Medita
La liturgia ci ripropone il brano di lunedรฌ 4 gennaio. Giร questa รจ una indicazione per la nostra meditazione: non si smette mai di scoprire.
Meditiamo ora un altro passaggio: Gesรน chiama a sรฉ Pietro con un gesto tutto speciale, che non compirร con gli altri discepoli. Fissa lo sguardo su di lui, lo chiama per nome (โtu sei Simone, il figlio di Giovanniโ) e cambia il suo nome in Cefa. Il nome indica l’identitร , la natura piรน profonda della persona. Cambiare il nome significa far cambiare la vita.
Ma c’รจ un altro dettaglio su cui meditare: Gesรน โfissa lo sguardo su di luiโ. Cosa c’รจ in quello sguardo? Non lo sappiamo, uno sguardo non si spiega, si vive, intensamente. Per uno sguardo ci si innamora. Per capire qualcosa di questo sguardo, possiamo forse meditare su un altro sguardo che Gesรน rivolge a Pietro, alla fine della sua vicenda. Pietro รจ nel cortile della casa del sommo sacerdote dove hanno portato il prigioniero, ha appena rinnegato Gesรน per tre volte e il gallo ha cantato. ยซAllora il Signore si voltรฒ e fissรฒ lo sguardo su Pietro, e Pietro si ricordรฒ della parola che il Signore gli aveva detto: โPrima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volteโ. E, uscito fuori, pianse amaramenteยป (Lc 22, 61–62).
Lasciamoci interrogare da questi sguardi di Gesรน su di noi. Se ci viene da piangere, meglio.
Per riflettere
In qualche occasione abbiamo avuto la certezza interiore dello sguardo di Gesรน su di noi. Abbiamo incontrato il suo sguardo. Cosa รจ successo in noi?
Preghiera finale
O Dio, nostro Signore,
quanto รจ magnifico il tuo nome su tutta la terra,
piรน dei cieli essa canta
il tuo splendore.
(Salmo 8)
AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per lโEvangelizzazione e la Catechesi
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