Nico Guerini – Commento al Vangelo di Domenica 20 Dicembre 2020

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Maria, grembo dellโ€™Atteso

Avvicinandosi la conclusione dellโ€™attesa, si precisano sempre piรน i dettagli della sua apparizione: il da dove viene, il dove viene, a fare che, il quando e il modo della sua venuta, per riprendere la lista indicata da san Bernardo. Al centro della liturgia si staglia lโ€™esperienza che fa Maria, la madre, nellโ€™Annunciazione che la chiama a un ruolo di co-protagonista nel realizzare lโ€™opera di Dio per la salvezza del mondo.

In questa storia occupa un posto importante il re Davide che, come rappresentante e incarnazione di tutto il popolo dโ€™Israele, aveva ricevuto una grande promessa, che veniamo a conoscere nella prima Lettura (2Sam 7,1-5.8b-12.14a-16).

La casa e il regno

Al centro del discorso che il profeta Natan rivolge al re sta lโ€™immagine della casa, che poi si muta in quella ben piรน grande di regno. Sono due immagini cruciali, e giova sostare un momento per coglierne appieno il significato, perchรฉ ci riguarda da vicino. La casa รจ segno e luogo di ospitalitร , il regno parla, invece, di governo di un popolo portatore di una missione. La casa risponde al โ€œdoveโ€ viene lโ€™Atteso, e il regno esplicita lo โ€œscopoโ€ per cui viene: sono la terza e la quarta caratteristica della sua apparizione; il chi e il da dove sono stati giร  visti, e, data la loro importanza, li sentiremo ripetere, il quando e il modo saranno oggetto del brano evangelico che ascolteremo oggi. Cosรฌ il cerchio si completa.

Cominciamo col dire che il peso e il significato che riveste il dove appare in tutta la sua chiarezza se lo si confronta con il da dove. Il contrasto appare giร , in embrione, nella percezione che ha Davide del contrasto tra la sua casa, che nonostante fosse una reggia, รจ semplicemente ยซdi cedroยป, mentre lโ€™arca di Dio sta ยซsotto i teli di una tendaยป!

La preoccupazione di Davide รจ di costruire per lโ€™arca una casa degna del suo significato, e ancora non sa che, quando il Figlio verrร  a stare in mezzo a noi, sceglierร  proprio una โ€œtendaโ€! Questo รจ infatti il senso letterale del verbo greco eskรฉnosen, tradotto purtroppo con โ€œabitareโ€ invece che con ย ยซpose la tendaยป (Gv 1,14).

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Natan riporta Davide alla realtร  o โ€“ come si direbbe โ€“ a tenere i piedi per terra: tutto quello che il re ha fatto ed รจ riuscito a realizzare รจ in realtร  opera della bontร  di Dio nei suoi confronti. E dunque, ยซil Signore ti annuncia che sarร  lui a fare a te una casaยป. E questo รจ il primo punto.

Il secondo viene subito dopo: ยซSusciterรฒ un tuo discendente dopo di te, e renderรฒ stabile il suo regnoโ€ฆ La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a me, il tuo trono sarร  reso stabile per sempreยป. Sono le parole che Maria si sentirร  dire dallโ€™angelo nellโ€™Annunciazione, dove dovrร  imparare, lei per prima, cosa significa โ€œospitareโ€ Dio, e di che tipo sarร  il suo โ€œregnoโ€.

Quello che accadrร  stravolgerร  ogni piรน rosea previsione, perchรฉ il Figlio di Dio troverร  casa nellโ€™angustia del suo utero, verrร  al mondo in una stalla, e il trono del suo regno sarร  una croce. Avremo tempo per sostare su questi paradossi per tutto il tempo di Natale e quello della Pasqua, dove inni e orazioni ripeteranno di continuo lo stupore e la meraviglia davanti al come e al dove va a finire il chi e il da dove viene a noi Colui che ci si offre come il Salvatore. Ora non possiamo fare altro che dire: ยซCanterรฒ per sempre lโ€™amore del Signoreยป (Salmo).

Il silenzio e il mistero

La seconda Lettura espande questo canto nella grande dossologia che conclude la Lettera ai Romani (Rm 16,25-27), un brano mozzafiato, che scorre senza pause, e che andrebbe letto con molta calma. Quello che ci apprestiamo a celebrare nella notte di Natale, รจ la ยซrivelazione del mistero, avvolto nel silenzio dei secoli eterniยป. Lo sentiremo ripetere nellโ€™antifona dโ€™ingresso della 2a domenica dopo Natale, che ci ricorderร  che il Verbo onnipotente scese dal cielo ยซnel quieto silenzio che avvolgeva ogni cosaยป (Sap 18,14-15).

La festa che usiamo fare in occasione del Natale, con tutto ciรฒ che serve a dire e a esprimere la gioia per questo dono, รจ logica e legittima, ma non si dimentichi che conta ancora di piรน il silenzio che avvolge il mistero, e che non deve assolutamente mancare. Il silenzio รจ necessario per tornare al centro di noi stessi, al cuore, che รจ la vera casa dove il Figlio di Dio fatto uomo desidera abitare, la fragile tenda che lui ha scelto come dimora, non per sedersi e dormire, ma per camminare con noi, come รจ tipico di chi vive nelle tende!

Annunciazione e vocazione

Il Vangelo (Lc 1,26-38) completa lโ€™opera portandoci al quando e al modo dellโ€™Incarnazione del Figlio di Dio. Fissiamo anzitutto lo sguardo sullโ€™inizio, che conosciamo bene come parte integrante dellโ€™Ave Maria. Si noti la densitร  del saluto: ยซRallegrati, piena di grazia, il Signore รจ con teยป. Tre cose: quella centrale รจ la pienezza di grazia; la seconda รจ la compagnia del Signore: a Dio non basta chiamare e scegliere, ma sta con la sua creatura; la terza รจ lโ€™effetto di queste due premesse, la gioia di Dio che si riversa in Maria.

Ma cโ€™รจ unโ€™altra cosa, meno appariscente, forse, ma estremamente importante. Luca infoltisce questo avvenimento con molti nomi, cinque in tre righe: Gabriele, Davide, Giuseppe, Maria, Nazaret. Lโ€™evangelista lo fa quando intende segnalare lโ€™ingresso nella storia di qualche evento che ne marca il cammino, una svolta decisiva: lo stesso accade nellโ€™introdurre la nascita di Gesรน (Lc 2,1-4), e lโ€™inizio della predicazione del Battista (Lc 3,1-3). Persone e luoghi, mirati a disegnare lo spazio della storia che si fa nel tempo!

I sogni non restano nei libri, ma diventano realtร . Il Dio biblico e cristiano non si limita a creare il mondo e a sostenerlo da lontano, ma vi entra e vi gioca un ruolo decisivo per restaurarlo. Non da solo, certo. Le nostre mani, per rifare di continuo la bellezza del creato, sono il prolungamento delle sue.

Questa non รจ dunque solo una annunciazione, ma รจ insieme una vocazione. Maria ha bisogno anzitutto che le venga spiegato (o forse lโ€™ha capito pian piano a cose avvenute) perchรฉ debba โ€œrallegrarsiโ€, cosa significhi che โ€œil Signore รจ con leiโ€, e soprattutto cosa implichi il fatto che venga chiamata ยซpiena di graziaยป. Tutte e tre le cose evidenziano che si tratta di una chiamata di Dio, di una vocazione che darร  una svolta decisiva alla sua vita. Non cโ€™รจ neanche bisogno che sia lei a fare domande, perchรฉ lโ€™angelo vede il suo turbamento e risponde agli interrogativi che Maria si poneva. Gabriele anzitutto la rassicura, perchรฉ trovare grazia presso Dio significa essere amati da lui, e questo implica che quello che succederร  รจ anzitutto e soprattutto un segno del suo amore, per Maria anzitutto, ma attraverso lei per lโ€™umanitร  intera.

Qual รจ lโ€™annuncio? Maria รจ chiamata a dare alla luce un figlio, che sarร  non solo suo, ma anche Figlio dellโ€™Altissimo, si chiamerร  Gesรน, cioรจ ยซcolui che salvaยป, e infine, come ยซfiglio di Davideยป, riceverร  il trono di suo padre per un regno che non avrร  fine. Da essere stravolti!

E Maria finalmente apre le labbra per porre una domanda cruciale: ยซCome avverrร  questo, poichรฉ non conosco uomo?ยป. Non si lascia sbalordire dalla cascata di titoli gloriosi che magnificano la grandezza futura di questo suo figlio, ma parte da ciรฒ che รจ capitale: il problema di come โ€œconcepireโ€ questo figlio vista la sua condizione di ยซpromessa sposaยป con Giuseppe, che non ha ancora โ€œconosciutoโ€ nel senso che la parola ha normalmente nella Bibbia.

Maria รจ molto parca di parole, e nei successivi racconti della Nativitร  รจ ritratta sempre in silenzio: vede quello che accade attorno al bambino, ma soltanto osserva, riservandosi di ยซmeditare nel suo cuoreยป (Lc 1,19) cosa significano le varie reazioni a quella nascita, cosa significa lโ€™annuncio strano di Simeone che le parla di una ยซspadaยป che le trafiggerร  lโ€™anima (Lc 2,35).

Lโ€™unica volta che apre la bocca รจ per dire a Gesรน perduto e ritrovato nel tempio: ยซFiglio, perchรฉ ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre ed io, angosciati, ti cercavamoยป. Ma anche allora, lโ€™evangelista aggiunge che ยซessi non compresero ciรฒ che aveva detto loroยป (Lc 2,48-50).

Ora, la risposta dellโ€™angelo รจ fatta di due spiegazioni. La prima, per il vero, spiega poco a chi avrebbe bisogno di prove tangibili e concrete, e chiede anchโ€™essa un atto di fede, perchรฉ sarร  lo Spirito a prender parte alla nascita, scendendo su di lei e ยซcoprendola con la sua ombraยป.

La seconda risposta รจ piรน realistica, e riguarda un fatto: la feconditร  della cugina Elisabetta, che ยซha concepito un figlio nella sua vecchiaiaยป, il che รจ la prova provata che ยซnulla รจ impossibile a Dioยป.

Davanti a queste parole Maria reagisce con la conclusione piรน bella: ยซEcco la serva del Signore; avvenga per me secondo la tua parolaยป. Tutto il problema si dissolve in una dichiarazione di totale disponibilitร  a quello che il Signore ha deciso di fare, perchรฉ colei che รจ appena stata proclamata madre del Figlio dellโ€™Altissimo, cui รจ destinato il trono di Davide, si dichiara semplicemente serva del Signore. Davanti a tanta sobrietร  verbale in Maria, mi ha gradevolmente sorpreso la versione che dellโ€™Annunciazione ha dato il poeta scozzese Edwin Muir (1887-1959), che ha deciso di concentrare il senso della scena in un ยซincontro silenzioso di sguardiยป.

Cito solo qualche verso, sufficiente, spero, per entrare in quella che si puรฒ chiamare unโ€™atmosfera, peraltro molto eloquente. ยซLโ€™angelo e la ragazza sโ€™incontrano. / La terra era lโ€™unico luogo dโ€™incontro. / Perchรฉ quelli che hanno corpo non avevano ancora / viaggiato oltre la spiaggia dello spazio. Gli spiriti eterni vanno in libertร . // Guarda, sono lโ€™una di fronte allโ€™altro, guarda, / i volti si riflettono lโ€™uno nellโ€™altro / finchรฉ in lei il cielo e in lui la terra / splendono di un bagliore costante. [โ€ฆ] Fuori dalla finestra passi che si perdono / nel giorno ordinario / e con il sole lungo il muro / seguono una strada che non ritorna [โ€ฆ] Attraverso il meriggio senza fine / questi due non parlano nรฉ si muovono, / ma fissano lo sguardo nel dilagante incantesimo / come se il loro contemplare non volesse spezzarsi maiยป.

Contempliamo!

FonteSettimana News | Commento a cura di Nico Guerini


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