Commento al Vangelo del 11 Luglio 2021 – don Giovanni Berti (don Gioba)

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La missione dellโ€™amore

โ€œCome รจ bello far lโ€™amore da Trieste in giรนโ€ฆโ€.

รˆ il ritornello della canzone โ€œTanti Auguriโ€ di Raffaella Carrร  che mi รจ risuonata in testa tutto il giorno quando mercoledรฌ scorso sono stato con i bambini e ragazzi del grest al parco Minitalia. Mi ricordavo bene il video degli anni 70 (era la sigla di un programma televisivo) nel quale la Carrร  cantava in mezzo ai monumenti in miniatura di tutta Italia. Non era stato girato nel parco di Bergamo dove ero in quel momento con il grest, ma nellโ€™altro che cโ€™รจ a Rimini, โ€œLโ€™Italia in miniaturaโ€, ma lโ€™effetto era lo stesso. La canzone aveva un testo che per lโ€™epoca era davvero molto trasgressivo, anche se di fondo aveva un messaggio positivo, quando diceva โ€œnon cโ€™รจ odio nรฉ violenza quando a letto lโ€™amore cโ€™รจโ€, con una panoramica di tutte le bellezze artistiche e paesaggistiche della nostra nazione, unite da un solo canto che in fondo era gioioso e libero.

Lโ€™evangelista Marco nel Vangelo di questa domenica ci racconta della missione che Gesรน affida ai suoi 12 discepoli, che giร  nel numero (dodici) sono il simbolo di un nuovo popolo di Dio mandato nel mondo per cambiarlo. รˆ singolare che in questo invio missionario non si fa riferimento a delle cose da dire, ma รจ invece centrale lo stile dei missionari, che con quello che sono e con quello che fanno portano un messaggio chiaro.

Non hanno molto da dire, ma hanno soprattutto molto da fare e con uno stile ben preciso. Sono inviati in coppia, come era stile di allora, perchรฉ รจ nello stare insieme con amore che possiamo parlare di amore. Sono inviati da Gesรน con la sua forza a scacciare tutto quello che allontana da Dio e rende lโ€™uomo schiavo del male, della solitudine, della cattiveria umana. Sono mandati liberi e poveri, perchรฉ proprio nella semplicitร  ed essenzialitร  dei mezzi dimostrino che si fidano di Dio piรน che di sรฉ stessi e delle loro capacitร  e mezzi. La povertร  alla quale sono chiamati (non avere soldi e vestire come le persone comuni e non come i ricchi che hanno due tuniche) รจ garanzia di libertร  e mostra con i fatti che davvero รจ Dio e il suo amore la loro vera ricchezza e sicurezza.

Lโ€™indicazione di scuotere via dai sandali persino la polvere dalle case dove non cโ€™รจ stato ascolto e accoglienza, ricorda quello che facevano come rito gli ebrei quando rientravano in Israele da una terra di pagani. Per Gesรน ora il paganesimo non รจ avere un altro dio o non essere credenti, ma il vero paganesimo รจ non accogliere e non ascoltare, in una parola non amare. In pratica Gesรน invita i suoi missionari a non avere nulla a che fare con chi ha pregiudizi e chiusure mentali, ma al contrario coltivare invece legami di amicizia e ascolto reciproco con chiunque, indipendentemente da appartenenze religiose, culturali e nazionali.

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Quella lontana missione data ai primi discepoli รจ quasi una prova generale di quello che sarร  chiamata a fare nei secoli successivi la Chiesa dopo che Gesรน รจ morto e risorto. In quella missione cโ€™รจ la missione che abbiamo ricevuto tutti con il battesimo. In quei dodici inviati in quel modo e con quello stile ci siamo tutti noi, tutti, non solo preti e suore e missionari, ma tutti e ovunque siamo. Siamo chiamati davvero a portare non tanto teorie misteriose o un qualche discorso complicato, ma prima di tutto uno stile di vita che รจ libero e inclusivo. La missione รจ quella di far vedere in modo pratico che lโ€™amore di Dio รจ possibile ovunque e per chiunque, basta ascoltare la voce dello Spirito che parla nel cuore umano. La missione รจ una testimonianza di un mondo nuovo anche dentro il nostro mondo vecchio che ci sembra sempre uguale e chiuso.

Raffaella Carrร  cantava che lโ€™amore รจ bello da Trieste in giรนโ€ฆ Per Gesรน anche da Trieste in su, e in ogni angolo del mondo e in ogni angolo di esistenza umana. Basta crederci e basta che ci sia qualcuno, e qui รจ il compito di noi cristiani, che lo testimoni con la vita ogni giorno.


Fonte: il blog di don Giovanni Berti (“in arte don Gioba”)