โBeati voi, poveri, perchรฉ vostro รจ il regno di Dioโ(Lc 6,20). Credo che possiamo comprendere (prendere con noi) la Parola che oggi ci รจ rivolta, attraverso la beatitudine enunciata da Gesรน, che รจ chiave di lettura possibile del nostro testo odierno.
Il nostro brano si situa dopo una critica acerba e acuta di Gesรน alle persone (qui gli scribi) che utilizzano la religione per crearsi unโidentitร , anche a scapito dellโinsegnamento della Torah sui diritti umani e della stessa relazione con Dio nella preghiera (โpregano a lungo per farsi vedereโ, Lc 20,47).
Il nostro brano precede la predizione della distruzione del tempio, come per significare che davanti a Dio le sicurezze โreligioseโ che siamo capaci di costruirci non raggiungono lo scopo cercato: mascherare la nostra povertร umana dietro a false identitร o/e a costruzioni e istituzioni rassicuranti nella loro imponenza.
Gesรน, dal basso, dallโultimo posto alza gli occhi e vede, riconosce una sua sorella, una figlia del Padre. ร una persona senza piรน nessuna sicurezza, nรฉ affettiva โผ ha perso il marito โผ, nรฉ sociale โผ costretta dallโingiustizia della vita a vivere una povertร totale dovuta alla disgrazia, alla morte, alla solitudine, allโabbandono, alla non riconoscenza, allโinvisibilitร sociale e alla mancanza del sostentamento vitale โผ. โDivorano le case delle vedoveโ (Lc 20,47) dice Gesรน nel versetto precedente il nostro brano parlando degli scribi.
Situazione questa che potrebbe suscitare unโamarezza, del risentimento, una rivolta contro Dio ritenuto responsabile ultimo delle sue disgrazie. Certo, non conosciamo il percorso interiore di questa donna, il vangelo ci pone soltanto davanti a un suo gesto. Un gesto eloquente agli occhi di Gesรน. Il gesto del dono assoluto: โElla invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivereโ (v. 4), in una traduzione piรน vicina al greco: โtutta la sua vitaโ. Il vangelo รจ sobrio, ci mostra attraverso gli occhi di Gesรน soltanto un gesto, un moto interiore, che narra una profonditร di fede, un cammino umano di purificazione interiore e di umiltร non finta (niente lunghe preghiere davanti a tutti), che toccano Gesรน nel profondo.
Sembra che questa donna abbia assunto la propria miseria, il suo abbandono, fino al punto di poterli trasformare in povertร libera e in abbandono nelle mani di Dio, nel quale adesso confida interamente persino per il semplice pane quotidiano. ร questa povertร che Gesรน chiama beata, non il semplice fatto di mancare del necessario. Questo รจ miseria sociale da combattere. La vedova vive nella miseria ma da questa miseria ha saputo trarre la beatitudine della povertร secondo il regno di Dio, facendo del suo abbandono un dono, quello della fiducia incondizionata a Dio.
Gesรน riconosce in lei una sua sorella, una sua maestra di vita, una donna profetica perchรฉ conferma il cammino da lui intrapreso. ร una figlia di Israele obbediente al cuore della Torah, non รจ una discepola di Gesรน ma nel segreto del Padre partecipa alla beatitudine dei poveri a cui appartiene il regno di Dio.ย
sorella Sylvie
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