Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 26 Ottobre 2021

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Forse nessuno ha mai visto un chicco di senape, per molti motivi tra cui quello che รจ cosรฌ piccolo che non si vede. Su un foglio di carta messo davanti agli occhi, a stento si vede, ci vuole una lente di ingrandimento, รจ proprio una capocchia di spillo e Marco dice che รจ il โ€œpiรน piccolissimoโ€ di tutti i semi.
Il regno dei piccoli. Quando Gesรน รจ nato si รจ detto โ€œCercate il Kyrios, il Signore, il Re, il Messiaโ€. Andate, lo troverete, ecco il segno: un bambino, fasciato, adagiato nella mangiatoia. Il segno del Dio, del Re, del Supremo รจ il bambino, il piccolo fasciato, disteso, giร  segno della morte adagiato nella mangiatoia, che indicherร /sarร  il sarcofago dove verrร  mangiata la sua carne. Egli darร  se stesso per noi. La prima caratteristica di Dio รจ quella della piccolezza.

La seconda รจ il nascondimento, quindi l’insignificanza, anzi qualcosa che va oltre l’insignificanza: il lievito per la cultura ebraica รจ immondo, รจ farina andata a male, e quello che รจ andato a male รจ segno di morte, tanto รจ vero che il giorno di Pasqua il lievito va fatto scomparire.
Anche Gesรน il giorno di Pasqua viene fatto scomparire per il mondo, come il lievito, un โ€œpoco di buonoโ€ che non si lascia inquadrare bene dalle norme e dai decreti. Gesรน รจ amico delle prostitute, dei peccatori, e quando va a pranzo dai farisei e arrivano gli altri, preferisce gli altri. Ma che Dio รจ? Giustamente fu ucciso per bestemmia contro Dio, questa bestemmia รจ la sostanza di Dio. Dio non รจ come lo pensiamo noi, come ce lo inventiamo nelle belle immaginette. รˆ disprezzato, perchรฉ Dio รจ amore e l’amore porta su di sรฉ il male.

Anche lui รจ preso, nascosto nella farina, questa pasta del mondo, e cosa fa? Lievita di vita tutta la pasta. (dalla Lectio 73 di padre Filippo Clerici e padre Silvano Fausti)

Per riflettere

Gesรน dice: โ€œIl piรน grande tra di voi sia l’ultimo, il servo di tuttiโ€. E Lui si รจ fatto ultimo e servo di tutti. La caratteristica dell’amore non รจ essere ingombrante come il proprio ego che occupa tutti gli spazi e non dร  posto all’altro. Amare vuol dire restringersi, oppure allargarsi talmente da lasciare tutto il posto all’altro. Allargare il cuore, e non restringere il cuore per ferire l’altro. Quale sguardo avrรฒ oggi, per allargare il cuore e lasciare tutto il posto a chi incontrerรฒ sul mio cammino?

Sia lode a te, o Padre, che hai mandato il tuo Figlio nel mondo,
nato da Maria per liberarci dal peccato e per redimere dalla morte ogni uomo.
Beata sei tu, Maria, che lo hai concepito.
Beata che lo hai partorito.
Beata che hai nutrito colui che tutti nutre.
Lode a colui che รจ nato da Maria, che l’ha fatta sua madre
e che in lei si รจ fatto fanciullo.
Sia benedetto il re dei re che si รจ fatto uomo e che ha innalzato la stirpe umana
all’altezza del paradiso.
(da una preghiera del secolo V)


AUTORE: Maggiorana e Lorenzo Mastropietro
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per lโ€™Evangelizzazione e la Catechesi

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