PRECIPITATI NELL’ORGOGLIO POSSIAMO RISALIRE CON CRISTO NEL CIELO DEI FIGLI DI DIO
AUTORE: don Antonello Iapicca
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C’รจ un “luogo” dove “credere” in Gesรน, perchรฉ in esso vi “si ferma”, e lo si puรฒ incontrare e conoscere: รจ il “luogo dove prima Giovanni battezzava”, dove il fiume Giordano sta per gettarsi nel Mar Morto, il punto piรน basso della superficie terrestre, il luogo dell’annientamento di Gesรน. Qui il Signore si รจ umiliato sino a discendere al luogo del nostro cuore piรน lontano dal Cielo e da Dio, per aprirlo all’ascolto, annunciare la Parola di Vita e far risplendere la compiacenza del Padre in ciascun uomo. Dio si รจ fatto come me e come te per annullare la distanza che ci separava da Lui: il demonio vuol rovesciare la volontร di Dio e spingere perversamente l’uomo a recitare il ruolo di protagonista riservato a Dio.
I giudei, come ciascuno di noi, guardando e sperimentando le opere non sanno riconoscerne l’autore, e lo scambiano per un bestemmiatore, perchรฉ la nostra vita di oggi, in fondo, รจ una bestemmia: la sofferenza, il fallimento, queste ore qui rinchiuse nello sconforto, sono una parola blasfema: Dio non puรฒ volere e permettere tutto quanto mi accade. E chi dice che nella mia storia stia operando Dio facendone un segno del suo amore รจ un bestemmiatore. Chi mi dice che sono figlio di Dio in questo matrimonio, nella malattia e nella depressione, merita la morte. E cosรฌ uccidiamo i profeti per togliere di mezzo Cristo. Ebbene, Gesรน ha assunto su di sรฉ il dolore del nostro rifiuto, la durezza dei cuori di fronte alle opere belle del suo amore. Al punto di ridiscendere alla fonte della sua missione per ritrovare in essa vigore e forza per l’opera decisiva, la Passione di amore che lo condurrร sulla Croce. E’ il cammino che indica a ciascuno di noi per combattere la falsa illusione delle apparenze, l’atrofia dell’intelligenza che non vuole andare oltre e rischiare per abbandonarsi a un amore piรน grande di quello di cui noi siamo capaci.
Gesรน oggi ci indica il percorso dell’umiltร , discendere ancora una volta i gradini del battesimo, immergere ancora una volta nell’acqua che ci ha rigenerato l’uomo vecchio per annegarlo con le sue passioni. Passare dalla memoria al memoriale, dal ricordo che schiaccia il presente sui nostri criteri avvelenando il futuro, alla libertร che accoglie la storia d’amore di Dio con ciascuno di noi, perchรฉ le sue “opere” si facciano contemporanee del momento che siamo chiamati a vivere e si compiano ancora. Sono esse a mostrarci il volto del Padre; la loro dimenticanza, il filtro della nostra povera ragione ad interpretarle come pura casualitร , chiude le porte al potere di Dio. Per essere liberati da questo “carcere”, occorre imparare ad ascoltare, come il Padre ha invitato tutti a fare quando Gesรน รจ riemerso dalle acque del battesimo: “Questi รจ il mio Figlio nel quale mi sono compiaciuto: Ascoltatelo!”.
L’ascolto ci apre alla Parola che ha il potere di ricrearci, qualunque sia la nostra situazione; l’ascolto รจ la nostra salvezza perchรฉ ci dona la fede capace di plasmarci sino a renderci figli di Dio. Il “luogo” dove credere รจ dunque la predicazione, perchรฉ solo ascoltando potremo uscire dallo scandalo dell’orgoglio incapace di credere all’incarnazione di Dio nella nostra vita. Solo gli occhi della fede sanno discernere le sembianze divine attraverso la luce che filtra, spesso impercettibilmente, dalle ferite dei peccati, delle debolezze, degli errori nostri e dei fratelli. “La Scrittura non puรฒ essere annullata”: essa “ha chiamato dรจi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio”, ovvero ciascuno di noi raggiunti dalla stoltezza della predicazione, cosรฌ potente da risuscitarci come figli di Dio che guardano ogni evento e ogni fratello dalla destra del Padre dove Cristo ci vuole condurre.
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Solo attraverso il suo ascolto potremo camminare sui sentieri della conversione autentica, che non รจ macerarsi e sforzarsi di compiere opere impossibili alla carne per “divenire come Dio”, ma accogliere la Parola di Dio. Solo alla sua luce potremo entrare, con fiducia e speranza, nella storia che quotidianamente si presenta dinanzi, discernendo in essa “il luogo” dove Gesรน รจ, e dove anche ciascuno di noi puรฒ essere.
