Piccole storie che cambiano la storia

Questo scontro รจ descritto con una terribile creatura, spaventosa e distruttrice, che arriva a tirare giรน persino le stelle (e non in modo bello e poetico come in queste notti di San Lorenzo con le stelle cadentiโฆ). A questo mostro che evoca terrore e morte si contrappone la presenza luminosa, stabile e piena di vita di questa donna vestita di sole. Questa donna porta la vita dentro di sรฉ e si trova nel momento di massima fragilitร e pericolo, perchรฉ sta per partorire.
Ma proprio in quel momento viene salvata e Dio dimostra la sua potenza nel prendersi cura del debole nel far vincere la vita su ogni tentativo di distruggerla. ร un segno cosmico che simbolicamente richiama la prima comunitร cristiana, ai tempi di San Giovanni, che rischiava di soccombere alle persecuzioni e che trovava in questa visione un messaggio di speranza. Ma questa visione cosmica vale per ogni epoca, anche per la nostra di oggi dove in quel terribile drago rosso che vuole divorare la vita e distruggere tutto, possiamo vedere la violenza della guerra, le cattiverie umane, il mostro di un egoismo economico che distrugge la fratellanza umana.
In quel drago rosso cโรจ forse anche il virus di questi ultimi due anni che rischia davvero di compromettere tutto, dallโeconomia fino anche alle relazioni umane oltre che la salute di milioni di persone. La donna vestita di sole รจ prima di tutto simbolo della Chiesa che dentro la propria fragilitร contiene Cristo e lo โpartorisceโ nellโumanitร . La donna รจ anche Maria che con il suo โsiโ a Dio ha portato il Signore Gesรน nel mondo duro e violento del suo tempo.
A questa visione cosmica e piena di simboli molto forti, viene messo accanto il racconto semplice di due donne che si incontrano. ร lโunico passo del Vangelo che ha come protagoniste due donne che si accolgono e benedicono a vicenda. Maria ed Elisabetta sono piene di Dio e la vita pulsa forte dentro di loro. Lโevangelista Luca con pochi tratti ci fa intravedere dentro questo incontro, molto semplice e apparentemente banale, tutta la potenza di Dio che cambia la storia anche e soprattutto per mezzo dei piccoli gesti quotidiani delle persone fragili e umanissime.
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Maria nel suo cantico di lode dentro la casa di Elisabetta vede lโazione di Dio nella storia, nella sua storia personale e in quella dellโumanitร intera. Dio vince sempre e rovescia tutto a favore del bene e della vita. Siamo consapevoli che tutto questo bene di Dio non lo vediamo chiaro e subito. Siamo anzi tentati di credere che in fondo vincerร il drago della violenza, del male, delle paureโฆ Siamo tentati di farci scoraggiare e quindi richiudere in noi stessi.
Maria con Elisabetta sono li a dirci che la vittoria di Dio inizia proprio dentro i nostri piccoli gesti della nostra piccola storia umana. Basta un solo gesto di bene e il mondo cambia in bene e la vittoria di Dio รจ piรน evidente.
Proprio in questi giorni, il 14 agosto, ricorrono gli 80 anni dalla morte ad Auschwitz di padre Massimiliano Kolbe. Questo prete e religioso francescano, richiuso da qualche tempo nel campo di concentramento, un giorno decide di offrire la propria persona al posto di uno di coloro che erano stati scelti dalle guardie del campo per essere messo a morte nella cella della fame. Padre Massimiliano Kolbe si fa avanti al posto di un padre di famiglia che supplicava di essere risparmiato, e cosรฌ dopo piรน di una settimana di torture e totale digiuno, nella cella buia del blocco 11, gli viene praticata una iniezione di veleno. Mentre lo riceve, con le poche forze rimaste padre Kolbe pronuncia due parole: โAve Mariaโฆโ
In una piccola e buia cella di un campo di concentramento, in mezzo a innumerevoli violenze e morti, si consuma la vittoria di Dio sul drago rosso di allora. Una piccola storia, piccola come quella delle due donne che in una cittadina sconosciuta sui monti di Giuda, si incontrano.
Anche nelle nostre piccole vite, segnate dalle nostre piccole o grandi fragilitร , la potenza luminosa di Dio si manifestaโฆ e illumina il cosmo cambiando la storia.
Giovanni don
Fonte: il blog di don Giovanni Berti (“in arte don Gioba”)



