don Antonio Savone – Commento al Vangelo del 22 Novembre 2021

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Quando la vita diventa una recita e Dio รจ usato solo come copertura per il proprio bisogno di essere riconosciutiโ€ฆ
Me lo immagino il Signore Gesรน mentre, seduto nel cortile delle donne, fissa il suo sguardo su uomini che hanno scelto di equipararsi a comparse, a maschere, uomini condizionati da due tarli che mietono non poche vittime: il tarlo dellโ€™autogratificazione e quello del riconoscimento. Sotto i suoi occhi, una vera e propria โ€œfiera delle vanitร โ€ in cui i colori del sacro sono presi a prestito per il proprio bisogno di pavoneggiarsi. Gente che ha fatto del religioso lโ€™ambito nel quale vedere appagato il proprio consenso e il proprio bisogno di stima e del rapporto con i meno abbienti lโ€™ambito da sopraffare per soddisfare il proprio bisogno di accumulo. Della serie: piรน sono in vista piรน sono qualcuno. E cosรฌ la vita, i rapporti, gli impegni, i legami, la fede, diventano solo occasioni per ricevere applausi. Una vita vanagloriosa, mai sazia del pedaggio pagato dallo sguardo altrui.

Jean-Paul Sartre, nella sua autobiografia, usa una frase feroce per definire lโ€™atteggiamento religioso di suo nonno: โ€œMio nonno era un attore troppo bravo per non aver bisogno di un Grande Spettatore che chiamava Dioโ€. Dio e gli altri considerati spettatori plaudenti di un copione da recitare, come se il gioco possa essere eterno.
Tuttavia, secondo quellโ€™acuto osservatore appostato nel cortile del tempio, ciรฒ che conta รจ stare sotto lo sguardo di Dio senza cercare lโ€™approvazione degli uomini. A suo dire, non sempre il tutto coincide con il tanto. Stando a quanto incarna lโ€™anonima vedova del vangelo รจ il poco a decidere per il tutto.

Lo sguardo di Gesรน consegna ben altro maestro verso cui affrettare i nostri passi. Difficilmente faremmo salire in cattedra una che si espropria dellโ€™indispensabile. Un simile gesto verrebbe da noi giudicato quantomeno avventato.

Inoltre, siamo fin troppo convinti che la validitร  del messaggio di una persona e la sua plausibilitร , siano legati alla capacitร  di successo riscosso in quegli ambiti che oggi sono cosรฌ determinanti per il vivere sociale. Cosโ€™avrebbe mai da insegnarci la spregiudicatezza di una donna che non ha riservato per la sua sopravvivenza, neppure la metร  di quanto aveva scelto di donare? Il suo รจ solo il gesto di una sprovveduta: cosรฌ giudica il nostro atteggiamento previdente. In un tempo di crisi, ognuno deve mettere al sicuro il poco di cui dispone.
Tuttavia, facendo salire in cattedra questa donna, Gesรน evidenzia qualcosa di piรน profondo e di molto piรน serio: il rapporto col denaro e con i beni in generale, infatti, รจ una delle spie per comprendere il proprio rapporto con Dio. Il rapporto con i beni manifesta ciรฒ su cui abbiamo inteso poggiare la stabilitร  del nostro vivere. Che cosa dร  consistenza alle tue giornate? Qual รจ la vera ricchezza? Che cosa resta di ciรฒ che hai accumulato?

Da dove nasce il gesto della vedova che, prima ancora che essere un atto di caritร , รจ un atto di fede? Esso non ha altro retroterra se non nella consapevolezza che tutto quello che si possiede e tutto quello che si รจ, viene da Dio. Che cosa sei capace di condividere: te stesso o scampoli di te? La vedova insegna a noi cosa significhi fidarsi di Dio senza pretendere alcuna garanzia.

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Cosa significa per noi partecipare a quello che qualcuno definisce il โ€œmarketing del superfluoโ€ (Zanchi) oggi molto in voga? Perchรฉ partecipo a giornate di solidarietร  o a iniziative benefiche? Quanto cโ€™รจ di interesse personale in certo darmi da fare? Quanto sono ancora disposto a mettermi in gioco fino in fondo, qualora nessuno dovesse registrare e tenere conto di una mia partecipazione? Quanto volontariato finalizzato anzitutto a un proprio ben-essere! Che cosa rappresenta per te ciรฒ di cui hai scelto di fare dono?

Il gesto della vedova sarebbe rimasto anonimo se Gesรน non lo avesse registrato. Questo ci fa ritenere che ciรฒ che nel nascondimento riesci a condividere con qualcuno piรน bisognoso di te, ha seme di eternitร  molto piรน di quanto hai potuto ostentare in una iniziativa pubblica di solidarietร .

Il dono di chi condivide solo dopo aver assicurato la propria sussistenza non immette nessun germe di cambiamento nelle dinamiche asfittiche delle nostre relazioni. Quante volte abbiamo donato facendo pesare allโ€™altro ciรฒ che avevamo condiviso!
Il momento di crisi che stiamo vivendo rischia di essere attraversato solo secondo logiche previdenziali, come se tutto sia esclusivamente nelle nostre mani e noi fossimo i padroni indiscussi del nostro futuro. Chi di noi riesce ancora ad esprimere fiducia in quel Dio che come provvede ai gigli del campo, avrร  cura di dispensare il necessario anche sulla nostra mensa?


AUTORE: don Antonio SavoneFONTE CANALE YOUTUBETELEGRAM