intuito dagli occhi, dallโincresparsi dei lineamenti del volto, รจ un fiore regalato, un filo dโerba, la fragranza di un pane sfornato e spezzato, รจ una mano che accarezza e vorrebbe asciugare ogni lacrima, รจ una parola di bene, una pacca sulla spalla, una mano tesa che solleva e sostiene, รจ lโattesa di chi fa passare avanti un altro, รจ un minuto di tempo in piรน dedicato a qualcuno, รจ un orecchio che ascolta, che accoglie anche quando non comprende.
Nessuno di noi รจ cosรฌ povero da non poter seminare, ma tutti siamo chiamati a essere testimoni di futuro oggi piรน che mai, รจ una somma di piccole cose che da senso e profonditร e nutre e ci sostiene nella fiducia e nella speranza anche nelle grandi decisioni che siamo chiamati a prendere e impegnano il nostro futuro.
Siamo chiamati a un esercizio di gratuitร , senza calcoli opportunistici, solo cosรฌ potremo realmente sperare per tutti coloro che troveranno rifugio allโombra di quel grande albero che รจ la nostra vita. Perchรฉ โ la sua casa siamo noi se conserviamo la libertร e la speranza di cui ci vantiamoโ (Eb 3,6).
Ogni seme gettato sul terreno delle nostre esistenze, delle relazioni che viviamo ci ricorda che nonostante il male la vita non รจ finita perchรฉ ogni seme custodisce โuna memoria e una prospettiva a prescindere dal tempo, a prescindere da tutto, a prescindere da noiโ.
fratel Nimal
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