AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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La liturgia sembra volerci preparare al Natale attraverso le storie che riguardano la nascita del precursore: Giovanni Battista. Avevamo lasciato Elisabetta incinta, e Zaccaria muto a causa della sua incredulitร , รจ quindi giusto che la scena venga riempita dalle parole di Elisabetta, che contravvenendo le consuetudini e le tradizioni, si impone con forza per chiamare il bambino Giovanni: โOtto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: โNo, si chiamerร Giovanniโ.
Le dissero: โNon cโรจ nessuno della tua parentela che si chiami con questo nomeโ. Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: โGiovanni รจ il suo nomeโ. Tutti furono meravigliatiโ. E non si capisce se erano meravigliati per la scelta del nome o per la totale comunione che Elisabetta e Zaccaria avevano tra di loro.
A me piace pensare la seconda perchรฉ รจ difficile trovare sintonia tra due persone che stanno insieme in un mondo che tende solo a contrapporci, proprio come fanno i vicini di casa del vangelo di oggi. E credo che questa sintonia sia la vera causa di guarigione di Zaccaria: โAllโistante gli si aprรฌ la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste coseโ. Ma lโaltro elemento significativo di questo brano sta nel fatto che il nome Giovanni รจ un nome fuori dalla tradizione familiare di Zaccaria ed Elisabetta. Cโรจ come la decisione di sottolineare la โdiversitร โ del Battista.
Elisabetta e Zaccaria mostrano lโamore perchรฉ difendono lโunicitร , lโoriginalitร , la diversitร del figlio. Amare non รจ uniformare a se stessi ma preservare ciรฒ che di unico, di irripetibile, di diverso esiste nellโaltro. ร amare ciรฒ che dellโaltro non corrisponde.
ร permettere allโaltro di essere se stesso fino in fondo, di essere diverso dalle aspettative mie e di chi lo circonda.



