Luciano Manicardi – Commento al Vangelo di domenica 27 Giugno 2021

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Incontri di guarigione

Il vangelo odierno presenta Gesรน quale narratore della cura che Dio si prende degli umani. Gesรน guarisce la donna emorroissa, Gesรน ridร  la vita alla bambina dodicenne morta. Il lungo testo di Marco รจ costituito infatti dallโ€™incrociarsi di due racconti, quello di Giairo che va da Gesรน a supplicarlo di guarire sua figlia che sta morendo (Mc 5,21-24.35-43) e quello della donna emorroissa che, mentre Gesรน si sta recando a casa di Giairo, lo tocca nel suo mantello sperando cosรฌ di guarire dalle perdite di sangue che da tanto tempo la affliggono (Mc 5,25-34). Di fatto, Gesรน, sentendosi toccato in maniera non casuale, non dovuta alla semplice, meccanica e ottusa calca della folla, ma intenzionalmente, sentendosi toccato da un tocco che รจ un’invocazione, una supplica non verbale ma corporea, una richiesta di aiuto, si ferma e dialoga con la donna. Colpisce il fatto che Gesรน intuisca che quel tocco รจ femminile.

Marco scrive che Gesรน, sentitosi toccato, โ€œguardava attorno per vedere colei che aveva fatto questoโ€ (Mc 5,32). Gesรน discerne la presenza di una donna dietro a quella modalitร  comunicativa. Di fatto, fermatosi a parlare con la donna, Gesรน ritarda il suo cammino verso un caso decisamente piรน grave, anche perchรฉ riguardava non una persona adulta malata cronica, da ben dodici anni, ma una bambina di soli dodici anni. Questo ritardo รจ fatale? Perchรฉ a un certo punto, mentre Gesรน stava ancora parlando con quella donna (Mc 5,34), sottolinea Marco, delle persone giungono dalla casa di Giairo annunciandogli che sua figlia รจ morta e che dunque non รจ piรน il caso che disturbi il maestro. Lโ€™incrocio dei racconti รจ in veritร  anzitutto lโ€™incrocio delle vite, delle esistenze e delle sofferenze, delle storie che spesso sono semplicemente storie delle disgrazie e dei mali di una persona, di una famiglia. Perchรฉ le malattie, le disgrazie, i lutti, hanno il potere di orientare le storie personali e famigliari, di dare loro una configurazione onnipervasiva. La vita, dunque, come incontro di sofferenze.

Incontro che tuttavia ha dei connotati molto diversi: lโ€™incontro di un uomo e di una donna. Di un uomo che svolge compiti liturgici durante le celebrazioni alla sinagoga, un uomo che ha una certa importanza (in Mt si parla di un โ€œcapoโ€: Mt 9,18.23). Entrambi, nel loro bisogno, nella loro sofferenza, vanno da Gesรน. Unico per entrambi รจ il bisogno di vita, diverso il linguaggio che ciascuno esprime. Giairo, uomo con funzione sociale e religiosa importante, supplica, parla molto, ma ha anche il coraggio e lโ€™umiltร  di inginocchiarsi, di gettarsi a terra davanti a Gesรน (Mc 5,22-23). Egli viene portando la situazione disperata di sua figlia che รจ malata in modo grave, รจ agli estremi, (in Lc 8,42 la situazione รจ resa piรน drammatica dallโ€™annotazione che quella bambina dodicenne era la sua figlia unica), mentre la donna porta la propria sofferenza personale, ma che la accompagna giorno dopo giorno da dodici anni. Si tratta di una situazione che induce una profonda vergogna. Di Giairo colpisce il fatto che cade ai piedi di Gesรน, si inginocchia davanti a lui.

Certo, il movente รจ forte – la salute compromessa della figlia – ma ugualmente lโ€™immagine di un uomo, un maschio adulto, che ricopre anche una funzione importante sul piano sociale e religioso, che si inginocchia per pregare e per supplicare, non puรฒ non colpire. Spesso avviene, soprattutto nella vita di fede di un uomo, di un maschio, che lโ€™avanzare degli anni porti con sรฉ anche un certo cinismo, un non crederci piรน di tanto, un pregare sempre meno o un tralasciare del tutto la preghiera. Colpisce molto vedere uomini in etร  avanzata, anziani, che piegano il loro corpo affaticato e acciaccato in un gesto di adorazione davanti a Dio, si inginocchiano, a volte in modo impacciato e lento, e tuttavia non rinunciano a questa espressione visibile e corporea dellโ€™invisibile che abita nel loro cuore. Uomini che magari hanno costruito la loro vita da protagonisti e che tuttavia si riconoscono debitori davanti a Dio, si inginocchiano, pregano, rendono grazie. Qui, con Giairo, supplicano.

Invece, lโ€™emorroissa parla con il corpo, con il tatto, non dice parola alcuna, se non interiormente, tra sรฉ e sรฉ, per dotare di intenzionalitร  il suo toccare (Mc 5,27-28). Per avere un poโ€™ di spazio deve rubarlo, muoversi di soppiatto, e toccare il mantello di Gesรน โ€œda dietroโ€ (Mc 5,27). Deve il piรน possibile non essere vista, non essere notata, perchรฉ รจ unโ€™impura, perchรฉ le perdite di sangue la collocano socialmente e religiosamente nello spazio dellโ€™impuritร . Agli antipodi di Giairo che socialmente e religiosamente รจ in vista. Ma insomma, ognuno, nel proprio bisogno, va a Dio con il proprio linguaggio, con tutto se stesso, con la veritร  di se stesso. E supplicare – ciรฒ che fa Giairo – non รจ solo proferire parole che chiedono aiuto, ma รจ atto di tutta la persona che si โ€œpiega sottoโ€, si raggomitola allโ€™ombra del Signore, si rifugia in lui cercando relazione e salvezza. Tuttavia รจ vero solo in parte che la donna non parla.

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La donna non esterna le sue parole, ma parla interiormente, sa parlare tra sรฉ, sa pensare, sa avere una vita interiore, sa costruire una intenzionalitร . โ€œSe riuscirรฒ anche solo a toccare le sue vesti, sarรฒ salvataโ€ (Mc 5,28). Lei sa bene che se tocca Gesรน, o anche solo il suo mantello, lo rende impuro, ma ormai non conosce remore e non esita. E tocca il mantello di Gesรน. Nessun feticismo, ma solo la fede, e una possibilitร  di comunicazione che passa attraverso il corpo. La donna esprime una preghiera corporea. E Gesรน guarisce con il suo corpo. Sente una forza che lo abbandona. In questa guarigione il piรน รจ stato fatto dalla donna. In certo modo, Gesรน ratifica ciรฒ che รจ avvenuto e conduce la donna allo stato di parola, facendola veramente accedere a pienezza personale. Il testo dice che โ€œessa conobbe grazie al suo corpo โ€ฆ

Egli conobbe in se stessoโ€ (Mc 5,29.30): da parte della donna unโ€™intelligenza corporea, da parte di Gesรน una percezione interiore. Vediamo dunque il coraggio della donna che, nonostante la sua condizione di “impura”, osa toccare Gesรน. E questo gesto coraggioso viene letto da Gesรน nella veritร  della sua intenzione profonda: la sete di guarigione e di vita. Vediamo anche il pudore della donna che, colpita da emorragia intima, non domanda e non implora, ma si limita a toccare il mantello di Gesรน, diviene linguaggio ascoltato da Gesรน che, fonte della vita, guarisce colei che era colpita proprio nella sorgente della vita. Del resto, il toccare รจ sempre reciproco: mentre tocco, sono toccato da ciรฒ che tocco.

Ma ecco che lโ€™incontro della donna con le emorragie e Gesรน porta allo stabilirsi di un contatto inedito anche tra la donna malata da dodici anni e la bambina dodicenne. Il contatto รจ tale che Gesรน chiama la donna thygรกter (Mc 5,34), figlia, esattamente come viene definita la bambina di Giairo (thygรกter: Mc 5,25). Sembra che siano rese sorelle. La bambina รจ nata quando lโ€™altra ha cominciato a soffrire di emorragie, dunque a morire alla capacitร  di generare figli. Lโ€™una รจ colpita nella sua maternitร , lโ€™altra, la bambina, entra nellโ€™etร  in cui potrebbe realizzare la sua femminilitร . E se la donna trova vita vedendo fermarsi il flusso di sangue, la bambina, che รจ nellโ€™etร  dellโ€™inizio della maturitร  anche sessuale, troverร  vita vedendo riprendere a scorrere in lei quel sangue che รจ la vita, come ricorda lโ€™Antico Testamento. Ma anche tra Giairo e la donna emorroissa viene stabilito un rapporto intenso e interessante.

A Giairo, che ha ormai appreso la notizia della morte della figlia e ricevuto lโ€™invito a non disturbare piรน il Maestro, Gesรน dice di continuare ad avere fede (Mc 5,36); alla donna che ha toccato il suo mantello, Gesรน proclama: โ€œLa tua fede ti ha salvataโ€ (Mc 5,34). Lโ€™impotenza dellโ€™uomo diviene luogo di dispiegamento della potenza di Dio. Giairo chiedeva la guarigione della figlia e deve scontrarsi con la sua morte; la donna chiedeva di essere salvata e Gesรน attribuisce la salvezza alla sua fede. Siamo di fronte al misterioso potere dellโ€™impotenza riconosciuta e assunta nella fede. E un cammino analogo e diverso al tempo stesso devono entrambi fare: Giairo e la donna. Gesรน opera due azioni di guarigione, ma conduce anche a pienezza di relazione sia la donna che Giairo.

Chiedendo โ€œChi mi ha toccato le mie vesti?โ€, Gesรน porta la donna a vincere il timore che la teneva nel nascondimento e a passare dal gesto alla parola fino a dirsi davanti a lui, anzi, fino a dirgli โ€œtutta la veritร โ€ (Mc 5,33). La donna si dice, nasce alla parola dialogica e cosรฌ entra nella pienezza della vita: da esclusa, emarginata e impura, ora รจ inserita nello spazio dello scambio e delle relazioni sociali. Nel caso di Giairo, che lo supplicava โ€œmoltoโ€ (Mc 5,23), e della sua casa in cui molta gente urlava e faceva trambusto, Gesรน fa compiere un cammino che dalla parola e dal rumore va al silenzio. Solo nel silenzio si puรฒ discernere la veritร  della situazione: โ€œla bambina non รจ morta, ma dormeโ€ (Mc 5,39). E il silenzio imposto a tutti, padre compreso, vuole forse lasciare tutto lo spazio alla bambina di crescere, di espandersi, di divenire una donna. Di trovare la sua parola. Non divoratela con le vostre parole, ma entrate nel silenzio e datele da mangiare.

A cura di: Luciano Manicardi
Per gentile concessione del: Monastero di Bose