p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 12 Febbraio 2021

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Questa guarigione รจ posta da Marco a conclusione della prima parte della sezione dei pani.

Il sordomuto, che non puรฒ parlare perchรฉ โ€œha orecchi e non odeโ€, come poi il cieco che โ€œha occhi e non vedeโ€, raffigura i discepoli, dietro i quali si profila la comunitร  di Marco, che non ha capito il fatto dei pani.

รˆ necessario un intervento di Cristo per aprire loro gli orecchi, in modo che, guariti dalla sorditร , possano parlare e professare la loro fede in Gesรน che si manifesta nel fatto dei pani, come adempimento della salvezza messianica celebrata da Isaia.

E quale รจ la professione di fede che siamo chiamati a professare se non il dono dei pani ricevuti da Cristo che, come fratelli, siamo chiamati a condividere?

Il nostro incedere di ogni giorno, รจ un incedere incontro ad una societร  sorda e muta, che non vuole sentire parlare di condivisione e dellโ€™altro. Una societร  che sembra non abbia piรน alcun valore e abbia perso ogni riferimento. Una societร  che cerca di ribellarsi a tutto questo ma che non riesce a farlo.

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Non riesce ad urlare la sua rabbia, non riesce a sentire lโ€™unico che la puรฒ salvare, lโ€™unico che la puรฒ guarire dalla sua sorditร  e dalla sua incapacitร  a parlare. Siamo una societร  che preferisce relazionarsi con animali e piante, cosa buona e giusta, piuttosto che con lโ€™umano, con lโ€™altro, cosa disumana. Un cane non ti tradisce, lโ€™altro sรฌ. Un gatto sul letto รจ meglio dellโ€™altro in casa, del quale non potrai mai fidarti. Adamo di fronte alla natura e agli animali del Paradiso terrestre non aveva trovato nessuno che gli โ€œcorrispondesseโ€.

Noi siamo sordi al grido del fratello che ci passa accanto con un passo depresso, senza sugo e senza senso. Sguardi vuoti che incontriamo sui nostri tram, sguardi persi nelle nostre auto in coda a quei bellissimi segni luminosi che si chiamano semafori.

Siamo sordi al richiamo di Gesรน che ci chiama a vivere in modo vero e continuiamo ad ascoltare il richiamo del lavoro come lโ€™essenziale della nostra esistenza. Per il lavoro tutto, per il fratello e per Dio, se ci avanza tempo, ma spesso neanche quello.

La prima cosa che facciamo saltare nella nostra giornata รจ la preghiera, รจ lโ€™ascolto. Dai oggi e dai domani, diventiamo sempre piรน incapaci di ascoltare la Parola che parla. Ci affiniamo ad ascoltare tante chiacchiere sullโ€™economia, sulla politica, sulla guerra, sulla convenienza, sulle pensioni e sulle assicurazioni, sui virus e diventiamo sempre piรน sordi allโ€™unica Parola che ci puรฒ donare la vita.

Il Signore si apparta con questo sordo muto, lontano dai riflettori e dai video, e lo guarisce. Non gli impone le mani, lo tocca diventando egli stesso impuro come era il sordo muto, diventando lui stesso sordo e muto, diventando lui stesso morte. Una morte che sconfigge la morte con la sua risurrezione toccando le orecchie del sordo e facendolo udire.

Dopo che ha riacquistato lโ€™udito, lo tocca sulla lingua rendendolo capace di nuovo di parlare. Ascolta la Parola e diventa capace di parlare. Lโ€™ascolto รจ il primo passo per imparare a parlare. Si imparano i suoni e le loro modulazioni. Si sa che i muti il piรน delle volte sono tali perchรฉ sono sordi e non riescono ad udire le parole dei cari che gli stanno accanto.

Questโ€™uomo ascolta e poi parla. Noi parliamo e non ascoltiamo. Abbiamo invertito ogni regola della natura. Per questo il parlare รจ sempre di piรน un parlare vuoto, un parlare di niente.

Per il cristiano il parlare รจ comunque testimonianza, anche quando non parla di niente, se รจ impregnato della Parola ascoltata, celebrata e vissuta.

Ma se noi non ci impregniamo di questo vino nuovo, non comunicheremo se non il vuoto. La botte dร  del vino che ha. Se non ce ne รจ dentro non ne puรฒ venire fuori. O se la botte รจ piena di aceto, uscirร  solo aceto. Una cosa imbevibile che allontana sempre di piรน la gente anzichรฉ avvicinarla a Dio.

Il Signore cโ€™รจ: andiamo da Lui. Riconosciamo la nostra sorditร  e facciamoci mettere le dita nelle orecchie da lui perchรฉ ci renda di nuovo capaci di ascoltare. Dopo avere ascoltato lui che รจ la vita, potremo testimoniare con la parola e con la vita la bellezza dellโ€™esserci e dellโ€™essere cristiani. Cosรฌ quello che noi faremo, lo faremo nel nome del Signore e sarร  un canto continuo alla Vita che รจ in noi e che puรฒ essere trasmessa ai nostri fratelli, alla nostra societร . Cosรฌ daremo ancora speranza a questo mondo che la speranza non sa piรน cosa sia e non sa piรน dove trovarla.


AUTORE: p. Giovanni Nicoli FONTE SITO WEB CANALE YOUTUBE FACEBOOKINSTAGRAM

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