Mi pare sempre piรน ovvio constatare che il digiuno sia roba da ricchi. La fame รจ la fedele compagna dei poveri che, anche quando mangiano, sanno che lei li attende, siede accanto a loro e aspetta il momento in cui ripresentarsi di nuovo come fedele compagna, come compagna maledetta.
Oggi il digiuno รจ diventato business. Si digiuna e si cercano cibi raffinati che possano soddisfare la nostra fame da ricchi, senza che ci facciano ingrassare. Piรน diventiamo ricchi e piรน diventiamo malati. Anche il cibo rischia di essere trasformato in cosa da malati permanenti. Il cibo gustoso non lo si puรฒ piรน gustare perchรฉ puรฒ fare male a chissร quale parte del corpo o a quale proteina. Si sprecano ricerche su ricerche che si contraddicono lโuna con lโaltra. Anche col cibo la dinamica del โcreare confusioneโ per potere dominare, รจ cosa di tutti i giorni.
Sรฌ, il digiuno รจ cosa da ricchi che non hanno altro a cui pensare e ricercano nel digiuno un moto di senso o una ricerca di salute che smentisce il digiuno stesso. Il digiuno serve, almeno nelle intenzioni, ad accumulare salute e a prolungare in modo innaturale una vita che ha sempre meno senso.
Noi cristiani siamo chiamati a seguire il Maestro, quel Maestro che รจ venuto ad imbandire il banchetto di nozze per lโumanitร . Noi cristiani dobbiamo essere animatori della festa di nozze di Dio che si incarna per noi. Noi dobbiamo essere gli animatori di quella festa di nozze dove lโAgnello di Dio che toglie il peccato del mondo, si dona e viene immolato per noi, per lโumanitร intera.
Se questo รจ vero allora ogni azione che noi possiamo compiere, ogni digiuno che noi possiamo realizzare, deve avere come scopo ultimo la fame dei fratelli che di fame muoiono. Il digiuno non puรฒ essere un atto ermafrodita, per quanto condito di religiositร , dove io me la faccio col mio Dio facendo unโazione individuale che ha sempre meno senso, che รจ sempre piรน roba da salutisti, che non coinvolge in nulla chi di digiuno vive e muore perchรฉ รจ mancante di cibo.
Essere animatori della festa di nozze dellโAgnello รจ far sรฌ che tutti siano invitati, che tutti possano mangiare del cibo che il Padre ha messo a disposizione di ogni uomo nella creazione.
Digiunare significa impegnarsi perchรฉ la follia dellโaccumulo cessi e lโera della condivisione apra le sue porte.
Digiunare dalla ricerca dei propri interessi รจ rimettere in moto la sanitร della ricerca degli interessi di tutti, della condivisione con tutti. Questo รจ mio, รจ atteggiamento infantile utile per la crescita del proprio io, ma se questo io non diventa mai un noi, rischia di bloccarci in una infanzia della vita dove lโincapacitร di dono rimane sempre tale, non matura mai. Quando questo avviene le guerre non possono che essere continuamente alle porte.
Al giorno dโoggi la cultura vive molto di fesserie. I giornali hanno bisogno di fesserie. I romanzi se non raccontano qualche fesseria non si riescono a vendere. I film debbono mettere dentro qualche fesseria, altrimenti il ritmo cala e la capacitร di carpire lโattenzione viene meno. Purtroppo le fesserie hanno le gambe lunghe, si trasmettono da un libro allโaltro, da una bocca allโaltra, da un giornale allโaltro. Fino a che la fesseria lascia la sua veridicitร diventando veritร . Risultato: siamo tutti piรน brutti, piรน depressi, piรน sfiduciati nei confronti della vita.
Digiunare dalle โfesserieโ, che sono cose da fessi come dice il termine stesso, รจ roba che ci rende tutti uguali. Chi non digiuna da questo fa la figura del fesso, deve essere visto come fesso, come uno, cioรจ, che rovina la societร , la comunitร , la famiglia. Digiunare dalle fesserie significa cercare di ritornare alla veritร delle cose. Significa avere a cuore lโanimazione della festa nuziale che da sempre Dio vuole imbandire per lโumanitร : dalla creazione ad oggi.
Cosรฌ e solo cosรฌ il medico Gesรน puรฒ aprire il cuore dellโumanitร a una gioia senza rattoppi. Lui รจ la novitร dellโumanitร , che non cede al fascino della brillantezza. Lui รจ luce che illumina generosamente e umilmente i passi del nostro camminare.
Ci invita ad essere amici dello Sposo, animatori della festa di nozze dellโAgnello. Ci invita ad essere promotori di relazioni vere fra di noi e con Lui. Relazioni vere, profonde e sponsali. Otri nuovi, portatrici di vino nuovo. Il vino della sapienza evangelica che ribalta il nostro buon senso e ci rilancia sulle strade della vita in modo nuovo, piรน vero.
AUTORE: p. Giovanni Nicoli
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