Il brano evangelico si apre con una notazione asciutta e assolutamente singolare per quel tempo: โVenne da Gesรน un lebbrosoโ. Era davvero strano che un lebbroso osasse avvicinarsi a qualcuno, avendo lโobbligo di stare lontano dalla gente. Il libro del Levitico era categorico: โIl lebbroso colpito da piaghe porterร vesti strappate e il capo scoperto; velato fino al labbro superiore, andrร gridando: Impuro! Impuro!โ. Sarร impuro finchรฉ durerร in lui il male; รจ impuro, se ne starร solo, abiterร fuori dellโaccampamentoโ (13,45-46). Lโesclusione dalla convivenza con gli altri rendeva questa malattia ancor piรน terribile di quel che giร appariva. I rabbini giunsero a considerare i lebbrosi come dei morti in vita e ritenevano la loro guarigione piรน improbabile della stessa resurrezione. Ecco perchรฉ appare strano che un lebbroso osi avvicinarsi a Gesรน, superando unโabissale distanza garantita anche dalla legge. Ma da chi altro poteva andare, quel lebbroso? Tutti, protetti dalle disposizioni legali oltre che dalla paura del contagio, si tenevano ben lontani dai malati di lebbra. Lโunico che non si comportava cosรฌ era Gesรน. I lebbrosi lโavevano capito e andavano da lui.
Quanti malati di โlebbraโ ci sono anche oggi, vicino o lontano da noi! Non tanto i colpiti dalla lebbra vera e propria, peraltro oggi facilmente curabile, quanto coloro che vedono la propria vita segnata irrimediabilmente dalla malattia e da una condizione di marginalitร . E ancora oggi siamo in molti a tenerli lontani da noi per paura del contagio, oppure, come qualcuno dice, per non essere rattristati alla loro vista. Quei lebbrosi, contrariamente a quel che normalmente accadeva, quando venivano a sapere che stava per passare Gesรน, superavano barriere di paura e di diffidenza e accorrevano da lui. Il giovane profeta di Nazareth creava ovunque un clima nuovo attorno a sรฉ, una atmosfera piena di compassione e di misericordia che attraeva malati, peccatori, poveri. I discepoli di oggi, le comunitร cristiane, ovunque nel mondo debbono interrogarsi quando non riescono a creare lo stesso clima nuovo, quando non sono piรน attraenti evangelicamente.
Quel lebbroso finalmente, e chissร con quanta fatica, giunse accanto a Gesรน e gli si gettรฒ ai piedi. Non usรฒ molte parole, non si mise a spiegare la sua malattia, disse semplicemente ma con fede: โSe vuoi, puoi purificarmi!โ. Il lebbroso non dubitava che Gesรน potesse sanarlo; non sapeva perรฒ se voleva farlo. Del resto cosa poteva sapere un povero lebbroso della volontร di quel giovane profeta? Una cosa รจ certa in questa pagina evangelica: la disperazione di quel lebbroso, davanti a quel profeta buono, si trasformรฒ in fede. E Gesรน, il compassionevole, non poteva non ascoltarlo: non ebbe paura del contagio, stese la mano e lo toccรฒ. E gli comunicรฒ lโenergia della vita. Quel lebbroso si trovรฒ ravvivato come una pianta appassita che subito rifiorisce.
La scena evangelica spinge tutti noi ad incontrare e ascoltare, a toccare e sentire il grande bisogno di salvezza che hanno i milioni di โlebbrosiโ di oggi. Gesรน, con la sua risposta, ci mostra qual รจ la sua volontร sulla lebbra e sul male, qualunque esso sia: โLo voglio, sii purificato!โ. Sรฌ, la volontร di Dio รจ chiarissima: lottare contro ogni genere di male, contro ogni genere di emarginazione, di lontananza, di esclusione. E siamo davvero lontani da quella convinzione piuttosto diffusa che attribuisce a Dio la decisione di distribuire il male agli uomini secondo il loro peccato. Nulla รจ piรน estraneo al Vangelo. Eppure รจ una convinzione fortemente radicata anche tra i cristiani.
Non รจ facile comprendere lโordine di Gesรน al lebbroso: โGuarda di non dire niente a nessunoโฆโ. ร un comando che appare strano. Certo รจ estraneo, se non contrario, alle nostre abitudini e alla nostra cultura โtelevisivaโ. Il Vangelo sembra mostrarci un silenzio bello, ricco, espressivo che Gesรน vuole conservare. Si potrebbe interpretare anche in questa linea il cosiddetto โsegreto messianicoโ, tanto caro allโevangelista Marco. Una sottolineatura, tuttavia, va fatta: Gesรน non cerca la sua gloria o il rafforzamento della sua fama. Questo desiderio di silenzio รจ legato al delicato segreto di unโamicizia che si instaura tra il Signore e quellโuomo, tra il Signore e chiunque si affida a lui. Il miracolo cosรฌ si potrebbe interpretare il silenzio imposto da Gesรน prima che segno apologetico della sua potenza, che pure รจ necessario accogliere, รจ soprattutto una risposta amica, affettuosa, compassionevole, verso chi รจ malato ed escluso. ร come dire che lโamore di Dio per me, per te, per ogni uomo, viene prima di ogni altra cosa.
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Forse proprio perchรฉ toccato da questo amore assolutamente unico e inimmaginabile, fu impossibile a quellโuomo tacere. Quel lebbroso non obbedรฌ e divulgรฒ il fatto al punto che Gesรน non poteva piรน entrare nelle cittร a motivo del gran numero di persone che lo cercavano. Gesรน, che non desiderava il piacere degli uomini ma quello del Padre suo, si ritirava in luoghi diversi. La gente tuttavia non lo perdeva di vista e continuava ad andargli dietro.
Fonte – il sito web di mons. Paglia
Qui tutti i commenti al Vangelo delle domeniche precedenti di mons. Vincenzo Paglia
