Ascolto e prassi
Due sorelle compaiono in questo vangelo, ed entrambe accolgono Gesรน, ciascuna a modo suo. Entrambe si puรฒ dire che diventano sue discepole, e due sono le esigenze del discepolato: lโascolto (shimmuaโ) e il servizio (shimmush) del Maestro. Non lโuna senza lโaltra. Quale delle due ha la precedenza? Probabilmente รจ una domanda oziosa. Lโebraismo, come รจ noto, insiste molto sul fare: โFaremo e ascolteremoโ, dicono i figli dโIsraele sul Sinai, quasi anteponendo la prassi allโascolto (Es 24,7).
ร unโistanza operativa che si esprime in mille cose da fare, in una moltitudine di precetti da mettere in pratica. Non basta escogitare, bisogna praticare. Anche per Gesรน la casa dellโascolto si costruisce sulla roccia della prassi. San Paolo, in voluta polemica con questo atteggiamento che gli appare legalistico, da parte sua insiste molto sulla virtรน della fede che giustifica indipendentemente dalle opere, ma sappiamo bene che una fede priva di opere รจ morta, si isterilisce (san Giacomo).
โLa cosa principale non รจ lโesegesi, ma la prassiโ, insegnano i Rabbini nei Pirqรจ Avot, ma Rabbi โAqiva, il piรน grande di loro, fa giustamente eccezione. Una volta โ si legge nel Talmud (Qiddushin 40b) โ nella casa di Nitza a Lod, ebbe luogo una discussione tra Rabbi Tarfon e Rabbi โAqiva su quale fosse la cosa piรน importante, se lo studio (talmud) o la prassi (maโaseh). Contro il parere di Tarfon, che difendeva il punto di vista tradizionale, prevalse lโopinione di โAqiva: โร piรน grande lo studioโ.
Ma la motivazione era proprio questa: โPerchรฉ lo studio conduce alla prassiโ. Anche il fare, senza una dovuta riflessione, si risolve in superficiale attivismo. Non รจ dunque possibile stabilire delle precedenze: ascolto e prassi sono necessari lโuno allโaltra. Piรน che altro, รจ questione di sensibilitร personale, di una maggiore o minore attitudine, o forse anche di una diversitร di carismi nella comunitร cristiana.
Non credo che Gesรน, incontrando queste due donne, faccia una preferenza o voglia istituire una nuova gerarchia di carismi allโinterno della chiesa. Non si tratta di anteporre una vita โcontemplativaโ a una vita โattivaโ, come spesso si รจ inteso leggendo questo brano, sulla scorta di una distinzione filosofica e non biblica. Il carisma giovanneo non รจ piรน grande di quello petrino. Quello monastico, per esempio, non รจ superiore ai dovuti incarichi istituzionali, anzi รจ del tutto marginale rispetto ad essi. Gesรน non stabilisce una prioritร tra le due sorelle, e non contesta Marta.
โMarta, Martaโ รจ unโespressione di grande affetto e di riconoscenza verso colei che lo ha ospitato e che si dร un gran daffare per servirlo. A Marta (il cui nome significa โSignoraโ) Gesรน non toglie nulla in quanto padrona di casa, non rovescia le gerarchie familiari. Ma Gesรน difende Maria, probabilmente la sorella minore, dallโaccusa di essere una fannullona o di perdere tempo. Difende chi รจ piรน debole, perchรฉ il molto fare, in certi casi, puรฒ degenerare in una qualche forma di prepotenza. Lโunica cosa necessaria รจ lโamore per il Signore, sia che si ascolti la sua Parola, sia che lo si serva nei fratelli e nelle sorelle.
fratel Alberto
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