LA MENTE RECLINATA SUL PETTO DI GESU’ DOVE SPEGNERE I DARDI DEI PENSIERI LANCIATI DAL DEMONIO
AUTORE: don Antonello Iapicca
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Gesรน sapeva tutto. Sapeva chi lo avrebbe tradito, e come lo avrebbe consegnato,ย e non fa nulla per cambiarne la rotta. Il mondo, e noi in esso, farebbe carte false per sapere in anticipo il futuro. Innanzi tutto come e quando finirร questa pandemia, e se saremo coinvolti noi o i nostri cari. E poi vorremmo conoscere lo svolgersi delle nostre vicende sentimentali, il futuro dei figli, l’epilogo di storie intricate. Scienziati, politici, tuttologi ci offrono visioni e scenari che, lo stiamo capendo a prezzo della nostra fragilitร emotiva e di fede, hanno ben poco fondamento. Non sarebbe una novitร , ma il problema รจ che abbiamo dato credito per troppo tempo alle parole di uomini come fossero parole di Dio, dimenticando queste ultime che ci hanno sempre invitato ad abbandonarci a Lui che sa di cosa abbiamo bisogno…
Ma il desiderio di appropriarsi del futuro e di manipolarlo secondo i nostri progetti di felicitร ci accomuna tutti. Vorremmo sapere, per regolarci, per parlare, per aggiustare, per non sbagliare, illudendoci di “aggiungere un’ora sola alla nostra vita”, per non morire. Gesรน invece sa e non fa nulla. Anzi. Lui conosce il destino che lo attende e, attraverso il crogiuolo del Getsemani, vi entra sereno, senza dire parola,ย come chi ha giร vinto.ย Era consapevole che la sua vita non aveva altro senso e direzione che Gerusalemme, il Golgota e il sepolcro dove “glorificare il Padre” passando dalla morte alla vita. Sapeva perchรฉ portavaย sigillatoย nel cuoreย il segreto del Padre,ย l’amore che riempiva quella volontร , che appariva alla carne cosรฌ cruenta.ย Gesรน non aveva bisogno dei sapienti secondo la carne, perchรฉ sapeva di essere Figlio di Dio,ย e questo era tutto: la volontร del Padre era la sua, ed era amore perchรฉ nessuno si perdesse. Come Abramo e Isacco, โi due si guardavano negli occhiโ come in uno specchio, perchรฉ avevano lo stesso cuore, la stessa mente, e lo stesso Spirito.ย Esattamente ciรฒ che manca a noi, che invece di fissare il Padre contempliamo narcisisticamente noi stessi.
Per questo, tristi e insoddisfatti, siamo come obbligati a dare ogni giorno un senso alla marcia della vita, sforzandoci di cambiarne l’orientamento quando non รจ secondo le nostre carte di bordo. Ci illudiamo di stabilire la meta, tracciamo di conseguenza il percorso, dimenticando perรฒ chi siamo, da dove veniamo, dove stiamo andando.ย Per questo oggi, accanto a Gesรน, appare, con โil capo reclinato sul suo pettoโ, la figura del โdiscepolo che Lui amavaโ.ย Tu, ed io: la sua dolcezza, la sua tenerezza infinita, la sua mitezza di fronte alla storia che lo conduce alla morte, il suo amore, ci attirano a sรฉ,ย nel profondo del suo cuore. La luce per la nostra vita, per comprenderne il senso e discernere il cammino, รจ la luce di Pasqua che emerge dal suo cuore squarciato, immagine del sepolcro aperto sulla vita e definitivamente serrato in faccia alla morte. Siamo chiamati a deporre la nostra mente sul cuore di Gesรน, arrendendoci come un corpo nel sepolcro:ย “Rapisca, ti prego, o Signore,ย lโardente e dolce forza del tuo amoreย la mente miaย da tutte le cose che sono sotto il cielo,ย perchรฉ io muoia ย per amore dellโamor tuo,ย come tu ti sei degnato morireย per amore dellโamor mio”ย (San Francesco).ย
Gesรน ci chiama oggi aย lasciare che i pensieri, i progetti, i criteri, fossero anche i piรน santi e ragionevoli, siano assorbiti nel fuoco del suo cuore, per vederli trasformati in palpiti d’amore.ย Reclinare il capo sul petto di Gesรน significa entrare nello scrigno del suo intimo, dove รจ custodito il senso di ogni evento, anche il piรน banale. Perchรฉ, come scrisse il Beato Card. Newman, “il cuore parla al cuore”, e solo chi lo ascolta puรฒ accoglierne i tesori.ย Sul petto di Gesรน, tutto in noi รจ santo, cosรฌ come รจ, non dobbiamo toccare nulla; niente da togliere, niente da aggiungere.ย Giuda invece “รจ finito sotto il dominio di qualcun altro: chi rompe lโamicizia con Gesรน, chi si scrolla di dosso il suo ยซdolce giogoยป, non diventa libero, ma diventa invece schiavo di altre potenze” (Benedetto XVI). Quando poi,ย comprendendo l’errore,ย Giuda tenterร un ritorno, l’orgoglio a cui si era consegnato gli impedirร di credere all’amore smisurato di Cristo.ย Non aveva mai reclinato il suo capo sul petto di Gesรน, non aveva udito i battiti del suo cuore che si commuoveva per lui, non aveva quindi potuto comprendere la sua Parola e il suo amore. Giuda โmangia il boccone intintoโ da Gesรน, ma dubitando di Lui; e “chi mangia dubitando si condanna”.
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Da una parte emerge lโamore di Gesรน che, in quel boccone, si offre da se stesso a Giuda e alla Croce prima ancora di essere consegnato; dallโaltra si rivela lโabisso a cui puรฒ arrivare il cuore dellโuomo: invece di reclinare il capo sul petto di Gesรน, tutti possiamo prendere e mangiare i segni del suo amore dubitando che sia davvero amore. Ma proprio le nostre debolezze e le contraddizioni della storia sono il luogo dove sperimentare che in tutto e in ogni istante, scorre l’amore di Dio, come un fiume di Grazia. Ma per riconoscerlo, dobbiamo accogliere in noi lo sguardo diย Gesรน che vedeva la trama positiva, di Grazia e di Gloria anche negli occhi assassini di Giuda. Lo sguardo del suo cuore che, oltrepassando i deboli sentimenti d’affetto e di giustizia di Pietro, lo vedevaย giร ย piangente sui suoi peccati,ย perchรฉ lo avevaย giร ย perdonato. Per trasfigurare il nostro sguardo in quello di Cristo, entriamo con Lui nel Cenacolo in questa vigilia della sua Passione; e impariamo ad entrarci ogni giorno in questo tempo di Coronavirus.
Prima del Getsemani cโรจ il Cenacolo, dove reclinare il capo sul petto di Gesรน, perchรฉ solo cosรฌ impareremo ad entrare nella storia e a reclinare il nostro sulla Croce, l’unico posto dove Cristo stesso ha potuto reclinare il suoโฆ Quando siamo crocifissi con Cristo, scocca l’ora nella quale “glorificare il Padre” e Cristo in noi. Satana lo si affronta solo nascosti nella fenditura della roccia da dove far udire allo Sposo la voce del nostro cuore. Le tentazioni e le incredulitร si vincono solo reclinati sul petto di Gesรน, come il tralcio รจ unito alla vite, nella consapevolezza umile che da soli non possiamo nulla. Lรฌ dentro infatti, nella fornace ardente del cuore di Cristo, sperimenteremo di essere i suoi discepoli amati, partecipi della sua stessa missione. Il fuoco del suo amore ci fonderร in Lui perchรฉ si infranga su di noi, ormai divenuti una cosa con Cristo, il male di questa generazione. Nel cuore a cuore con Cristo che travasa in noi il suo amore, possiamo vivere il โprimaโ di ogni evento della nostra vita discernendo in ciascuno il suo Mistero Pasqualeย che ci attende; e cosรฌ โpotremoโ entrareย in quelย “piรน tardi”ย nel quale โandare con Gesรน dove Lui รจ giร andatoโ,ย il Regno dove riposare eternamente sul suo petto, del quale anche in questa Pasqua ci verranno donate le primizie squisite.
