don Antonio Savone – Commento al Vangelo del 23 Novembre 2021

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A rileggere un certo nostro modo di stare nella vita, da come viviamo i rapporti con le persone a come amministriamo le cose, verrebbe da concludere che questa sia lโ€™unica e lโ€™ultima dimora per ciascuno di noi, senza alcuno sbocco, come se tutto sia irrilevante (scegliere il bene o compiere il male sembra si equivalgano) e tutto abbia in sรฉ la sua ragion dโ€™essere, senza un prima e, soprattutto, senza un poi.
Dipendesse da noi, cristallizzeremmo non poche esperienze e realtร  attraverso le quali ci sembra aver ottenuto una certa stabilitร . Di nulla vorremmo veder la fine se non di ciรฒ che puรฒ offuscare ciรฒ che noi abbiamo realizzato o raggiunto. E invece no, ripete a noi Gesรน.
Tutte le opere dellโ€™uomo, quelle piรน benemerite come pure quelle piรน sacre, hanno una fine. Anche il tempio di Gerusalemme, cosรฌ maestoso, splendido e solido, cosรฌ fortemente significativo per la coscienza del popolo eletto, di lรฌ a poco non avrebbe retto allโ€™affronto della violenza romana. Finiscono persino gli affetti, i legami per cui tanto ci siamo dati da fare. Chi puรฒ strappare alla forza della morte un proprio caro?

Su che cosa, allora, pongo la mia fiducia? Che cosa dร  consistenza ai miei giorni? Non poche volte abbiamo posto la nostra speranza su cose molto illusorie o abbiamo conferito diritto di assolutezza a qualcosa che era solo una parvenza e unโ€™immagine di qualcosโ€™altro. Le cose, le relazioni, gli affetti, i legami non possono assurgere a fine dei miei giorni: essi sono gli strumenti attraverso i quali preparo e attendo ciรฒ che sta oltre questo mio vivere. Nasce qui lโ€™invito a non idolatrare nulla e nessuno. Cโ€™รจ unโ€™altra faccia delle cose che noi siamo chiamati a riconoscere e da cui siamo sollecitati a lasciarci ammaestrare.

A fronte di un tale discorso, forse attraversa anche noi quel prurito di curiositร  circa il quando, proprio comโ€™era accaduto agli interlocutori di Gesรน. Ciรฒ che importa, invece, non รจ il conoscere lโ€™ora in cui le nostre cose possono finire ma il come stare prima che questo accada.
Cโ€™รจ qualcosa, infatti, che puรฒ reggere lโ€™urto della fine: si tratta di tutto ciรฒ che siamo riusciti a costruire restando fedeli alla Parola del vangelo. Solo essa conferisce il carattere antisismico allโ€™opera delle nostre mani: solo essa getta semi di eternitร  nella nostra vita. Puรฒ crollare tutto ciรฒ che abbiamo edificato (fa parte della storia di ogni generazione come di ogni persona), ma la preoccupazione dei discepoli, insegna Gesรน, deve essere quella di non smarrire la fede e di vivere con fede persino i momenti in cui tutto sembra precipitare. Questo puรฒ accadere solo se ogni istante รจ riconosciuto come momento visitato da Dio. Non ha importanza, allora, conoscere unโ€™ipotetica ora in cui si concluderร  lโ€™avventura umana o potrร  terminare unโ€™esperienza o qualcosa su cui avevamo investito. Quel momento, infatti, si gioca costantemente nel qui e ora di ogni persona. Ciรฒ che conta non รจ la fine di ogni cosa ma il fine di ogni cosa, ciรฒ per cui una cosa รจ stata perseguita o meno.

Dalle parole di Gesรน si evince come non sia scontato custodire la fede. Essa, infatti, รจ sempre passata al vaglio della prova, subisce non poche incrostazioni ed รจ intaccata da molte tiepidezze. Viene per tutti il momento in cui il rapporto con Dio non รจ piรน mediato da garanzie visibili e non poggia su alcuna struttura esterna. Viene per tutti il momento della fede nuda in cui ciรฒ che fino a qualche istante prima sembrava rassicurarci, svanisce nel nulla. Quanto la mia vita รจ capace di resistere in quel frangente? รˆ la notte il luogo della fede, รจ il buio il momento in cui sono chiamato ad attestare su quale versante voglio giocare ancora le mie carte. Ma quel momento non si improvvisa: la mia capacitร  di resistere esprime e manifesta ciรฒ che anche prima ha dato sapore alle mie giornate.
Vorremmo tanto conoscere lโ€™esperienza di qualcosa di nuovo, di diverso senza dover attraversare la fatica e il travaglio. E, invece, questo non accade mai in modo indolore.

Vorremmo tanto che il Vangelo diventasse realtร  senza conoscere lโ€™affronto, la prova, lโ€™ostilitร , il rifiuto. E, invece, esso si realizza solo attraverso la capacitร  di restare fedeli.
Chi non accetta di dover passare personalmente attraverso il buio della notte oscura, non conoscerร  la luce del giorno senza tramonto.
Come si fa ad affrontare il momento in cui tutto sembra sconfessare le nostre certezze? Con la consapevolezza che anche in quel frangente starร  accanto a noi colui per il quale sono preziosi persino i capelli del nostro capo.

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AUTORE: don Antonio SavoneFONTE CANALE YOUTUBETELEGRAM