Gesรน sta andando a Gerusalemme e per tre volte cerca di aprire gli occhi dei discepoli allโintelligenza delle Scritture, annunciando loro ciรฒ che lร dovrร compiersi. Ma essi sono incapaci di comprendere le sue parole. Matteo e Marco sottolineano questa incapacitร facendo seguire a questo annuncio la goffa richiesta dei figli di Zebedeo. Luca, dopo aver ripetuto che i discepoli โnon compresero nullaโ (v. 34), narra lโincontro con il cieco alle porte di Gerico. Questโincontro fa da contraltare alla stoltezza dei discepoli: questโuomo, infatti, pur cieco, appena sente parlare di Gesรน lo riconosce e lo invoca quale salvatore.
ย Il racconto nelle versioni parallele dei sinottici contiene sfumature diverse: Marco ci dice il suo nome e descrive in modo molto plastico la reazione alla chiamata di Gesรน; Matteo ci parla di due ciechi. Ma il cuore del racconto รจ riportato quasi identico nei tre vangeli. Lโuomo cieco sentendo passare la folla, non appena ode il nome di Gesรน inizia a invocarlo: โGesรน figlio di David, abbi pietร di meโ (v. 38). La folla cerca di farlo tacere, ma egli grida ancora piรน forte.ย
Questโuomo รจ un cieco mendicante, uno scarto della societร , non appartiene alla folla in cammino dietro a Gesรน, non appartiene alla cittร , รจ seduto lungo la via, come tanti uomini e donne che vivono ai margini della societร , voci fuori dal coro che ogni qualvolta osano gridare il loro bisogno vengono zittite perchรฉ non fanno parte della folla.
Paradossalmente questa folla acclamerร Gesรน come Messia al suo ingresso a Gerusalemme, ma non tollera che qualcuno che non faccia parte del gruppo possa ugualmente riconoscere il Signore, soprattutto se รจ un reietto.
Potremmo chiederci quante volte come chiesa, come comunitร di uomini e donne, che si dicono discepoli del Signore, allontaniamo o mettiamo a tacere quanti ai margini gridano il loro desiderio di relazione, di giustizia, di riconoscimento.
Zittito, egli grida ancora piรน forte, perchรฉ sa che Gesรน lo ascolterร : questa รจ la fede che emerge dalle pagine del vangelo. Non dobbiamo avere paura di rivolgerci al Signore, di gridare con insistenza il nostro dolore, la nostra sofferenza, perchรฉ il Signore ascolta chi lo invoca, anche se non appartiene al gruppo dei suoi discepoli, anche se siamo tra coloro che sono rigettati e disprezzati da quanti si ritengono giusti, perchรฉ, al di lร delle apparenze esteriori, il Signore conosce il desiderio profondo che abita il nostro cuore, spesso sconosciuto a noi stessi.
Questโuomo puรฒ riconoscere il suo desiderio perchรฉ non possiede nullโaltro, รจ un mendicante che non ha nulla da difendere. Gesรน lo ascolta e lo chiama a riconoscere ed esprimere il suo bisogno. Non impone la sua volontร come farebbero tanti mossi da uno spirito narcisistico piรน che dal bene dellโaltro, pronti a radicare nel proprio io ogni relazione, con gli altri esseri umani, con il creato, con Dio.ย
Chiamandolo a una relazione autentica, Gesรน ci insegna a essere uomini e donne di ascolto, capaci di rendere lโaltro libero nella relazione, nella sua alteritร , libero e salvato, perchรฉ questโuomo aiutato a riconoscere e verbalizzare la sua mancanza diviene discepolo che segue il Signore. Lโascolto della persona abbatte le barriere dellโemarginazione e del disprezzo, perchรฉ ogni essere umano ha il primato sui principi, sulle leggi, sui valori da difendere.
La comunione che nasce dallโascolto rende autentica la lode di Dio nella comunitร cristiana. Questโuomo che gridava fuori dal coro, non gridava contro la comunitร , egli cercava di ritrovare la comunione con essa sapendo che questa appartenenza ha come unico fondamento la relazione con il Signore Gesรน.
fratel Nimal
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